lunedì 13 gennaio 2020

Ecco perché Agatha Christie è un'icona femminista

È stata una madre single e ha sposato un uomo di 14 anni più giovane di lei. Nei suoi romanzi, poi, ha inserito investigatrici più brillanti dei loro colleghi maschi.
Isuoi romanzi hanno venduto (pare) più copie della Bibbia, ma in tempi recenti c’è chi ha avuto il coraggio di criticarla per aver inserito nelle sue opere stereotipi di genere, piuttosto stantii se letti con occhi ‘moderni’. La verità, però, non potrebbe essere più diversa: Agatha Christie, scomparsa il 12 gennaio del 1976, non è solo la scrittrice di gialli più famosa di sempre, ma anche un’icona femminista, per quello che ha fatto nel corso della sua vita e per le donne che ha reso protagoniste di romanzi e racconti, spesso più sveglie degli uomini.

UNA VITA DA ROMANZO (MA NON GIALLO)
Nata a Torquay il 15 settembre del 1890, dunque verso la fine dell’epoca vittoriana, Agatha Mary Clarissa Miller (questo il nome completo da nubile) crebbe in una ricca famiglia dell'alta borghesia, ma dopo essersi sposata con l’ufficiale dell’esercito Archibald Christie, allo scoppio della Prima Guerra Mondiale non esitò ad unirsi al Voluntary Aid Detachment, aiutando come infermiera i soldati feriti in un ospedale della sua città. Durante il conflitto scrisse il suo primo romanzo, Poirot a Styles Court, pubblicato poi nel 1920, quando aveva già dato alla luce la sua unica figlia Rosalind Margaret. Che per un certo periodo ‘lasciò’ alla madre e alla sorella, per girare attorno al mondo col marito (che lavorava nella promozione dell'Esposizione dell'Impero Britannico): la coppia visitò mete esotiche come Sudafrica, Australia, Nuova Zelanda e Hawaii, dove furono i primi britannici a surfare in piedi. Quando Archie si innamorò di un’altra donna e i due divorziarono, Agatha Christie diventò una madre single, dal grande successo nel suo lavoro, quello di scrittrice. Rimase da sola poco, tutto sommato: nel 1930, durante un viaggio sull’Orient Express, conobbe Max Malloran, archeologo di quasi 14 anni più giovane di lei. Ebbe un toyboy, insomma, quando nessuno ce l’aveva. Se lo sposò, però, nello stesso anno: il loro fu un matrimonio felice, che durò fino alla morte della ‘Regina del Giallo’, nel 1976. Questa la vita non banale di una donna che, nata in epoca vittoriana, di vittoriano ebbe davvero poco. E che per niente somigliava alla sua eroina più famosa, la compassata Miss Marple.

Fino ad Agatha Christie, nei romanzi gialli le donne potevano fare al massimo le segretarie. Lei non creò solo Hercule Poirot, ma anche una serie di investigatrici brillanti, fuori dagli schemi, piene di risorse. Oltre alla già citata Miss Marple, dai capelli grigi ma sveglia come nessun altro, c’è innanzitutto Ariadne Oliver: questo personaggio, comparso per la prima volta in un racconto incluso poi nella raccolta Parker Pyne indaga del 1934, è una signora inglese di una certa età, ma in piena forma e molto attiva, scrittrice di romanzi gialli, tutti di grande successo. Vi ricorda qualcuno? Dalla doppelganger dell’autrice, che in Fermate il boia del 1952 a un certo punto accusa gli uomini di essere investigatori poco perspicaci, a Lady Eileen ‘Bundle’ Brent: apparsa in due romanzi, è una it girl dei ruggenti Anni 20 talmente veloce alla guida della sua auto da spaventare i passeggeri maschi. Ma anche capace di risolvere casi di omicidio prima di loro. E poi non va dimenticata Prudence Cowley, la metà più brillante del duo investigativo formato insieme al marito Thomas Beresford. Se parliamo dei romanzi di Agatha Chrristie c’è un altro aspetto interessante da considerare: nei suoi lavori, le donne non sono solo le investigatrici che risolvono i casi, ma anche coloro che li scatenano, in quanto assassine senza scrupoli. Non un bel modo di dipingere le donne, forse, ma di sicuro poco scontato. «La vostra idea della donna è di una persona che alla vista di un topo salta sulla sedia e comincia a urlare. È così preistorica», disse una volta la Regina del Giallo. E noi, che la consideriamo un’icona femminista, non potremmo essere più d’accordo.
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