giovedì 17 giugno 2021

❌Cos’è la Pas. Esmeralda Rizzi

 ❌Cos’è la Pas.

Sono entrati in casa in 11, tre hanno circondato la madre mentre il bambino di 8 anni terrorizzato si chiudeva in bagno. Allora hanno messo fuori uso le telecamere e hanno sfondato la porta per trascinarlo via.

Mentre il padre guardava.

Questa è la Pas. La sindrome dell’alienazione parentale a cui fanno riferimento alcuni giudici quando decidono che se un bambino non vuole vedere un genitore, è perché è stato manipolato dall’altro genitore. 

La soluzione percorsa da questi giudici quindi consiste del portare via con la forza il bambino come fosse un bene mobile per ristabilire l’ordine e allocarlo in una casa famiglia o proprio presso quel genitore con cui non vuole stare. Magari perché lo ha visto picchiare la madre, magari perché ha visto esercitare su di lei violenze non fisiche ma altrettanto pesanti. 

La Corte di Cassazione con diverse sentenze ha stabilito che la #Pasnonesiste Eppure ci sono giudici e tribunali che insistono ad applicare questa teoria che devasta vite. 

A partire da quella dei bambini. 

Ho provato a ricordare le mie paure da bambina, quando cercavo il corpo caldo di mia madre per farmi rassicurare. E sono angosciata  pensando a ciò che sta subendo quel bambino, vittima incolpevole di un sistema che antepone i diritti degli adulti ai loro.

Perché il diritto di un bambino non è stare col padre che lo terrorizza. Il diritto del bambino è quello di stare bene. Il padre ma anche la madre, vengono dopo.

Fermo restando che sorgono seri dubbi sull’amore di quel padre che fa subire tutto questo al proprio figlio. 

Ha più le sembianze di una vendetta nei confronti della madre. Molto simile a quegli uomini che ammazzano i figli per punire la donna che li ha lasciati.

Oggi alle 15.00 sarò in piazza Montecitorio a Roma con la Cgil, Stefania Anarkikka Spanò che si sta tanto spendendo su questa causa, alla Uil, e ad altre associazioni tra cui Associazione Differenza Donna, per ricordare ai parlamentari che 

LA PAS NON ESISTE e che l’interesse preminente da tutelare deve essere il benessere del bambino. 

Non la vendetta dei padri.

https://www.facebook.com/esmeralda.rizzi/posts/10222426769811305

martedì 8 giugno 2021

La tragica sfida di Saman Abbas, e le altre Giuliana Sgrena 3 giugno 2021

Il corpo della giovane pachistana non è stato ancora trovato, ma gli indizi e una testimonianza non lasciano dubbi: è stata assassinata dai familiari perchè non accettava un matrimonio combinato

Saman Abbas è scomparsa ormai un mese fa, purtroppo le speranze che sia ancora viva, come sostiene il padre, di ora in ora si vanno esaurendo. Vorremmo veramente poterla credere ancora viva, ma evitiamo le illusioni. È forte l’indignazione di fronte all’incapacità di proteggere la vita di ragazze, donne che vivono nel nostro paese e vogliono vivere come noi contravvenendo alle imposizioni di una famiglia patriarcale che basa le proprie convinzioni su una lettura integralista della religione e arcaica delle tradizioni. Ma l’indignazione sembra non avere la forza di rompere quella sorta di relativismo culturale che condiziona la sinistra, la quale per il timore di essere accusata di islamofobia fa scelte – o nessuna scelta – che rasentano il razzismo.

Basta vedere le foto diffuse dai media di Saman velata e senza velo, sembrano due ragazze diverse, completamente. Il velo la annienta, la reprime, la opprime. Come non capirlo?  Quante Saman, Hina, Sana dovranno essere ammazzate dalle proprie famiglie perché non vogliono cedere al matrimonio combinato, al divieto di frequentare ragazzi italiani, alla costrizione a vivere una vita che non è quella scelta perché il problema venga affrontato? Saman aveva già denunciato i genitori per violenze nei suoi confronti ed era stata ospitata in una struttura di accoglienza, ma compiuti di diciotto anni se n’era andata, era tornata a casa. Attirata con promesse e l’inganno? Convinta di poter far valere la propria maggiore età?  Adesso non ha più importanza.

