di Lorella Zanardo | 27
settembre 2013
“Women with a
Vision“, ‘Donne che hanno una visione’, si chiama la mia
sessione al prossimo convegno WinConference l’organizzazione
mondiale a cui partecipano donne da più di 40 Paesi del Mondo. Con
me la ministra dell’Interno islandese, una nota artista indiana,
la presidente di HP Norvegia, la CEO di un’azienda nigeriana.
Racconterò delle ragazze e dei ragazzi italiani, che in questi
quattro anni mi hanno convinta che vale assolutamente la pena di
investire tempo e risorse su di loro.
Nella mia relazione
dirò di come il coraggio sia la dote oggi più rara e al contempo
più preziosa. Narrerò di come sia difficile scegliere
spontaneamente di stare là dove oggi è più difficile essere: in
Italia, ad innalzare il livello di consapevolezza sui diritti delle
donne. Tema più impopolare non c’è.
In un Paese situato
all’ottantesimo posto del Gender Gap, indice che definisce il
divario esistente tra i generi, ed è bene ricordare che quasi tutti
gli altri Paesi europei sono tra i primi venti, si fatica ancora a
proporre temi che non definirei femministi, bensì indispensabili.
Tempo fa sono stata
invitata dallo Svenska Institut, Istituto di Cultura svedese, ad una
full immersion nel loro sistema di Gender Equality (la Svezia è al
4 posto del Gender Gap). Il primo appuntamento mi aspettavo fosse con
il Ministero delle Pari Opportunità: con sorpresa venivo condotta al
Ministero dell’Economia e delle Finanze dove ero accolta con grande
rispetto e gentilezza e dove mi veniva spiegato che occuparsi di
questioni di genere è per loro importantissimo visto che “migliorare
nel gender gap significa aumentare il pil”. “Vede –
continuavano – noi lavoriamo per una maggiore occupazione
femminile, per potere disporre di asili per tutti: più donne che
lavorano significa migliore economia per il Paese. Cioè per tutti”.
Ecco, insieme a molte altre donne oggi, lavoro per questo medesimo
obbiettivo.
I bambini, le bambine
guardano molta pubblicità, si divertono, ne conoscono a memoria
slogan e motivi musicali. Dalle immagini i giovani prendono
ispirazione e modelli.
Il recente discorso
della Presidente Boldrini, stimola una riflessione necessaria ed
urgente: le donne nelle pubblicità sono troppo spesso raffigurate
come casalinghe e madri servizievoli. Lo dice bene anche Annamaria
Testa, quando propone di aumentare il numero di ruoli femminili
all’interno delle proposte pubblicitarie: c’è la madre, ma ci
sono anche le professioni delle donne: artigiane, artiste, operaie,
impiegate, dottoresse, avvocate, magistrate, e mille altre ancora.
“Zanardo ma dove sono
i modelli a cui ispirarci?” mi chiedono le ragazze nelle scuole.
La televisione e la pubblicità possono essere formidabili mezzi di
comunicazione per proporre ruoli femminili innovativi e
contemporanei.
E’ feroce ed elitaria
la proposta che avanzano alcuni: che siano le famiglie a proporre
modelli, che sia la scuola!
E cosa facciamo con
quei ragazzi e con quelle ragazze le cui famiglie non sanno offrire
modelli? E come fingere di non sapere che la scuola arranca se gli
investimenti latinano, così come sta accadendo da anni?
Io credo che una
proposta fatta congiuntamente alla Tv pubblica, alle aziende e alle
agenzie di pubblicità possa giungere come uno stimolo prezioso:
lavoriamo insieme per migliorare il Paese, contribuiamo a creare un
contesto sociale dove circolino modelli che venga voglia di seguire,
che siano fonte di ispirazione, che contribuiscano a migliorare le
nostre vite.
Non c’è bisogno di
eliminare casalinghe sorridenti e mamme servizievoli che servono a
tavola: ma per favore facciamo che non siano l’unica proposta! E’
sufficiente varcare la frontiera e scoprire che ci sono altre
possibilità per stimolare i consumatori.
Sono madre anch’io,
amo cucinare per mio figlio e mia figlia: ma che questa non diventi
la mia, la nostra gabbia.
Abbiamo lottato per i
nostri diritti che significa potere scegliere di essere madre, poter
scegliere di essere moglie.
Non ingabbiateci in
questi ruoli, resi unici e totalizzanti anche, non solo ma anche, da
modelli televisi e pubblicitari superati. Costruiamo insieme.
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