mercoledì 28 febbraio 2024

La libertà è anche manifestare contarietà alla Guerra e sostegno alla Pace


Abbiamo davanti agli occhi le ragazze ed i ragazzi, molti minor*, in una stretta stradina del centro storico di Pisa, incastrat* da agenti in assetto antisommossa. Non capiscono cosa sta succedendo, scappano, alzano le mani. Vengono caricat* e manganellat*. Alcuni ferit*, molt* scioccat*.

Colpevoli di voler manifestare per la Pace in Palestina, per il cessate il fuoco e contro l'escalation della guerra. 

Cosa sta succedendo nel nostro paese? 

Ragazzi e ragazze che manifestano la loro contrarietà alla guerra ed il sostegno alla pace, che occupano le scuole e fanno autogestione, che difendono l'ambiente vengono considerati vandal* ed ecoterrorist*. 

Si vuol far passare l'idea che bisogna usare il pugno duro [anche in assenza di azioni violente o per prevenire ipotetiche violenze]. E non giustifichiamo eventuali comportamenti violenti, che vanno certamente sanzionati non con le manganellate.

Uno strano clima, preludio di brutti tempi?

Abbiamo la sensazione che non venga tollerato il dissenso da qualunque parte esso venga.

Nell'aria riecheggia l'accusa che viene da più parti nei confronti delle nuove generazioni sdraiat*, chius* in casa annegat* nei social, refrattar* alla politica, che non hanno passioni. E quando, dopo la segregazione della pandemia, si affacciano sulla scena pubblica, si avvicinano alla politica vengono attaccati verbalmente, allontanati, bloccati, spaventati.

Le loro idee, i loro desideri non contano, non servono. 

Non è retorico dire che ragazze e ragazzi sono il Futuro, che andrebbero ascoltat* per capire i motivi per cui manifestano e protestano e confrontarsi sull'idea di Futuro che hanno.

La relazione intergenerazionale dovrebbe essere l'idea portante di una democrazia sana. La messa in un angolo e in malo modo delle nuone generazioni significa scoraggiare la partecipazione e conseguentemente la libertà, ricordando una vecchia canzone.

Ci sono stati tempi in cui i movimenti giovanili a livello mondiale hanno avuto un ruolo importante per far cessare una guerra. Quella del Vietnam


venerdì 23 febbraio 2024

ONE BILLION RISING 2024

VI ASPETTIAMO DONNE E UOMINI, RAGAZZE E RAGAZZI INSIEME PER BALLARE E GRIDARE BASTA VIOLENZA SULLE DONNE

 

lunedì 19 febbraio 2024

Succede a Corsico.

 Succede a Corsico.

Alle due donne che sono state aggredite va tutta la nostra solidarietà e un tenero abbraccio alla più giovane delle due che è stata STUPRATA.

Altroché abuso sessuale!

Diamo il giusto nome ai reati!

Forse vale la pena ricordare che il rapporto sessuale senza consenso è STUPRO ed è reato contro la persona, e non contro la morale dal 1996.

Contrariamente a quanto si sta decidendo al Parlamento europeo sulla direttiva contro la violenza sulle donne dove lo stupro non viene considerato reato, mortificando le direttive della Convenzione di Istanbul.


Ciao Dorothé

 I ricordi. Quelli belli



giovedì 15 febbraio 2024

Adolescenti e violenza di genere offlife: le ragazze stanno bene?

 Nella vita degli adolescenti la dimensione online e quella offline sono ormai intrecciate in modo indissolubile. Tra gli adolescenti quanto sono normalizzati e accettati comportamenti violenti e di controllo nelle relazioni? Quanto pesano gli stereotipi di genere, anche negli ambienti digitali? Per rispondere a queste domande, alla vigilia di San Valentino pubblichiamo la ricerca sulla violenza onlife nelle relazioni intime tra adolescenti in Italia, realizzata in collaborazione con IPSOS “Le Ragazze Stanno Bene? Indagine sulla violenza di genere onlife in adolescenza”. 

Insieme al report, abbiamo lanciato la campagna social #chiamalaVIOLENZA. Guarda il video della campagna realizzato con la partecipazione della scrittrice Chiara Tagliaferri, insieme ai ragazzi e alle ragazze del Movimento Giovani. 