Di fronte al drammatico epilogo, che ormai sembra purtroppo accertato, nessuno parla di femminicidio, eppure lo è, a pieno titolo come lo è il delitto d’onore.

Dopo l’assassinio di Hina avevo ricevuto una lettera di una giovane marocchina che mi scriveva: «la prossima potrei essere io». Mi vengono ancora i brividi alla schiena quando ci penso, non è stata lei la successiva ma c’è stata una successiva e ce ne saranno ancora se non si troverà il modo per proteggere queste ragazze. Non solo. Bisogna anche impedire che le famiglie portino le loro figlie nei paesi d’origine per matrimoni combinati o per l’infibulazione. È una battaglia di civiltà che parte dallo ius soli ma che non si ferma alla formalità: la cittadinanza comporta diritti e doveri, come quello di lottare insieme per difendere i diritti conquistati e ottenerne altri. Così come le donne fanno in ogni angolo del mondo contro la violenza frutto di una cultura patriarcale che non ha confini.

Ma in occidente, a sinistra tranne in Francia, è ritenuto più politicamente corretto sostenere le campagne per difendere l’uso dell’hijab (velo). Sostenuto anche dalle griffe che sfruttano la modest fashion (moda islamica) e muove un notevole giro di affari. Se poi a lanciare su Instagram la campagna #Handsoffmyhijab (Giù le mani dal mio hijab) è la modella Rawdah Mohamed, il successo è garantito.  Infatti la modella somalo-norvegese è diventata anche la fashion editor di Vogue Scandinavia.

il manifesto 3 giugno 2021

https://www.globalist.it/donne/2021/06/03/la-tragica-sfida-di-saman-abbas-e-le-altre-2081625.html?fbclid=IwAR2O1QW22usf-oB7N_158P6hrQf05Xj0TcqsoE2G-XQzXcEeW7WeKPzcgrA

lunedì 7 giugno 2021

75 anni della repubblica: la marcia dei diritti delle donne italiane

La lunga marcia dei diritti delle donne italiane, dalla fondazione della Repubblica a oggi. Dal 1946 al 2021, le lotte, le conquiste e le leggi

La fine della guerra, il giorno del referendum costituzionale. E poi le conquiste sociali, le prime donne che si affacciano alle professioni, le mode che cambiano, il lungo percorso della democrazia. Il 2 giugno 2021 la Repubblica Italiana compie 75 anni e noi vogliamo festeggiarla con una serie di puntate speciali. E ripercorrendo la marcia dei diritti delle donne

1946-1959

La ricostruzione corre veloce, tra speranza e ottimismo.

1946

Elettrici ed elette

Il 10 marzo le italiane per la prima volta andarono a votare, per le elezioni amministrative. E quel giorno un decreto sancì anche la loro eleggibilità.

1950

Maternità

È stabilito il divieto di licenziare le donne da inizio gravidanza al 1° compleanno del bambino e di impiegarle in lavori gravosi. È fissata l’astensione dal lavoro da due mesi prima a tre dopo il parto. 1956 Parità salariale Per eguali mansioni uguale salario per uomini e donne, in seguito alla ratifica della convenzione Oil (Organizzazione internazionale del Lavoro).

1958

Case chiuse

Con la “legge Merlin”, lo sfruttamento della prostituzione viene perseguito dallo Stato, che cessa di regolamentarlo in modi e luoghi deputati.

1959

Poliziotte

Viene costituito il corpo di Polizia Femminile, che persegue i reati contro le donne e i minori e che poi confluirà nel 1981 nella Polizia di Stato.

