venerdì 27 settembre 2013

Non vi è lecito di Sofia Sabatino



La Boldrini parla all’iniziativa “Convenzione di Istanbul e media”, ieri alla Camera. Fa un intervento articolato e molto interessante sul sessismo nelle pubblicità e nel linguaggio. Dentro di me penso che è bello sentire queste parole dalla Presidente della Camera che ha tanta visibilità, che è un riferimento e un esempio per molte ma che può anche suscitare qualche riflessione in molti. Pubblico su Facebook il video in cui interroga i partecipanti alla conferenza chiedendo loro come si sentirebbero se ogni giorno venissero chiamati al femminile, come a lei capita col “Signor Presidente” che sentiamo continuamente in aula.
Poi vedo su Facebook tanta gente che pubblica pezzi dell’intervento, fra cui quello in cui parla del ruolo della donna nella pubblicità. I commenti sono, per me, sconvolgenti. Gente che scrive “è stupida, oppure è matta.” oppure “ma in quale altro paese una cretina come la Boldrini verrebbe tollerata?” e così via.
Penso due cose. La prima che noi universo di associazioni di donne viviamo fuori dal mondo. Stiamo li a farci le pulci fra di noi, ma non ci rendiamo mai conto di quale sia il livello culturale che si respira fuori da noi. Non voglio generalizzare, che nessuna si senta offesa, ma forse dovremmo incominciare a prenderne atto e parlare del fatto che quei temi che per noi sono ormai acquisiti, di cui parliamo sempre, a cui la Boldrini ha soltanto fatto un accenno superficiale, sono praticamente sconosciuti ai più, che non riconoscono neanche il problema, mentre noi litighiamo sulle possibile soluzioni.
La seconda è che il 13 febbraio 2011 abbiamo gridato su un palco “non ti è lecito” segnando una linea di confine. Segnando un limite oltre il quale non ci si poteva spingere. Un limite che bisognava fissare nel dibattito pubblico ma che a catena ricadeva sulle vite materiali di tutte. Dalla battuta sessista fatta in ufficio che non era più lecita, alla presa in considerazione della nostra voce e del nostro volere.
Quello che sta succedendo a Laura Boldrini secondo me segna il continuo spostamento di quel limite, che a poco a poco tende ad essere dissolto. Laura è una donna libera che ha un grande curriculum, come tante altre donne. Ha una posizione di potere ma sta marcando la sua differenza. Quello a cui assistiamo è un attacco battente nei sui confronti, fatto di continui articoli sui giornalacci come “Ll Giornale” o “Libero” che si rivolgono alla Presidente della Camera con un linguaggio offensivo e irrispettoso, criticandola per qualsiasi cosa dice o fa, ma soprattutto per le posizioni forti che ha preso proprio sui temi di genere. Fatto delle parole di Grillo e dei parlamentari Cinque Stelle che la vedono come “oggetto del potere” (ma un uomo sarebbe mai stato denigrato con questa frase?), e a catena fatto di tutti quei commenti che leggiamo su Facebook, che tendono a sminuirla e raffigurarla come una scema inconsapevole (e che spesso vengono giustificati con quel “si scherza” o “che esagerazione non ci trovo nulla di male” tanto berlusconiano da far venire il vomito).
È una grande tristezza che noi donne (come è stato per la ministra Keynge) stiamo permettendo ancora una volta che quel limite venga oltrepassato. Io provo troppa rabbia, e sono sicura sia la stessa di tante donne, giovani e meno giovani.

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