martedì 10 settembre 2019

Sono ministre, smettiamo di giocare a «Ma Come ti vesti»?

Le critiche sessiste a Teresa Bellanova
La neo ministra presa di mira per il suo titolo di studio e l'abito scelto per il Giuramento - per qualcuno inadatto al suo aspetto fisico. Quando smetteremo di giudicare i politici per i loro look? E soprattutto, perché gli uomini sono immuni?

Ex bracciante e operaia tessile, ex sindacalista Cgil e militante di sinistra, quella di Bellanova è una storia di impegno e di riscatto. Questo però non è bastato a evitarle una marea di critiche - oltre a quelle sull'outfit e l'aspetto fisico - anche per il suo titolo di studio: la licenza media. Per fortuna, in difesa di Bellanova, si sono espressi/e decine esponenti del mondo politico, da Nicola Zingaretti a Matteo Renzi, da Mara Carfagna a Laura Boldrini. Non solo: anche l'esperto di look Enzo Miccio (storico volto di Ma come ti vesti?) ha manifestato il suo endorsement per l'abito dell'ex sindacalista.

Ma lasciamo da parte un attimo l'assurda polemica sull'outfit di Bellanova e chiediamoci per l'ennesima volta: per quale motivo la stampa e l'opinione pubblica si occupano di analizzare e criticare i tailleur delle ministre senza invece citare nemmeno le scelte di abbigliamento dei ministri uomini? Un esempio lampante di questo iniquo trattamento ci viene offerto, per esempio, da Repubblica, che si è preoccupata di commentare «l'abito nero fasciante» di Nunzia De Girolamo, il «sobrio tailleur scuro» scelto da Luciana Lamorgese, quello «chiaro» di Nunzia Catalfo e ovviamente il famoso abito «blu elettrico con le balze» di Bellanova. Come mai non sono stati dati voti a camicie e cravatte? Aspettiamo di scoprirlo.
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