1960-1969

Dai balli alle manifestazioni: soffia la rivoluzione  Essere italiana negli anni 60

1963

Matrimonio

Abolita la clausola di matrimonio, che inserita nei contratti di lavoro, permetteva di licenziare le lavoratrici, una volta che si fossero sposate.

Casalinghe

Introdotta la pensione volontaria per la casalinghe, con quote mensili da pagare all’Inps, accessibile a tutte le donne dai 15 anni ai 50 anni non altrimenti occupate.

Magistrate

Si stabilisce il diritto delle donne all’accesso a tutte le cariche e professioni pubbliche, compresa la magistratura, senza limitazione rispetto alle mansioni o ai percorsi di carriera.

1964

Coefficenti

Abolizione del coefficiente Serpieri (introdotto nel 1934) per cui a parità di compito il lavoro di una donna in agricoltura era valutato (e retribuito) il 60 per cento di quello di un uomo.

1968

Adulterio

L’adulterio femminile non è più considerato un reato. Prima, la donna che tradiva il marito e il correo potevano essere condannati fino a un anno di reclusione. Nessuna pena per il marito adultero.

1970-1979

Essere esattamente come le madri non avrebbero voluto

1970

Approvazione della legge che introduce in Italia l’istituto del divorzio (nel 1974 il referendum abrogativo uscirà sconfitto dalla consultazione).

1971

Legge di tutela delle lavoratrici madri: congedo di 5 mesi obbligatorio, divieto di adibire a lavori onerosi; indennità per il periodo di astensione dal lavoro, anche per lavoratrici a domicilio e collaboratrici domestiche. Assorbita dalla legge 8 marzo 2000, per il sostegno della maternità e della paternità.

1975

Riforma del diritto di famiglia: stabilisce l’eguaglianza tra i coniugi, la condivisione della potestà (ora responsabilità) genitoriale, istituisce un doppio regime patrimoniale dei beni (comunione o separazione), revisiona le norme sulla separazione. Istituzione dei consultori familiari, per favorire la procreazione e la genitorialità responsabile, offrire assistenza psicologica e sociale per i problemi di coppia e della famiglia, e dei figli minori.

1977

Sancita la parità di trattamento tra uomini e donne in materia di lavoro che vieta ogni discriminazione fondata sul sesso, per assunzione, retribuzione e carriera a ogni livello gerarchico.

1978

Approvazione legge 194, per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza (nel 1981 il referendum abrogativo uscirà sconfitto dalla consultazione).

1980-1989

Prepariamo la nostra indipendenza

1981

Cade il delitto d’onore

Non potrà ottenere le attenuanti di pena per aver voluto “salvare l’onore della famiglia” chi abbia ucciso un parente (più spesso, la moglie, la figlia o la sorella). È cancellato anche il “matrimonio riparatore” che estingueva il reato di stupro.

1982

Cambio sesso

Viene riconosciuto il diritto dell’individuo alla rettificazione di attribuzione del sesso in sede anagrafica, a seguito o in previsione di un intervento chirurgico di modificazione anatomica.

1983

Figli adottivi

Per il diritto di ogni bambino a crescere in una famiglia si regola l’adozione stabilendo requisiti precisi per gli aspiranti genitori: matrimonio, limiti d’età, l’idoneità rilasciata del Tribunale dei minori. È istituito l’affido per dare sostegno alle famiglie in difficoltà.

Cittadini e cittadine

Si introduce la parità davanti alla legge italiana dei coniugi di coppie miste. Si riconosce che il figlio di madre italiana e padre straniero sia automaticamente italiano pur potendo mantenere la doppia cittadinanza fino alla maggiore età, e si cancella l’automatica acquisizione della cittadinanza italiana per la donna straniera che abbia sposato un italiano. La cittadinanza le è accordata qualora ne faccia richiesta.

1987

Autonome

L’indennità di gravidanza e puerperio viene estesa alle lavoratrici autonome (commercianti, lavoratrici nell’agricoltura, artigiane).

