giovedì 28 gennaio 2016

Unioni civili, facciamo chiarezza.Cosa prevede il disegno di legge Cirinnà in discussione in Parlamento? da inGenere

Cosa prevede il disegno di legge Cirinnà in discussione in Parlamento? Facciamo chiarezza
foto Flickr/Fotos TVN

Non possiamo sapere cosa accadrebbe in Italia nel caso di un referendum propositivo sul diritto di famiglia, come è accaduto ad esempio in un paese a forte vocazione confessionale cattolica qual è l'Irlanda. Ma sapppiamo che una parte non così irrisoria del paese voterebbe a favore di un riconoscimento dei diritti delle famiglie composte da persone dello stesso sesso, e probabilmente anche su una piattaforma più ampia di quella contenuta nello stesso disegno di legge Cirinnà.
Lo sappiamo perché assistiamo a un gioioso proliferare di manifestazioni a sostegno del disegno di legge – le piazze #svegliatitalia, che stanno colorando di punti rossi tutto lo stivale con gli appuntamenti per il prossimo sabato 23 gennaio -  e anche perché ce lo insegna la storia degli ultimi quarant’anni.
Quelle poche volte che cittadine e cittadini sono stati chiamati a esprimersi per abrogare leggi che prendevano atto di un’evoluzione della società in contrasto con il dettato integralista cattolico (pensiamo al tentativo di abrogare la legge sul divorzio e al tentativo di abrogare la legge sull’interruzione volontaria di gravidanza) uomini e donne di carne e sangue si sono opposti.
Perché le donne e gli uomini vivono nel mondo reale, dove è evidente la necessità di disciplinare, regolamentare nel diritto situazioni che esistono nei fatti, che appartengono all’esperienza diretta o indiretta di tutti.
Sappiamo poi, che le famiglie sono in costante evoluzione, che esistono nei fatti “specifiche formazioni sociali” di configurazione differente che esprimono legami d’affetto, solidarietà, amore che sono solidi, duraturi, consolidati; “formazioni sociali” che solo la normativa tarda a riconoscere mentre il contesto sociale, le comunità territoriali, le scuole, le altre famiglie, nella maggiorparte dei casi riconoscono, rapportando si ad esse sulla base del riconoscimento di quello che sono, famiglie.
Chi ha amici o amiche che vivono in coppia con persone dello stesso sesso, sa che sono persone anche con figlie e figli, che se ne prendono cura, che sono impegnati in meravigliose feste di compleanno, a condividere ricette di dolci e suggerimenti su come continuare a far finta che Babbo Natale esista, rimedi omeopatici per il raffreddore invernale e numeri di telefono di dentisti che riescano a curare i figli senza spaventarli. Persone che fanno famiglie. Uguali e diverse dalle altre, con le dinamiche tipiche delle famiglie.
Capita allora di restare sconvolti quando in una di queste famiglie succede “qualcosa” di imprevisto - una malattia, una separazione, un incidente – e i legami di fatto, quelli che riconosciamo come legami di fatto, non vengono tutelati come legami di diritto. Perché solo allora ci accorgiamo che queste famiglie sono diverse dalle nostre, meno tutelate, invisibili agli occhi della legge.
Di questo si occupa il disegno di legge Cirinnà. Mettere ordine, fare chiarezza, iniziare a riconoscere e tutelare nella legge realtà che esistono nei fatti.
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