ADOLESCENTI E VIOLENZA DI GENERE ONLIFE

Come vengono vissute le relazioni sentimentali nell’adolescenza? Il 30% degli adolescenti sostiene che la gelosia è un segno di amore. Quasi 1 adolescente su 5 pensa possa succedere che in una relazione intima scappi uno schiaffo ogni tanto. E in effetti, quando si passa dalle opinioni alle esperienze, il 19% di chi ha o ha avuto una relazione intima, dichiara di essere stato spaventato dal/lla partner con atteggiamenti violenti, come schiaffi, pugni, spinte o lanci di oggetti. Questi sono solo alcuni dei dati emersi dalla nostra indagine sulla violenza di genere in adolescenza, ripresi e commentati nel video della campagna #chiamalaVIOLENZA: l'obiettivo dell'azione, è quello di riflettere sulla normalizzazione di comportamenti violenti e di controllo, spesso “giustificati” come manifestazioni di gelosia e possessività, dando a questi comportamenti il giusto nome e identificandoli come forme di violenza o abuso.

Il Report contiene inoltre i risultati di un’indagine qualitativa, realizzata grazie alla collaborazione con il Dipartimento Giustizia Minorile e di Comunità e con il supporto delle Unità di Servizio Sociale per Minorenni e gli Istituti Penali per Minorenni. 

VIOLENZA SESSUALE E COLPEVOLIZZAZIONE DELLA VITTIMA

Nell’indagine Le Ragazze Stanno Bene? sono emersi dei risultati importanti, campanelli d’allarme che non possono essere ignorati: accettare forme di controllo, tollerare pratiche violente, considerare la gelosia e il possesso come segni di amore e di una relazione di coppia sana, dare la colpa alla vittima di una violenza sessuale per il modo in cui è vestita. Tutti questi esempi non possono essere considerati solo come retaggi del passato, ma sono opinioni e comportamenti diffusi tra i giovani. 

Per il 43% degli adolescenti, se davvero una ragazza non vuole avere un rapporto sessuale, il modo di sottrarsi lo può trovare. La percentuale di chi lo dichiara è più alta tra i ragazzi, parliamo del 46%, ma è elevata anche tra le ragazze. Un altro dato allarmante è che il 29% degli adolescenti intervistati, ritiene che le ragazze possano contribuire a provocare la violenza sessuale con il loro modo di vestire o di comportarsi, mentre il 24% pensa che, se una ragazza non dice espressamente “no” vuol dire che è consensuale e disponibile al rapporto sessuale (26% tra i ragazzi e 21% tra le ragazze). Infine, il 21%, sia di ragazzi che di ragazze, è molto o abbastanza d’accordo con il fatto che una ragazza, seppur sotto l’effetto di sostanze stupefacenti o di alcol, sia comunque in grado di acconsentire o meno ad avere un rapporto sessuale.

COMPORTAMENTI VIOLENTI E FORME DI CONTROLLO 

Durante l’indagine abbiamo chiesto agli adolescenti opinioni più specifiche sulle forme di controllo o comportamenti violenti messi in atto o subiti nella coppia: nelle relazioni sentimentali per più di 1 adolescente su 2 comportamenti lesivi e violenti, dalle telefonate insistenti a veri e propri atteggiamenti aggressivi. Dal sondaggio emerge che il 65% di ragazze e ragazzi ha subìto dal partner almeno un comportamento di controllo. Tra questi atteggiamenti sono venute alla luce le seguenti richieste:

di non accettare contatti da qualcuno/a sui social (42%);

di non uscire più con delle persone (40%);

di poter controllare i propri profili sui social (39%);

di non vestirsi in un determinato modo (32%);

fino al sentirsi dire, in un momento di difficoltà, che il partner avrebbe commesso un gesto estremo facendosi del male (25%).

Una percentuale simile di adolescenti, ovvero il 63% di chi ha o ha avuto una relazione, dichiara di aver commesso almeno uno di questi comportamenti di controllo nei confronti di altri. Riguardo i comportamenti violenti, il 52% degli adolescenti in coppia dichiara di averli subìti, almeno una volta. Tra questi rientrano:

essere chiamato con insistenza al telefono per sapere dove ci si trovava (34%);

essere oggetto di un linguaggio violento, con grida e insulti (29%);

essere ricattati per ottenere qualcosa che non si voleva fare (23%);

ricevere con insistenza la richiesta di foto intime (20%),

essere spaventato da atteggiamenti violenti (schiaffi, pugni, spinte, lancio di oggetti, 19%);

condividere foto intime con altri senza consenso (15%).

In questo caso, è il 47% a dichiarare di avere commesso, almeno una volta, questi comportamenti nei confronti del/lla partner.

