I risultati del voto regionale del 2020 sanciscono la continuità di quanto già sapevamo sulla possibilità delle donne italiane di fare una carriera politica di successo: scarse, in particolare a livello locale. Su un totale di 286 tra consiglieri regionali e governatori eletti nell’ultima tornata, le donne sono 67, pari al 23%. Nessuna governatrice: rimangono in 2 nelle 20 regioni. Pochissime le candidate presidenti, tutte in posizioni non eleggibili.
Non si pensi che sia tratti solo delle regioni del Sud. Se in una Puglia in cui il governo ha dovuto esercitare i poteri sostitutivi per imporre la doppia preferenza di genere, le donne sono solo il 16% delle elette, il record negativo lo detiene la nordicissima Valle d’Aosta, con un consiglio composto quasi al 90% di uomini. Campione assoluto di parità la Toscana, con il 40% di donne, seguita dal Veneto (34).
I politici navigati hanno buon gioco ad assolvere gli obblighi di legge sulle giocando con collegi e preferenze. I risultati si vedono soprattutto a livello locale, dove anche i sindaci sono all’87% uomini. Le quote funzionano quando sono “di risultato”, come nei CDA in cui è obbligatoria una composizione al 40% maschile, e in alcune giunte locali. Ma il top -amministratori delegati, presidenti, primi ministri, le leader dei partiti- rimane sostanzialmente maschile.
In un’Italia in cui, da più parti, ci si riempie la bocca di parità, dovrebbero far riflettere questi dati, insieme alle polemiche sui comitati di esperti. Da quello di Coalo a quello di Cottarelli sulla riforma fiscale, le donne sono state completamente “rimosse”. Si potrebbe proseguire col CSM e col Consiglio di Stato… Eppure, anche solo statisticamente, se si seguisse un criterio meritocratico, non si dovrebbero avere difficoltà a trovare persone competenti, in un’Italia in cui le donne laureate sono più dei laureati, le magistrate più dei magistrati.
Le donne sono disinteressate alla politica, o alla carriera? Un sondaggio di EMG Acqua effettuato per +Europa a marzo rivelava che sia uomini che donne pensano che il cameratismo in politica conti quanto il peso del lavoro familiare per spiegare l’insuccesso delle carriere politiche al femminile. Non il disinteresse.
Servono più donne in politica? Sì, perché come le aziende che privilegiano la diversity aumentano i fatturati, i paesi guidati da donne hanno affrontato meglio il Covid e le amministrazioni locali hanno migliori politiche sociali.
Un dato che dovrebbe far riflettere politici ed elettori.
Da : https://www.huffingtonpost.it/entry/donne-ai-vertici-anche-le-ultime-regionali-confermano-la-rimozione-di-genere_it_5f6c4450c5b6e2c912612935?fbclid=IwAR0uHAB094ByfdPIwerS9JTvJ56iR4czKJLSSc4jy0aMkYmTk3vofqf-v_A
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