giovedì 28 ottobre 2021
I talebani hanno spento anche la musica (di W. Samadi)
Mi mancano le lezioni di harmonium. È il grido di Ali, un ragazzo della mia
famiglia che studiava musica con un cantante locale nella zona di Kaart-e-Naw a
Kabul. «Il mio ustaad (insegnante) ora si nasconde. L’ultima volta che gli ho
parlato era molto spaventato perché aveva saputo che i talebani avevano ucciso
un cantante folk nel villaggio di Andarab, a nord di Kabul. La sua voce, una
volta forte e profonda, si era fatta malinconica e fioca. Spero sia riuscito a
raggiungere il Pakistan». I negozi di strumenti musicali sono stati chiusi in
tutto l’Afghanistan e cantanti e musicisti sono fuggiti, oppure si sono
nascosti. Già nel 1996 i talebani avevano bandito tutti i generi musicali,
tranne i canti religiosi, ed era proibito ballare e ascoltare musica durante i
matrimoni. Ora sostengono di nuovo che la musica è «anti-islamica» e l’hanno
vietata. In tv e per radio non può essere trasmessa e i programmi musicali sono
stati sostituiti con lezioni di fede islamica o film sui profeti. Nell’agosto
scorso i talebani hanno brutalmente assassinato Fawad Andarabi, un autore folk
molto popolare che cantava il suo villaggio d’origine, Andarab, e la sua gente.
Inoltre circolano voci su miliziani recatisi in negozi di strumenti musicali per
distruggerli. «Tutti i cantanti che conoscevo sono fuggiti e quelli rimasti
cercano di andarsene. Non sappiamo cosa ci accadrà. La musica è la nostra
passione e il nostro mezzo di sostentamento. Ormai potremmo metterci a vendere
verdura o cominciare a cercare un altro lavoro», spiega Shah Rasool Qasemi, un
cantante di musica classica molto popolare in Afghanistan. All’inizio di
ottobre, i musicisti dell’Istituto nazionale afghano di Musica e dell’Orchestra
Zoha, composta di sole donne, sono stati finalmente trasferiti in aereo in
Qatar, dopo aver trascorso settimane a cercare di fuggire dai talebani. In tutto
questo è consolante sapere che molte famiglie sono comunque riuscite a
festeggiare i matrimoni negli alberghi di Kabul. Qualche cerimonia è stata
celebrata anche di recente. I talebani hanno vietato i canti dal vivo durante le
nozze, ma segretamente si ricorre a un dj che trasmette la musica da un
computer. Nella sala riservata alle donne, questa figura non può essere un uomo
e viceversa. «Dal momento che a ogni matrimonio i talebani irrompono nelle sale
riservate agli uomini per prendersi venti o trenta porzioni di cibo, il
personale degli hotel presidia l’ingresso e quando vede arrivare i miliziani, li
segnala al direttore che scollega l’impianto. Appena se ne vanno, riparte la
musica», racconta Omid, invitato di recente a una festa di nozze.
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