lunedì 10 agosto 2015

Giulia Corsini Oggi porto la testimonianza di Michele Marzocchi, medico:

Capita molto spesso, in guardia medica, che vengano ragazze impanicate in cerca di una prescrizione per la "pillola del giorno dopo" dopo essere state respinte da diversi specialisti di pronto soccorso e, a volte, vergognosamente, anche dal proprio medico di base perché obiettori.
Io a tutte loro dico sempre che l'obiezione di coscienza sui contraccettivi di emergenza non solo non è consentita ma rifiutarsi di prescriverla costituisce, secondo la legge italiana, reato penale, in quanto trattasi di omissione di soccorso.
A tutte loro dico, dopo aver preso la pillola che gli prescrivo senza alcun problema, di tornare da chi si è rifiutato di aiutarle e di farsi mettere nero su bianco il motivo del rifiuto e poi spedire copia di tutto all'ordine dei medici e alla procura della Repubblica sperando che prendano provvedimenti contro quei colleghi che ancora oggi si ostinano a sfruttare erroneamente un diritto (secondo me discutibilissimo) come quello del l'obiezione di coscienza in materia sanitaria per sottrarre un diritto (questo si sacrosanto) a chi si rivolge loro in cerca di aiuto in nome di ideali medioevali e reazionari.
Purtroppo a fare questa cosa sono pochissime perché, a posteriori, la stanchezza prende il sopravvento sul desiderio di rendere giustamente diffuso questo diritto. 
Mi piacerebbe che questo mio messaggio potesse giungere prima a tutte coloro le quali potrebbero trovarsi un domani con questa necessità così che abbiano in mano le conoscenze utili da poter usare come arma per ottenere l'aiuto che la legge prevede gli venga fornito.

p.s.: sono veramente molto contenta che Michele non mi abbia chiesto l'anonimato. Tanta stima.

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