CONSENSO, STEREOTIPI DI GENERE E CONDIVISIONE DI FOTO SENZA CONSENSO 

Come interpretano gli adolescenti il consenso al rapporto sessuale? Il 90% ritiene necessario chiederlo sempre anche all’interno di una relazione di coppia stabile, ma per molti questa convinzione teorica non si traduce facilmente in un comportamento, visto che poi il 36% ritiene di poter dare sempre per scontato il consenso della persona con cui si ha una relazione e il 48% ritiene che in una relazione intima sia difficile dire di no ad un rapporto sessuale se richiesto dal/la partner.

Riguardo agli stereotipi di genere, il pianto, le capacità relazionali e di cura vengono chiaramente associate all’universo femminile. Quasi il 69% degli adolescenti pensa che le ragazze siano più predisposte a piangere dei ragazzi, il 64% che siano maggiormente in grado di esprimere le proprie emozioni, il 50% di prendersi cura in modo più attento delle persone. Il 39% degli adolescenti (maschi e femmine) ritiene che le ragazze siano più inclini a sacrificarsi per il bene della relazione, la percentuale sale al 51% proprio tra le ragazze.

L’ambiente digitale è parte integrante anche delle relazioni intime. In questa dimensione sempre più onlife, il 28% dei ragazzi e delle ragazze ha scambiato video e/o foto intime con il/la partner o con persone verso le quali aveva un interesse, una percentuale che sale al 40% tra chi ha avuto o è in una relazione. Altri dati preoccupanti, riguardano un adolescente su tre, cioè il 33%, riporta di aver ricevuto foto/video a sfondo sessuale da amici/che o conoscenti, e che 1 adolescente su 10 dichiara di aver condiviso, almeno una volta, foto/video intimi della persona con cui aveva una relazione senza il suo consenso esplicito. L’11% di tutti gli intervistati ha dichiarato che le proprie foto intime sono state condivise da altre persone senza il proprio consenso.

LE PROPOSTE DEI GIOVANI: SENSIBILIZZAZIONE E EDUCAZIONE AFFETTIVA

Se quelli mostrati fino ad ora sono evidenze preoccupanti e da non sottovalutare, dall’indagine condotta, si notano anche aspetti positivi, primo fra tutti l’aumento di interesse dai parte degli adolescenti verso le tematiche di genere. Il 58% degli adolescenti dichiara che negli ultimi tempi è diventato più sensibile ai temi di genere e il 43% ritiene che sarebbe utile uno sportello psicologico a scuola per sensibilizzare sul tema della violenza di genere.

Per quanto riguarda gli altri strumenti che la scuola può introdurre per sensibilizzare i ragazzi/e sulla violenza di genere, gli adolescenti indicano anche la formazione docenti in modo che siano in grado di intercettare/cogliere i segnali (40%); l’educazione sulle varie forme di violenza, le radici e le conseguenze (39%); l’educazione sessuale ed affettiva dalle scuole medie (32%). Dall’indagine condotta e dalle opinioni degli adolescenti, è evidente come sia sempre più necessario coinvolgere i giovani nel Piano nazionale antiviolenza e introdurre percorsi di educazione all’affettività nelle scuole. 

“In questo quadro, è molto importante cogliere l’attenzione e la voglia di approfondire queste tematiche che emerge dagli stessi ragazzi e ragazze per fare in modo che l’educazione alla affettività, alla sessualità e alle relazioni non violente divengano parte integrante di tutti i percorsi di crescita, con un forte impegno – come gli stessi ragazzi interpellati indicano – anche nella formazione delle figure adulte di riferimento, a partire dai docenti. È allo stesso tempo necessario diffondere a tappeto la conoscenza dei percorsi e degli strumenti di aiuto, a partire dal numero verde 1522, e promuovere nelle scuole punti di ascolto e di orientamento. È indispensabile un impegno sistematico e organico del quale gli adolescenti possano sentirsi protagonisti”, ha commentato Raffaela Milano, Direttrice Ricerche e Formazione di Save the Children. 

Continua ad approfondire:

Il report nella nostra sezione dedicata alle pubblicazioni “Le Ragazze Stanno Bene? Indagine sulla violenza di genere onlife in adolescenza”,

L’indagine integrale realizzata con IPSOS,

Il nostro articolo su Educazione sessuale e affettiva: perché è importante a scuola.

