lunedì 27 gennaio 2020

Tatiana e Andra testimoni della Shoah

Tatiana e Andra testimoni della Shoah
Il mio nome è Liliana Bucci, ma tutti mi chiamano Tatiana.
Sono nata a Fiume il 19 settembre 1937 e sono una delle pochissime bambine sopravvissute al campo di sterminio di Auschwitz.
Io sono Alessandra Bucci, ma da sempre tutti mi chiamano Andra.
Sono nata a Fiume il 1° luglio 1939, e anch'io, come mia sorella Tati, sono una delle pochissime bambine sopravvissute al campo di sterminio di Auschwitz.

Due bambine, le sorelle Bucci, travolte dalle pagine più terribili del Novecento: oggi hanno 81 e 79 anni e hanno iniziato il loro percorso da testimoni quasi per caso, con un'intervista alla BBC e, col passare del tempo, la loro voce è diventata familiare a chi organizza viaggi della Memoria.
Grazie all'impegno della Fondazione Museo della Shoah di Roma, è stato possibile rispondere alla volontà di Tatiana e Andra di raccogliere finalmente le loro memorie in questo libro Noi, bambine ad Auschwitz e hanno deciso che parte dei diritti d'autore saranno devoluti al costituendo Museo della Shoah di Roma.
Dedichiamo questo libro a tutti i bambini di Auschwitz, ai pochi che, come noi, sono sopravvissuti e ai tanti che non ce l’hanno fatta.


La storia delle sorelle Bucci
La storia di Tatiana e Andra è terribile, ma davvero incredibile: due bambine che si salvano, dopo essere state trasportate fino alla più grande fabbrica di morte pensata e costruita dall'uomo, è un dato straordinario e per molti versi sorprendente. Perché la storia di Tatiana e Andra continua ed è una storia di successi e felicità, di madri e nonne che hanno attraversato i decenni del dopoguerra costruendo famiglie, speranze, possibilità.

La famiglia Perlow
Tatiana e Andra vivevano con la famiglia a Fiume (città italiana dal 1924). La famiglia materna delle due sorelle - la famiglia Perlow, ebreo-russa - era migrata in varie parti d'Europa per scampare alla minaccia dei pogrom dell'Est e si era stabilita infine a Fiume. Nella città dalmata la madre, Mira Perlow incontrò e poi sposò Nino Buchic italianizzato in Giovanni Bucci, cuoco, in navigazione per lunghi periodi. Un padre spesso assente, ma costantemente presente perché ricordato ogni sera con il bacio della sua fotografia prima di andare a dormire, un rituale fortemente voluto da Mira.
La storia di Tatiana e Andra non solo è la storia di una famiglia ebrea, che ha attraversato tre imperi - quello zarista, l'asburgico e il regime mussoliniano -, ma anche una storia al femminile dove spiccano la nonna Rosa, sopravvissuta ai pogrom e poi subito selezionata per la camera a gas, e la mamma Mira, che ha cresciuto le figlie da sola mentre il marito solcava gli oceani cucinando pasti per marinai e ufficiali.

28 marzo 1944
La sera del 28 marzo 1944 una pattuglia tedesca arrestò nella loro casa tutta la famiglia Perlow: mamma Mira, nonna Rosa, zia Sonia e zio Jossi, zia Gisella e il cuginetto Sergio. Il padre, figlio di famiglia cattolica rimase prigioniero in Sudafrica fino alla fine della guerra.
Tatiana e Andra ricordano ancora di quella fatidica sera la tavola apparecchiata in attesa di una cena mai consumata.
4 aprile 1944
Dopo una breve sosta nella Risiera di San Sabba a Trieste, il convoglio arrivò il 4 aprile 1944 ad Auschwitz-Birkenau. Tatiana aveva 6 anni, Andra 4 e il cugino Sergio 7 quando furono internati in un Kinderblock, il blocco dei bambini destinati alle più atroci sperimentazioni mediche.
Tatiana e Andra erano davvero affezionate al cugino Sergio, era come se fosse loro fratello.
Internato con loro nel Kinderbloch, non è più tornato. Una mattina di novembre fu strappato via con un tranello cinico delle SS: un capolavoro di crudeltà e perfidia. Il piccolo Sergio non aveva avuto esitazioni: di fronte all'inganno dei nazisti, alla parola mamma, fece un passo avanti, felice, di poter tornare tra le braccia di chi lo aveva messo al mondo. Tatiana e Andra erano state avvertite da una blockova di rimanere zitte e immobili e avevano cercato di dirlo anche a Sergio.
«Siamo state tutelate e protette da una blockova. Non ricordiamo nulla di lei, né il nome né il volto, neppure i suoi tratti somatici».
Insieme ad altri 19 piccoli compagni di prigionia, Sergio finì i suoi giorni nella cantina di una scuola alla periferia di Amburgo il 20 aprile 1945, a pochi giorni dalla resa incondizionata della Germania. I giovani corpi erano stati devastati dalle sperimentazioni, i cadaveri appesi a un gancio.
Nel racconto di Tatiana e Andra c'è il rimpianto sconsolato di non essere riuscite a impedire quella mossa fatale, di non essere riuscite a proteggerlo, di evitare che se ne andasse senza poter tornare. L'uccisione di un bambino innocente diventa parte integrante del racconto a due voci - dei "salvati" - che vorrebbe includerne una che è stata "sommersa".

27 gennaio 1945 - settembre 1946
Dopo nove mesi di inferno apparve un soldato con una divisa diversa e una stella rossa sul berretto e porse, sorridendo, una fetta di salame del panino che stava mangiando. Era il 27 gennaio 1945, la liberazione. Ma il loro perigrinare non terminò quel giorno. Ritenute orfane (la mamma era stata precedentemente trasferita in un campo all'interno del Reich) furono portate in un orfanotrofio a Praga e poi trasferite a Lingfield in Inghilterra, un luogo di "recupero" diretto da Anna Freud.
«A Lingfiled abbiamo ricominciato a vivere. Lì ci siamo finalmente riappropriate della nostra infanzia fino ad allora perduta e rubata.»

Finalmente a casa
Il ricongiungimento non fu semplice e immediato. L'Europa del 1946 era nel caos, ma mamma e papà, dopo mesi e mesi di ricerche, riuscirono a rintracciare le sorelle a Lingfield. Dopo un lungo viaggio in treno arrivarono a Roma nel dicembre del 1946. Ad attenderle la mamma e una folla di persone: un'intera comunità che vedeva nell'arrivo delle due sorelle Bucci un segno di speranza o quanto meno la possibilità di avere notizie dei propri cari deportati da Roma tra l'ottobre 1943 e il giugno 1944. Più di 2.000 persone di cui non si sapeva più nulla.

Non siamo solo sopravvissute
Non siamo solo sopravvissute. Abbiamo vissuto: siamo state in grado di costruirci una vita, una bella vita. Questo per noi è importantissimo, perché è un messaggio di speranza.
Andra e Tatiana Bucci

La Stella di Andra e Tati
La storia di Andra e Tatiana Bucci è diventata un cartone animato grazie alla collaborazione fra MIUR, RAI e Larcadarte.
https://www.librimondadori.it/approfondimenti/noi-bambine-ad-auschwitz-le-sorelle-bucci/?fbclid=IwAR3k3FNTZUkfAgD09WMEeGLvqgRjmgN1RKBv3yAO1sG2Jbzo4Pirpi1O4Mw


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