È una vita che affronto con il sorriso sulle labbra e il sopracciglio alzato le tante verità e le troppe false idee legate ai pregiudizi maschili.
Facciamo un esempio: se sei donna e rispondi al telefono della TUA azienda, spesso ti senti chiedere: “Ciao, mi passi il titolare?”.
“La titolare sono io, salve!”.
“Ah, pensavo fosse LA segretaria”.
Come se per una donna fosse impossibile dirigere un’impresa e per un uomo fosse INCONCEPIBILE lavorare come segretario o telefonista.
I pregiudizi sono alla base di molte ingiustizie, che ci trasciniamo dietro da secoli come macigni.
A gennaio nei cinema americani è uscito Hidden Figures. Il film racconta della vera storia di tre scienziate della Nasa, che hanno lavorato al lancio di John Glenn in orbita nella celebre impresa spaziale del 1962.
È un film che accusa l’imperante maschilismo con il quale anche le donne più brillanti e preparate devono confrontarsi restando quindi spesso “hidden”, cioè nascoste, mentre sono i loro colleghi uomini a prendersi tutti gli applausi. Valeva negli anni ’60 e vale, in molto casi, ancora oggi.
I pregiudizi, si sa, sono duri a morire.
Ma piano piano, stanno cadendo uno a uno come i birilli del bowling dove voi maschietti, tra una birretta e l’altra, vi divertite a elencare i nostri presunti limiti.
Solo per schiarirvi le idee:
1. Vi assicuriamo che noi donne siamo portate per la matematica e le materie scientifiche esattamente come voi. Non abbiamo un difetto cerebrale che ci impedisca di fare le addizioni. Anzi, quando si tratta di chiedervi gli alimenti dopo che ci avete cornificate con mezzo condominio, siamo bravissime a calcolare il totale.
2. È poi ormai risaputo che noi donne sappiamo guidare l’automobile piuttosto bene. Anzi. Essere donna rappresenta un motivo di maggiore garanzia per le stesse compagnie assicuratrici, che tendono ad accaparrarsi le clienti. Meno incidenti, meno infortuni.
3. Certo, in molte donne c’è una vera e propria repulsione verso le catene da neve, di solito ci rifiutiamo di uscire sotto la tormenta per installarle. Ma perchè, sic et simpliciter, lo riteniamo un lavoraccio, faticoso e pure rischioso, così come lo trovate voi uomini. Tanto è vero che, potendo scegliere, optate ormai tutti massicciamente per un treno di gomme invernali.
4. Andrebbe anche rivista l’idea, tipicamente macho-latina, che le donne non sappiano fare squadra, non sappiano collaborare e siano solo capaci di demolirsi e di farsi dispetti infantili.
Si sa: noi donne siamo molto più concentrate sui reali problemi e, dovendo spesso dividerci tra casa e lavoro, facciamo tesoro del poco tempo a disposizione. Quindi non amiamo perderci tra faide e guerre di posizione. Non più di voi.
Detto questo: qualche anno fa nei test da superare all’esame da mulettista figurava la seguente domanda: “Puó una donna guidare un muletto?”. La risposta era ovviamente “Sì, caro. E saprebbe anche passarti sopra in retromarcia”.
http://www.syndromemagazine.com/it/il-pregiudizio-del-muletto/
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