La rete dei 50 centri antiviolenza e delle 74 case rifugio danno ascolto e ospitalità alle donne che denunciano maltrattamenti fisici e psicologici. Il 62% delle donne accolte sono italiane, vittime soprattutto di mariti e conviventi
Sono ancora in aumento in Lombardia le donne che si sono rivolte ai centri antiviolenza regionali. Nel 2018, secondo i dati raccolti dalla Regione, le vittime di abusi e intimidazioni che hanno usufruito dei servizi sono state 11.323. "Solo i nuovi contatti del 2018 sono stati 6.646, rispetto ai 5.892 casi del 2017", ha spiegato Silvia Piani, assessore alle Politiche per la famiglia, genitorialità e pari opportunità della Regione Lombardia. Sono i 50 centri antiviolenza che, insieme alle 74 case rifugio (erano 46 nel 2017) e alle 27 reti territoriali, "coprono il 100 per cento del territorio" (contro il 98,4 per cento del 2017).
Il 62 per cento delle donne accolte sono italiane, il 31 per cento ha meno di 34 anni, il 33 per cento tra 35 e 44 anni, il 54 per cento sono sposate o conviventi, il 60 per cento ha figli minori, il 43 per cento non lavora. Dei 6.646 nuovi contatti del 2018, 4.295 sono i casi sfociati in accoglienza, 2.496 le donne prese in carico e che usufruiscono di servizi specialistici, di cui 329 conclusi nell'anno, e 650 gli abbandoni. I maltrattanti sono: marito o convivente, nel 60 per cento dei casi; ex marito o ex convivente, 17 per cento. I tipi di maltrattamento sono: psicologico, 86 per cento; fisico, 72 per cento; economico, 31 per cento; stalking 19 per cento (indicati piu' maltrattamenti). I dati emergono dalla quarta Relazione annuale 'La violenza contro le donne in Lombardia', che sono stati anticipati oggi nel corso di un incontro con l'assessore Piani, alla presenza del vice prefetto di Milano Alessandra Tripodi, del presidente della Sezione autonoma 'Misure di prevenzione' del Tribunale di Milano Fabio Roia, di Alessandra Simone, dirigente dell'Anticrimine della Questura di Milano, e di Luigi Manzini, tenente colonello del Comando provinciale dell'Arma dei carabinieri di Milano.
Le donne che hanno contattato i centri antiviolenza hanno chiesto: informazioni generiche, il 63 per cento; ascolto/sfogo, il 49 per cento; informazioni legali, il 31 per cento; percorsi psicologici, il 21 per cento; ospitalita', casa, lavoro, denaro, il 10 per cento; richiesta sanitaria, il 2 per cento; emergenza h24, il 2 per cento. I 329 percorsi che si sono conclusi sono: in autonomia abitativa, 61 per cento; economica, 66 per cento; con allontanamento del maltrattante 69 per cento. I servizi offerti alle 2.496 donne prese in carico sono: 2.193 colloqui di accoglienza, 2.091 ascolti telefonici, 1.967 consulenze psicologiche, 1.265 consulenze legali, 583 equipe/consulenze sociali, 431 percorsi psicoterapeutici, 282 accompagnamenti ai servizi territoriali, 245 assistenze legali, 143 orientamenti al lavoro o all'autonomia abitativa, 133 percorsi di gruppo e 79 ospitalita' di I, II livello o in emergenza.
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