sabato 10 gennaio 2015

Relativismo culturale: il fascismo della nostra epoca di Maryam Namazie, attivista iraniana e fondatrice di http://freethoughtblogs.com/maryamnamazie/

Nell’agosto 1997, in Germania, una giovane donna di 18anni fu arsa viva dal padre perché aveva rifiutato di sposare l’uomo che ilpadre aveva scelto per lei. Il tribunale tedesco riconobbe al padre delleattenuanti poiché, disse, “egli stava praticando la propria cultura e lapropria religione”.
In Iran, le donne e le fanciulle sono forzate a portare il velo sotto la minaccia della prigione e della frusta, e i relativisti culturali dicono che questa “è la loro religione, e va rispettata”. Il Ministro degli Esteri olandese ha affermato che le prigioni iraniane sono“soddisfacenti, per gli standard del terzo mondo”, ed ha forzato il ritorno inpatria di coloro che cercavano asilo.
Il relativismo culturale serve a questi crimini.Legittima e mantiene situazioni incivili. Esso dice che i diritti umani diqualcuno nato in Iran, Iraq o Afghanistan sono differenti da quelli di chi ènato negli USA, in Canada o in Svezia. I relativisti culturali dicono che lasocietà iraniana è musulmana, implicando che le persone hanno scelto di viverenel modo in cui sono costrette. E’ come se non ci fossero differenze nelle fediin Iran, nessuna lotta, nessun comunista, nessun socialista, e nessuno che amila libertà. E se è così, perché 150.000 persone sono state mandate a morte peressersi opposte alla Repubblica Islamica dell’Iran? Se essa esprime totalmentela cultura e la religione di una società, perché il regime islamico hanecessità di usare mezzi così estesi di repressione?
Se questo è ciò in cui la gente crede, perché ilregime controlla le loro vite private, dalle loro attività sessuali a ciò chevedono in televisione, e persino la musica che ascoltano? Se l’intera società èmusulmana, perché Zoleykhah Kadkhoda ha intrapreso volontariamente unarelazione sessuale per la quale è stata conficcata in una buca e destinata amorire lapidata? Se questa è la cultura del popolo, perché i residenti delBukan si sono ribellati alla lapidazione ed hanno salvato la vita di questadonna? Perché ci sono migliaia di donne picchiate per strada a causa del loroabbigliamento “improprio”, se queste sono la loro cultura e la loro religione?E come succede, dopo due decadi di terrore e brutalità, che le Università nonsiano ancora islamiche (come ammettono i resoconti di regime)? Sebbene siafalso che ogni persona in Iran abbia credo reazionari, anche se fosse vero ciònon renderebbe le violazioni accettabili. Se tutti credono che la propria razzasia superiore, questo convincimento diventa “giusto”?
I relativisti culturali dicono che dobbiamorispettare le culture e le religioni, non importa quanto esse sianodeprecabili. Questo è assurdo, è chiedere il rispetto della crudeltà. Ogniessere umano è degno di rispetto, ma non tutti i convincimenti devono essererispettati. Se una cultura permette che una donna sia mutilata e uccisa persalvare l’ “onore” della famiglia, questo non ha scusanti. Nella RepubblicaIslamica dell’Iran le regole religiose sono diventate strumenti per omicidi dimassa. Se la religione dice che le donne disobbedienti devono essere battute,che frustarle è accettabile e che in genere le donne sono deficienti, questo vacondannato, e a questo ci si deve opporre.
La lotta contro governi misogini e reazionari èinseparabile dalla lotta contro i credi reazionari e misogini. Naturalmenteciascun individuo ha il diritto di credere ciò che vuole, per quanto offensivosia, ma chi ama la libertà ha il dovere di testimoniare e condannare i credoreazionari, sino a che essi spariranno dalla storia.
I relativisti culturali si spingono sino a dire chei diritti umani universali sono un concetto occidentale. Ma come mai quando usaun telefono o un’automobile il mullah non dice che si tratta di robaoccidentale incompatibile con la società islamica? Come mai quando si tratta disfruttare i lavoratori le innovazioni tecnologiche diventano universali? Però,se parliamo dell’universalità dei diritti umani, ecco che diventanooccidentali. Ebbene, persino se lo fossero, è del tutto assurdo dire che “glialtri” non ne sono degni.
Persino a sinistra c’è qualcuno che dice checondannare le fedi reazionarie alimenta il razzismo. Opporsi allo stupro di unabambina di 9 anni costretta a sposarsi non serve il razzismo. Opporsi all’abusosessuale di una bambina, sebbene il Tribunale della Repubblica Islamicadell’Iran abbia sentenziato che il padre fu costretto ad abusare di lei, perchéla moglie non lo soddisfaceva adeguatamente, non è servire il razzismo. Leculture non sono sacre.

Il razzismo ed il fascismo hanno le loro proprie culture. Lottare per i diritti umani significa condannare i credo reazionari, non osservarli. La sconfitta del nazismo e delle sue teorie biologiche ha contribuito al discredito del concetto di “superiorità razziale”, tuttavia, il pregiudizio che ci stava dietro ha trovato forme di espressione più accettabili per il nostro periodo storico. I relativisti culturali difendono gli olocausti dei nostri giorni. Chiunque rispetti l’umanità deve impegnarsi per l’abolizione di ciò che è incompatibile con la libertà umana.

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