1990-1999

Emanciparsi dal ruolo di figlia

Essere italiana negli anni 90

1990

Libere professioniste

L’indennità di maternità è estesa anche alle lavoratrici libere professioniste. Cinque mesi di congedo, senza permessi di allattamento.

Pari opportunità

Viene istituita presso la Presidenza del Consiglio dei ministri la Commissione Pari opportunità per promuovere l’uguaglianza tra i sessi rimuovendo “ogni discriminazione diretta e indiretta verso le donne”.

1992

Azioni positive

Si dispongono contributi e agevolazioni per l’imprenditoria femminile, nell’impresa, nell’artigianato, nel turismo, nel commercio nell’artigianato.

1993

Quote rosa

Nelle elezioni degli enti locali vengono introdotte le quote di genere: nelle liste per le elezioni comunali e locali almeno il 30 per cento dei candidati deve essere donna (legge annullata dalla Corte Costituzionale nel ’95).

1996

Violenza sessuale

Lo stupro diventa reato contro la persona e non più contro la morale, sono elevate le pene per gli aggressori, è introdotto il reato di stupro di gruppo, regolata la protezione della riservatezza della vittima. Si procede per querela irrevocabile, ma se la vittima è minorenne per querela d’ufficio.

1997

Forze armate

È istituito il servizio militare volontario femminile. Ultime nella Nato, le donne entrano nelle forze armate.

2000-2009

Il tempo di educare i genitori

Essere italiana negli anni 2000

2000

Genitori al centro

La legge 53 affianca al congedo di maternità, obbligatorio, un congedo parentale che può essere utilizzato da entrambi i genitori, per favorire la condivisione della cura. Sono estese le opportunità di lavoro flessibile e i sostegni ai genitori di portatori di handicap.

2001

Servizio civile alla pari

Nasce il servizio civile volontario nazionale, per 18 -26 enni, femmine e maschi, in difesa dell’ambiente e del patrimonio culturale o come servizio socio assistenziale. Stalking A protezione del coniuge, o di altre figure conviventi, dalla violenza familiare, si stabilisce l’allontanamento da casa del maltrattante e gli si vieta di avvicinarsi al domicilio e ai luoghi frequentati dalla vittima.

2003

Contro la tratta

Sono inasprite le pene per l’induzione e lo sfruttamento della prostituzione, dell’accattonaggio o del lavoro in condizione paragonabili alla schiavitù. È previsto l’aiuto per le vittime della tratta che denuncino gli sfruttatori.

2004

Legge sulla Pma

La legge 40 consente il ricorso alla Procreazione medicalmente assistita a coppie eterosessuali, conviventi o coniugate, in età potenzialmente fertile. Divieto di fecondazione eterologa, crioconservazione degli embrioni e della loro diagnosi preimpianto. È istituito il registro nazionale delle strutture autorizzate alla Pma, pubbliche e private.

2010-2021

La comunicazione corre (sempre più) veloce  Italiane negli anni 2010-2020

2011

Quote di genere

La legge Golfo-Mosca prevede che almeno un terzo dei posti del consiglio di amministrazione delle società quotate in borsa o partecipate pubbliche siano riservati al genere meno rappresentato (per statistica le donne). Legge a tempo, più volte rinnovata.

2015

Dimissioni in bianco

Il divieto a ricorrervi da parte delle aziende è stato reintrodotto nel Jobs act.

2016

Legge sulle unioni civili

Regolamenta le unioni civili tra due persone dello stesso sesso e le convivenze di fatto. Contempla gli stessi doveri di assistenza morale e materiale del matrimonio, in mancanza di diversa convenzione il regime patrimoniale è la comunione dei beni. Sono estesi tutti i diritti sociali, fiscali, patrimoniali, compresa la reversibilità della pensione. Non è prevista la possibilità di adozione di minori.

