sabato 20 maggio 2023

Chiarimenti

 Abbiamo conosciuto durante il Consiglio Comunale il contenuto della mail con cui viene denunciata l'esistenza fra il personale del Comune di un clima di insicurezza e di atteggiamenti misogini rivolti ad alcune donne.

Non entriamo nel merito delle narrazioni di questa storia, ma ci rattrista il fatto che come spesso accade, le donne vengono tirate da una parte e dall'altra e diventano oggetto di battaglie, strumento per rivendicare l'unicità della difesa dei loro diritti.

Esprimiamo ancora una volta la nostra solidarietà e la nostra vicinanza a tutte le donne, a quelle vicine a noi ed a quelle lontane, che in tutti i luoghi pubblici e privati, nelle famiglie, nelle strade, nei luoghi di lavoro subiscono “attenzioni violente” da parte di taluni uomini. 

Conosciamo la difficoltà a denunciare abusi, maltrattamenti, violenze e capiamo la scelta di anonimato delle donne che subiscono violenza e temono ritorsioni conseguenti alla denuncia.

A suo tempo abbiamo contestato la scelta di Regione Lombardia di chiedere il codice fiscale [oggi non più] come primo atto di accesso ai centri antiviolenza, scelta che ha escluso il CADMI dalla possibilità di continuare a gestire La Stanza dello Scirocco perché non ha accettato la richiesta che avrebbe messo in pericolo le donne così facilmente individuabili.

Ventunesimodonna, da sempre vicina alla “Stanza dello Scirocco”, continua a far parte de “La Rosa dei venti” la rete che coordina i Centri Antiviolenza e gli Sportelli d'ascolto del nostro territorio ma è bene chiarire che la nostra presenza nella rete non prevede alcun ruolo attivo nella gestione dei centri, nessuna consulenza, né contatto con le donne che ai centri si rivolgono, anche se è capitato più volte di indirizzare al CAV donne che a noi si sono rivolte riconoscendoci un ruolo nel sistema.

Sosteniamo e promuoviamo la presenza del CAV nel nostro distretto e partecipiamo a periodiche riunioni di confronto assieme a rappresentanti delle amministrazioni locali, di varie associazioni e alle operatrici dei centri.

Sul tema della violenza maschile sulle donne organizziamo occasioni di dibattito per creare attenzione e sensibilizzazione (anche attraverso simboli “apparentemente” banali come la panchine rosse) e informiamo sull’esistenza dei luoghi preposti all’accoglienza del disagio, primi fra tutti i Centri Antiviolenza. 

In una realtà culturale come la nostra in cui fatica a diffondersi il valore del rispetto di tutte le diversità e la misoginia si aggira spesso indisturbata, sarebbe opportuno    realizzare anche nei luoghi di lavoro, pubblici e privati, e nelle pubbliche amministrazioni percorsi di riflessione e formazione per sanare e prevenire rapporti violenti nelle relazione umane e tra uomini e donne.


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