Uomini che giocano con i diritti delle donne
Ultimi rimbalzi: il ritiro da parte del Presidente turco Erdogan della “Convenzione di Istanbul” e la proposta della “Convenzione di Varsavia” nella Polonia del Presidente Duda
La “Convenzione di Istanbul”, il testo più avanzato per prevenire e contrastare la violenza sulle donne, è stata ritirata nella notte del 19 marzo dal Presidente Erdogan che l’aveva firmata per primo nel 2011 proprio nella città sul Bosforo. Motivo? Indebolirebbe la famiglia tradizionale, favorirebbe il divorzio e promuoverebbe i movimenti Lgbt. Il ritiro della Convenzione fa immaginare che la violenza sulle donne aumenterà nel paese nel quale nei primi mesi del 2021 sono state uccise da mani di uomini 74 donne e 300 nel 2020 con 171 morti sospette. Più di un omicidio al giorno. Per non dire delle donne che quotidianamente subiscono violenze e umiliazioni.
In Polonia, non solo si progetta di annullare la “Convenzione di Istanbul”, ma viene proposta come alternativa la “Convenzione di Varsavia” ispirata dall’organizzazione pro-life Ordo Iuris che da anni combatte omosessualità, aborto ed emancipazione delle donne. L’idea di fondo è che la principale causa della violenza sulle donne non sia da attribuirsi alla “diseguaglianza strutturale fra uomini e donne” (Convenzione di Istanbul), ma alla dissoluzione del matrimonio tradizionale. Come dire: se si protegge il matrimonio tradizionale e si vieta l’aborto viene eliminata la violenza sulle donne (sic!). La Polonia è un paese nel quale esiste una legge molto restrittiva che praticamente impedisce l’interruzione di gravidanza ed esistono città ”Lgbt free”, zone franche nelle quali fanatici alimentano odio e minacciano le comunità omosessuali.
Agli attacchi che stanno avvenendo in tutto il mondo, le donne rispondono organizzando e guidando proteste non violente. Occupano le piazze. Difendono non solo i diritti di genere, ma anche gli ideali di democrazia e di uguaglianza. Da Varsavia a Istanbul, da Melbourne a Città del Capo, in Thailandia, in Iraq, in Argentina, in Russia, in India, in Myanmar, in Ucraina, in Egitto, in Algeria, in Cile e in Canada. In numerose città di tutti i continenti. In molti paesi vengono picchiate, fermate ed arrestate, anche nel cuore della europea Londra dove la violenza dei bobbies si è riversata su centinaia di donne in piazza per “riprendersi le strade” “ libere dalle violenze maschili” e per la veglia funebre in ricordo dell’ uccisione di Sarah Everard sparita mentre tornava a casa di notte.
Brutta aria…Passi indietro se gli Stati rinunciando ad agire per l’eliminazione delle ingiustizie e della violenza di tutti generi diventano soggetti di violenze.
Ci uniamo alle donne di tutto il mondo per difendere gli spazi di libertà civili e le conquiste fatte in decenni e per contrastare le ingiustizie che avanzano in questi tempi di pandemia anche nel nostro paese.
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