sabato 15 agosto 2015

Ferragosto origini pagane di un’antica festività sacra Da Cristina Nidawi

Le radici sacre del Ferragosto si perdono nella notte dei tempi e sono legate ai cicli della natura e in particolare ai doni raccolti dalla terra. Momento culmine dell’estate infatti, questo periodo porta la consapevolezza di trovarsi nella parte dell’anno in cui si può riposare, ringraziare dei frutti e celebrare la ricchezza elargita dalla Terra. Ora i campi coltivati hanno premiato il lavoro con i loro raccolti. Dunque è una festività relativa alla stretta connessione tra la vita e il nutrimento che trae dalla terra e il riposo festoso dopo aver lavorato la terra e tratto da lei i preziosi tesori. Oggi, tutta questa connessione tra la terra e la vita è nascosta ai nostri occhi, perlomeno per coloro che vivono nei centri urbani e non partecipano ai ritmi lavorativi delle campagne. Oltretutto, la modalità con cui avviene la produzione agricola è fortemente cambiata rispetto al passato ed il ciclo agricolo è stato molto snaturato. Quasi è andato perso questo senso di connessione con la terra, non ce ne rendiamo quasi più conto… e i cicli stagionali son vissuti in maniera superficiale e poco consapevole. Eppure, per fortuna ancora oggi tutti festeggiamo il Ferragosto!
Questa festività fin dai tempi più antichi designa quel periodo di feste che si svolgevano nel periodo di agosto e che avevano il loro momento di massima espressione a metà mese quando il popolo ringraziava per i buoni raccolti. I coltivatori, avendo raccolto i frutti del loro lavoro, finalmente potevano riposare e festeggiare. In un clima di gratitudine e gioia ci si dedicava non più a lavorare, ma a giocare, banchettare, celebrare e ringraziare per i beni ricevuti dalla terra.La-spiga-più-bella_favola
Ancora non ho però spiegato da dove nasce il nome “Ferragosto”. Deriva dal latino, “Feriae Augusti” che significa “Riposo di Augusto”.
Seppure la festa certamente abbia origini ben più antiche, il nome “Ferragosto” ha origine nell’anno 18 a.e.v. (avanti era volgare) ed è dovuto a Ottaviano, il primo imperatore romano insignito appunto con il titolo di “Augusto” ossia venerabile, sacro. Questi infatti istituì che tutto il mese di Agosto fosse una festa in cui si susseguivano celebrazioni sacre in onore di divinità legate in qualche modo alla fertilità della terra e al raccolto. L’usanza di festeggiare a fine raccolto era ovviamente già esistente… ma quella dell’imperatore fu un’abile manovra di auto propaganda. Legò così il culto della sua figura ad un periodo di felicità, di festa e di meritato riposo, che ora portava il suo nome: il riposo di Augusto.
Il momento era ovviamente ideale per celebrare oltre all’imperatore anche le divinità romane in qualche modo legate al quel particolare momento del ciclo agrario.
Il 13 Agosto, ricorrenza molto importante, si celebrava la Dea Diana, Signora delle selve e della caccia, ma anche Signora della Luna e delle acque, patrona della maternità, divinità che proteggeva il parto. Dea legata quindi ai cicli  delle donne e della natura, perciò connessa ai riti della crescita e della vegetazione. A volte Diana è raffigurata su alcune gemme con una fronda in una mano e una coppa ricolma di frutti nell’altra. Ci riporta Robert Graves in “La Dea Bianca” che durante la sua festa il 13 agosto si beveva sidro e c’erano rami con mele appese a grappolo.
Altre celebrazioni riguardavano la Dea Opi, arcaica Dea romana il cui simbolo era la cornucopia con la quale viene spesso raffigurata. A volte tiene anche un fascio di grano in mano. Opi rappresenta la terra ed è legata alla fertilità dei campi e all’abbondanza agricola. E’ il 25 del mese di agosto che si celebravano gli Opiconsibia, le feste tradizionali in suo onore. A lei era dovuta l’abbondanza dei raccolti e  a lei era affidata la protezione delle messi riposte nei depositi.
Ci troviamo ovviamente in epoca patriarcale e quindi nel pantheon accanto alle varie manifestazioni del femminino sacro ormai smembrato in mille parti e depauperato rispetto alla forma originale, si erano già da tempo affiancate figure di divinità maschili. Venivano quindi celebrati anche degli dei maschi. Però sempre legati alla capacità della terra di donare i propri frutti! Come Vertumno, divinità romana di origine etrusca, personificazione del mutamento delle stagioni e dio della maturazione dei doni prodotti dalla terra. Anche Conso, divinità dei campi e dei frutti della terra, in particolare divinità del seme del grano deposta alla protezione dei depositi di grano che a quei tempi erano sotto terra. Le feste a lui dedicate, i consualia, si celebravano il 21 agosto. Più tardi a queste celebrazioni si unirono anche quelle legate a divinità di origine orientale, come la Dea Madre siriana Atargartis. Insomma, tutto il mese era caratterizzato da una particolare concentrazione di manifestazioni che a loro volta si rifacevano a tradizioni più antiche, addirittura preistoriche. Fino a rendere quel giorno di metà agosto una ricorrenza in omaggio di tutti i numi in qualche modo legati ai concetti della crescita, del concepimento e della nascita