Leggi il comunicato stampa di lancio. 

https://www.savethechildren.it/blog-notizie/adolescenti-e-violenza-di-genere-onlife-le-ragazze-stanno-bene

mercoledì 14 febbraio 2024

San Valentino, il “non-amore” dei giovani: 1 ragazza su 7 vive una relazione tossica

L’urgenza di una educazione sentimentale tra i giovani è sottolineata dall’indagine di Skuola.net. In varie forme, circa una ragazza su sette ha raccontato di essere oggetto di soprusi da parte dell’attuale fidanzato

Scenate di gelosia, comportamenti aggressivi, smania di controllo, con tanto di geolocalizzazione in assenza del fidanzato e accesso ai social del partner.

Per arrivare a insulti, anche in pubblico, e violenza fisica vera e propria. Pure tra le nuove generazioni gli “amori tossici” – anche se la parola amore in questi casi sembra fuori luogo – sono più diffusi di quello che si possa immaginare, specie a causa di maschi eccessivamente possessivi.

Circa 1 ragazza su 7, tra quante sono oggi impegnate in una relazione sentimentale, racconta infatti di essere stata oggetto almeno una volta di una di queste degenerazioni per mano dell’attuale partner. E per quasi 1 su 10 ciò avviene con una certa frequenza.

L’indagine

A delineare questo quadro davvero preoccupante è un’indagine di Skuola.net – che da sempre è attenta a questa tematica – condotta in occasione della festa di San Valentino, con la partecipazione di 2.500 giovani “fidanzate” tra gli 11 e i 25 anni.

Che segnala come il caso di Giulia Cecchettin è solo la punta di un iceberg, anche bello grosso: l’8% delle ragazze impegnate in una relazione, ad esempio, afferma che il proprio partner ha minacciato di uccidersi nel caso venisse lasciato.

Esempi di amore tossico

L’aberrante catalogo di amore tossico e delle manifestazioni devianti è, purtroppo, ricco e variegato. Andando ad abbracciare un ampio spettro di storture. Troppe, circa 1 su 4, sono le ragazze che devono assistere a frequenti sfuriate da parte del loro “lui”, per via di una gelosia incontrollabile.

Ancora peggio è andata a quel 13% che ha dovuto fare i conti, una o più volte, con offese pesanti: quasi la metà di loro (46%) ha dovuto subire pure l’ulteriore onta di essere insultata davanti ad altre persone.

Al 15%, invece, è capitato che il fidanzato desse in escandescenze semplicemente per il modo di vestire, considerato troppo provocante. E ad un non trascurabile 7%, come condizione per uscire di casa, è stato persino imposto un determinato tipo di abbigliamento, più castigato.

E poi, come detto, ci sono i casi di violenza vera e propria. Più limitati, ma fino a un certo punto. Il 5% delle intervistate – quindi 1 su 20 – ha raccontato di essere stata il bersaglio di uno schiaffo, un pugno o un calcio, dati dal partner con l’intento di fare male. Mentre il 7% afferma di aver dovuto fare sesso col fidanzato anche se in quel momento non le andava, quasi costretta, per paura della sua reazione.

Perché la paura è una compagna assidua delle giovani vittime dell’amore malato, o forse è il caso di chiamarlo “non-amore”: il 15%, dato guarda caso in linea con quante sono coinvolte in un rapporto “tossico”, ammette di vivere sotto braccio al timore che il partner si arrabbi.

Ma quello dell’amore tossico è un tema che riguarda da vicino anche chi non riporta manifestazioni preoccupanti, visto che ben il 26%, oltre un quarto del campione totale, tende a limitarsi per non innescare antipatiche reazioni.

L’errore di minimizzare

Ammesso che tutte abbiano detto le cose come stanno. Non solo per vergogna ma anche per una sottovalutazione delle possibili conseguenze di un approccio permissivo alle patologie del proprio rapporto. Sono tante, infatti, le ragazze che in buona fede minimizzano l’istinto di sopraffazione del fidanzato. Solo una minoranza delle vittime di violenza (esplicita o implicita) sembra dare il giusto peso a quanto gli sta succedendo.

Bastano un paio di esempi di amore tossico: appena il 22% ha interpretato una manifestazione ossessiva di cui è stata oggetto come un possibile campanello d’allarme, a cui si affianca un esiguo 19% che non ha perdonato un atto di violenza grave. Tutte le altre vittime sono andate avanti quasi come se non fosse successo nulla.

Inoltre, quando accadono questi fatti, non tutte parlano: solo 7 su 10 si sono confidate con altri. Peraltro quasi mai con le persone che potrebbero meglio aiutarle: il 48% si è aperto soprattutto con le amiche, soltanto 1 su 10 con i genitori o con degli esperti.

