Succede ancora. Come è successo in tutte le fasi di costruzione di mondi nuovi seguiti ai cambiamenti storici. Le donne, presenti attivamente come gli uomini nella fase della lotta, delle fatiche e del pericolo vengono rimandate a casa.
Dalla Rivoluzione francese, al Risorgimento, alla prima e seconda guerra mondiale.
E sta accadendo ancora sotto i nostri occhi di donne del XXI secolo.
Nelle decine di commissioni, gruppi e task force del durante e del post Covid-19 le donne non ci sono o sono una sparuta minoranza.
Sta per iniziare la seconda fase Covid-19. E' stata creata una task force [con solo 4 donne su 17 componenti] per gestire una nuova Ricostruzione dell'Italia, dopo quella postbellica. Bisogna rimuovere le macerie sanitarie, relazionali, sociali, culturali oltre che economiche lasciate dall'invisibile virus e costruire un mondo nuovo. Sarà una fase importante che cambierà il paradigma delle nostre vite che devono per tempi non definiti ancora convivere con il virus. Nulla sarà come prima.
Mediche, infermiere, scienziate, virologhe, immunologhe in “prima linea” e poi economiste, psicologhe, prefette, commesse, poliziotte, badanti, sindache, operaie, docenti, dirigenti, vigile, esperte in nuove tecnologie, giornaliste, volontarie della protezione civile e del mondo delle associazioni, cantanti, musiciste, scrittrici, mamme, figlie, nonne, mogli.
Competenti in tutti i campi affrontano un'emergenza senza precedenti nella storia della nostra Repubblica, sono invisibili a coloro che stanno al potere: non viene concesso loro diritto di voce nei luoghi in cui si decide.
Si pensa di ricostruire il mondo nuovo senza le donne, la metà dell'umanità, come se il futuro fosse affare di soli uomini.
E non è questione di rappresentanza numerica, che pure è importante, ma di competenze di cui il paese si priva e di rappresentanza di un pezzo di realtà.
Per cui può succedere che il dibattito pubblico si incentri su partite sì o maratone no, ma poco si discuta di scuola, di futuro di anziane e di anziani, di sanità, di welfare.
La situazione sfugge di mano o c'è altro?
Abbiamo il timore che il protrarsi dell'epidemia gestita da soli pensieri maschili possa portare indietro l'orologio della storia delle donne. Il tetto di cristallo non del tutto aperto rischia di essere richiuso e le frontiere dei diritti di cittadinanza spostate indietro. Una Restaurazione accanto alla Ricostruzione.
Certo è complicato agire in questo momento di chiusura, ma tacere significherebbe accettare questa situazione.
Dobbiamo cercare modalità rinnovate, donne e uomini insieme, per agire a livello nazionale e locale e poter “riveder le stelle” di una rinnovata e resiliente umanità.
Resistere Resistere e ancora Resistere
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