Ovviamente le radici sacre di questa festa affondano molto più in profondità! Nella consapevolezza forte nell’uomo preistorico dello stretto legame con la natura di cui si sentiva parte integrante e dell’importanza delle elargizioni della terra per la sua vita. Nella percezione della sacralità della terra e del naturale svolgersi delle stagioni che così tanto influenzavano la sua vita. Quindi il riferimento più antico di questa festività, va certamente fatto risalire alle culture della Grande Dea, a cui tutte le divinità che ho sopra elencato hanno fatto seguito.
Dea è la forma in cui il divino veniva percepito in modo del tutto naturale e spontaneo dai nostri avi, prima che altre forme contaminassero questa percezione pura e originaria dello spirito umano. Dea era venerata da popoli che ci precedettero nella preistoria, molto diversi da come siamo noi oggi e da come siamo abituati a considerarli! Quelle dell’Europa antica, ampiamente studiate dalla mito-archeologa Marija Gimbutas, erano popolazioni culturalmente evolute, matrifocali che tendevano alla pace, alla non violenza, alla bellezza, al rispetto delle differenze tra uomini e donne. gimbutasQuindi popolazioni non gerarchiche ed ugualitarie che ponevano la vita al centro del loro sistema di valori e quindi della loro spiritualità. Ciò lo si deduce dai reperti archeologici. Le forme divine erano al femminile e spesso venivano raffigurate nell’atto di partorire la vita. Questa era concepita come un armonioso ciclo naturale di vita morte e rigenerazione. Dalle loro tombe emerge l’assenza di gerarchie, di disparità tra ricchi e poveri, o tra i sessi. Che fossero pacifiche e vivessero in un clima di armonia con i popoli vicini è facile dedurlo dal loro modo di edificare i centri abitati, alcuni dei quali raggiunsero dimensioni decisamente notevoli in rapporto al periodo, basti pensare ad es. a Çatal Huyuk. Sceglievano i luoghi dove costruire i loro centri abitati, secondo criteri basati sulla bellezza del paesaggio e la piacevolezza nel vivere che poteva offrire. Quindi edificavano in posti essenzialmente belli, in pianura, vicino all’acqua che serve alla vita e non innalzavano intorno cinta murarie, come invece è uso fare nei popoli patriarcali e belligeranti che li hanno gradualmente soverchiati. Quelli che fino alla modernità hanno prediletto alture e luoghi più facilmente difendibili o, comunque sia, almeno strutture atte a contrastare gli attacchi esterni come appunto le mura di cinta. Insomma per almeno 25.000 anni questa cultura preistorica della Dea, pacifica ha praticato l’uguaglianza e una vita armoniosa tra gli esseri umani e tra questi e la Natura fino a raggiungere un alto grado di cultura. Consiglio di leggere a chi interessa l’argomento il libro “Il calice e la spada” di Riane Eisler e ovviamente i libri di Marija Gimbutas.
Tornando al discorso sul ferragosto, certamente i nostri avi, le popolazioni dell’Europa antica, vivendo così in simbiosi con la Natura e riverendola così profondamente, celebravano con un ciclo di feste e cerimonie sacre lo svolgersi delle stagioni, onorando la ruota sacra su cui si dispiegava la loro vita in stretta connessione con la Natura. Il tempo passa e il sentire sacro resta vivo e, seppur trasformato dagli eventi della storia, si manifesta in forme diverse.
La festa di Ferragosto è dunque una festa pagana le cui radici affondano in quella che è ingiustamente definita Preistoria cioè prima della storia. Ricorrenza “pagana” legata alla generosità della Terra fertile, alla divinità che dispensa i suoi frutti e quindi vita e nutrimento. Anche alla maternità dunque. Una festività talmente radicata nella psiche dell’umanità che ha celebrato questo periodo dell’anno fin dagli albori. Qualcosa di impossibile da sradicare insomma!
Come è avvenuto sempre nel caso di festività pagane molto sentite, la Chiesa cattolica ha cercato dapprima di abolirla. Ma, come ovvio, senza riuscirci. Allora, l’abilità della nuova religione è sempre stata quella di compiere un’operazione di auto appropriazione di ciò che di pagano non è riuscita a cancellare (come ad esempio è avvenuto anche per il Natale e la Pasqua anch’esse festività pagane divenute in seguito cristiane… e i simboli pagani sono tutt’ora in uso a dimostrarlo!) Anche stavolta ha attribuito nuovi significati legati al proprio culto all’originaria festività pagana le cui origini si perdono nella notte dei tempi.
L’antica festa legata alla prosperità elargita da Dea attraverso il raccolto dei frutti della terra, in seguito rappresentata da varie divinità femminili e maschili pagane, acquisisce in epoca moderna un significato del tutto diverso. Al 15 di agosto viene infatti legata dalla Chiesa cattolica l’assunzione in cielo della Vergine Maria. Questo è avvenuto in epoca recente: l’idea ha cominciato a diffondersi nel 18esimo secolo e solo nel 1950 l’assunzione in paradiso della Madonna fu riconosciuta come dogma dal papa Pio XII.
Oggi le persone festeggiano questo momento di gioia come hanno sempre fatto. Possibilmente all’aperto, vanno per prati a fare pic nic, giocare, festeggiare insieme. Oppure nelle case, o nei ristoranti, si riuniscono con gli amici, con i parenti, con le persone care. Nei paesi invece si organizzano sagre, gare, processioni, pali, sfilate, addobbi, infiorate… ora, come è sempre stato, riposo, gioia e festosità caratterizzano questa bella festività che è il Ferragosto!

Allora tanti auguri a tutti, trascorrete un buon Ferragosto! ^_^



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