2019

Codice rosso

Introduce una corsia veloce per la violenza contro donne o minori prevedendo che la polizia giudiziaria, acquisita la notizia di reato, riferisca subito al pubblico ministero, che entro tre giorni deve assumere informazioni dalla persona offesa o da chi ha denunciato i fatti. Inasprisce le pene per maltrattamenti, stalking, violenza sessuale e di gruppo. La vittima ha 12 mesi, non più 6, per sporgere denuncia. È previsto il reato di diffusione illecita di foto e video sessualmente espliciti senza il consenso delle persone rappresentate.

https://www.iodonna.it/attualita/storie-e-reportage/2021/06/02/75-anni-della-repubblica-la-marcia-dei-diritti-delle-donne-italiane/?fbclid=IwAR3M_lXt5CAX2UxCbkQEyH2B0tebRuAnGpJsqAQpse_cFEpYUNEoaGFORX0

martedì 1 giugno 2021

Una Repubblica nata il 2 giugno 1946 con le donne E noi donne del XXI secolo che abbiamo sentito sulle nostre spalle il peso della pandemia, attive nella società e sempre più numerose in Parlamento e in tutti i luoghi [e da poco anche nello spazio] in cui si decide, non staremo a guardare.

 Il 2 giugno 1946 un referendum istituzionale segna l'atto fondativo della Repubblica Italiana, dopo 85 anni di monarchia e 20 anni di regime fascista senza elezioni. Nello stesso giorno viene eletta l'Assemblea Costituente.

Per la prima volta votano 13 milioni di donne che da suddite diventano cittadine.

Le 21 Madri Costituenti segnano la Costituzione con l'allargamento dei diritti alle donne e insieme alle poche elette in Parlamento danno contributi significativi per la costruzione di una società aperta e moderna, per l'avvio della democrazia italiana e per la Ricostruzione del paese.


Da quel 2 giugno sono trascorsi 75 anni e l'Italia si trova oggi in un diverso difficile momento.

Dopo più di un anno caratterizzato da isolamento e distanziamento, da mascherine, ricoveri, morte, vaccini stiamo per uscire da una terribile pandemia che  lascia tossine in campo sanitario, economico, ambientale, relazionale, culturale come fossero macerie.

Dobbiamo ri-pensare e ri-definire una “diversa e nuova normalità” del vivere individuale e collettivo.

E' il tempo della ragione.

C'è il rischio che tutto ricominci come se nulla fosse successo non facendo tesoro di quello che abbiamo vissuto, del negativo e del positivo che pur c'è stato. Abbiamo fatto sacrifici per tutelare le persone deboli, abbiamo capito il valore dei legami, abbiamo visto atti di generosità, abbiamo scoperto la positività dei rapporti di buon vicinato, abbiamo acquisito competenze tecnologiche.

Abbiamo assistito all'aumento della violenza domestica sulle donne, sulle bambine e sui bambini in Italia ed in tutto il mondo.

Bisogna fermarsi per dare spazio alla riflessione prima di agire la Ricostruzione e la Rinascita del paese postcovid19 come è avvenuto nell'Italia postbellica. C'è da Ripensare l'Italia del Futuro a partire dalla vita nelle città e nei paesi. Serve equilibrio tra innovazioni, crescita, ambiente ed equità sociale. Servono riforme sanitarie, scolastiche, economiche, istituzionali e nel campo dei diritti per equilibrare le disparità e le ingiustizie sociali.  

Servono momenti di confronto a tutti i livelli istituzionali, dal Parlamento, alle Regioni, ai Comuni con il coinvolgimento di cittadine e cittadini. Ci sono i fondi europei da utilizzare per il bene della collettività, per le nuove generazioni e per le politiche di genere.

E noi donne, cittadine attive del XXI secolo, che abbiamo sentito sulle nostre spalle il peso della pandemia, oggi sempre più numerose in Parlamento e in tutti i luoghi [e da poco anche nello spazio] in cui si progetta e si decide, non staremo a guardare. Ci guidano le donne che per la prima volta hanno votato e varcato la soglia di un mondo riservato agli uomini. Donne coraggiose e capaci ci hanno aperto la strada che stiamo percorrendo sempre più numerose...