sabato 19 ottobre 2013

Per il funerale di Lea Garofalo a Milano insieme a Denise


Sabato 19 ottobre alle 10.30 sarò in piazza Beccaria a Milano, per i funerali di Lea Garofalo. Dopo quattro lunghi anni di processi, depistaggi e verità strazianti, si terrà finalmente una messa per Lea. Proprio come desidera da sempre Denise, sua figlia.
La storia di Lea Garofalo in questi anni, grazie alla determinazione di Denise, all'appoggio delle associazioni antimafia, e talvolta delle istituzioni, è stata una delle più importanti per raccontare il rapporto tra donne, testimoni di giustizia e 'ndrangheta. Una delle tanti morti di cui siamo responsabili: uccise o suicidate cambia poco. Almeno rispetto al nostro ruolo.
Lo scorso maggio la Corte d'Assise di Milano ha confermato quattro ergastoli per Massimo Sabatino, Rosario Curcio, Vito e Carlo Cosco. Quest'ultimo ex compagno di Lea, padre di Denise. Un papà che ha fatto finta di prendersi cura della figlia, facendole credere che la madre "irresponsabile" fosse scappata. Mentre gettava Denise tra le braccia di uno dei complici dell'omicidio di sua mamma.
Ma Denise non capiva, non si rassegnava. Cercava la verità.
Le mafie uccidono le donne
Abbiamo raccontato Lea Garofalo nel dossier "Sdisonorate" dell'associazione antimafie daSud, un libro in cui per la prima volta sono state raccolte tutte le storie delle donne vittime dei clan. Una ricostruzione che demolisce ogni stereotipo e falso mito: le mafie uccidono e hanno ucciso sia donne che bambini.
Lea era originaria di Petilia Policastro, paesino della provincia crotonese. Si ribellò alla 'ndragheta nel 2002. Da testimone di giustizia, sottoposta a protezione, cominciò a rivelare i particolari delle faide interne alle 'ndrine. Principalmente denunciando quelli della famiglia in cui era nata e cresciuta.
La sua collaborazione con la giustizia fu osteggiata da tutti. Soprattutto dal suo ex compagno Carlo Cosco, sul cui conto Lea ha avuto sempre tanto da svelare.
Le minacce
Dopo una sospensione temporanea del programma, Lea Garofalo fu riammessa alla tutela nel dicembre del 2007: da quel momento iniziò ad essere vittima di minacce e agguati, uno dei quali, nel 2008, prevedeva il suo rapimento. Riuscì a sfuggire grazie all'intervento di Denise e dei carabinieri.
Un rapporto travagliato quello con lo Stato, con la giustiza, con l'ombra della sua famiglia e dell'ex compagno Cosco. Nell'aprile 2009, qualche mese prima della sua "scomparsa", decise di rinunciare alla protezione, tornare a Petilia Policastro e traslocare a Campobasso.
Il rampimento e la tortura
Il 24 novembre del 2009 Carlo Cosco attirò l'ex compagna in via Montello. "Per parlare del futuro di Denise". Lì, vicino al cimitero monumentale di Milano, alcune telecamere inquadrarono Lea per l'ultima volta. Prima di cadere in una trappola: venne rapita, portata in un magazzino, interrogata. Torturata per ore. Strangolata. Il suo cadavere fu trasportato in un terreno vicino San Fruttuoso e bruciato dentro un bidone. Poi sepolto.
La forza della verità
Denise però non si arrese. Non ha mai creduto che sua madre l'avesse abbandonata. Iniziò così un processo in cui la sua ostinazione e la sua voglia di giustizia sono state ripagate. Denise è stata forte, ha rinnegato in aula l'unico genitore che possiede, autore del peggiore dei crimini possibili. Un processo complicatissimo che ha fatto riaffiorare tutte le verità. Alcune impossibili da immaginare.
Lea e Denise rappresentano due donne forti e coraggiose. Che ci ricordano ogni giorno come sia importante ribellarsi ai soprusi, alle intimidazioni, alle violenze delle mafie. Anche quando sono nella tua famiglia, ed hanno il volto del tuo compagno, di tuo fratello, del tuo amante. Di tuo padre.
Noi ci saremo
Non solo per questo sarò a Milano sabato mattina ai funerali di Lea, assieme a Don Luigi Ciotti, al sindaco Giuliano Pisapia, che grazie alla sua sensibilità ha squarciato il velo dei luoghi comuni sulle mafie al Nord, portando il Comune di Milano a costituirsi parte civile in tutti i processi per mafia.
A Milano insieme a Denise. Per dirle che le saremo accanto nella sua nuova vita.

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