Il controllo sulla vita del partner

Una condizione, questa di vivere un amore tossico, in cui prima o poi potrebbero ritrovarsi molte più ragazze, che oggi hanno solo delle avvisaglie meno estreme ma comunque “condizionanti”. Come la volontà del compagno di avere un controllo pressoché totale sulla vita della partner.

I numeri legati all’amore tossico sono allarmanti: 1 su 10 fa fatica a uscire da sola senza sentire storie da parte del fidanzato, al 13% per essere lasciata in pace può capitare di dover condividere la “posizione” del luogo in cui si trova, ad addirittura la metà (50%) viene richiesto di dare aggiornamenti continui sui suoi spostamenti e di dire se è in compagnia di qualcuno. Con il 9% che deve quotidianamente lottare per non essere allontanata dalle proprie amicizie (qualcuna ha però ceduto e si è isolata).

Un’intrusione nella sfera privata che, spesso e volentieri, invade anche la dimensione digitale. Al 16% è stato chiesto (o preteso) dal partner di controllare il proprio smartphone, al 17% di leggere chat e messaggi, alla stessa quota (17%) è stato imposto di eliminare alcuni contatti per gelosia, l’11% per quieto vivere dà direttamente accesso ai propri profili social.

“Una delle ragioni di questi comportamenti, per così dire, “ereditari” – dice Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net – è che non si fa una sufficiente opera di educazione ai sentimenti. E l’unico luogo che permetterebbe di farlo agevolmente è la scuola, se non altro perché è una tappa obbligata per bambini e adolescenti.

Ma ciò non accade. L’indagine, oltre alle ragazze fidanzate, ha infatti chiesto a una platea molto più ampia – 13.500 giovani, maschi e femmine, sempre tra gli 11 e i 25 anni – se abbiano mai affrontato il tema dei rapporti di coppia e della violenza “domestica” in classe. Ebbene, solo 1 su 4 ha avuto un confronto che potesse aiutarlo a comprendere meglio questo delicato capitolo che, inevitabilmente, li riguarderà nel corso della propria vita”.

https://libreriamo.it/societa/san-valentino-non-amore-giovani/?fbclid=IwAR3A-YmrA9PGc7wgi0MIpMQsI_nlg_uMYop--NTHQqmGoF9-eSeohRQgoUQ



martedì 6 febbraio 2024

E' successo. E' successo ancora!!!! Uno stupro di gruppo da parte di ragazzi su una tredicenne Misoginia, maschilismo, patriarcato?

Dopo i nostri “bravi ragazzi” di notte, di giorno, nelle strade, nelle piazze, durante i raduni, in aree abbandonate, nelle discoteche, in riva al mare, nelle ville e nelle belle case, questa volta lo hanno fatto i “minori non accompagnati” nei bagni pubblici di un parco il giorno di festa della patrona della città di Catania. [Sant'Agata torturata dal proconsole Quintino perchè ha rifiutato di sposarlo.]

Tutti uniti da un comune denominatore globalizzato: essere giovani maschi violenti, convinti che i corpi delle donne siano a loro disposizione, oggetti da usare a loro piacimento. Un fenomeno preoccupante, in crescita.

Lo stupro, individuale o di gruppo, è un atto orribile che ha origini antiche. Fondative. A dimostrare potere e dominio del maschile sul femminile.

E' uno dei numerosi aspetti delle forme di violenza sessuale degli uomini, fenomeno trasversale che prescinde dalle origini geografiche, dalle appartenenze sociali ed economiche.

Misoginia, maschilismo, patriarcato?

Violenza sicuramente. La realtà...

Servono le punizioni, le autocritiche ed il coinvolgimento degli uomini “non violenti”, Istituzioni attente, un'informazione corretta.

Ma non ci stanchiamo di dirlo, sono necessari percorsi rivolti agli uomini, ai giovani soprattutto, di educazione alla parità di genere, alla responsabilità, alla sessualità, all'affettività, al rispetto delle donne e della loro libertà.

Serve la prevenzione, un cambiamento culturale.

E come non ricordare che in questo momento in Europa c'è chi vuole [non certamente le femministe] eliminare dal testo della direttiva in attuazione della Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne l'articolo che definisce lo “stupro come rapporto sessuale in assenza di consenso esplicito della donna”.

Il nostro pensiero va alla giovane donna che ha avuto il coraggio di identificare e  denunciare i violentatori ed anche al ragazzo che ha dovuto assistere alla violenza sulla ragazza che ama. Ed a tutte le donne che subiscono violenze maschili, private ed istituzionali, in tutte le parti del mondo.