sabato 28 ottobre 2017

La violenza delle coppie giovani, oltre una ragazza su dieci aggredita prima dei 18 anni di Cristina Nadotti

Il fenomeno è in crescita e riguarda anche i maschi. La psicologa: "Vivono esperienze molto diverse da quelle immaginate, senza rendersi conto di quanto stia succedendo loro e senza sapere come e a chi rivolgersi per chiedere aiuto". A ottobre un convegno a Rimini del Centro studi Erickson per discutere di un fenomeno in crescita
 Non è una sensazione dettata dagli ultimi fatti di cronaca, ci sono dati e studi a confermarlo: la violenza è un fenomeno in crescita e rilevante nelle coppie adolescenti. Uno dei pochi studi condotti nel nostro Paese sul tema, condotto su un campione di oltre 700 studenti delle scuole secondarie di secondo grado, ha evidenziato come più di una ragazza su dieci abbia vissuto esperienze di violenza nella coppia prima dei 18 anni. Il 16 per cento delle intervistate (e l'8 per cento dei maschi) ha subito gravi e ripetute violenze psicologiche o persistenti comportamenti di dominazione e controllo; il 14 per cento delle ragazze (e l'8 per cento dei ragazzi) ha subito violenze o molestie sessuali; più di un adolescente su 10 (senza differenze di sesso) ha subito violenze fisiche in coppia.
Di fronte alla violenza fisica o verbale i giovani sono spesso soli, come dimostra uno studio europeo per il quale in Italia il 50 per cento dei genitori ignora che i figli abbiano visto immagini a sfondo sessuale online e l'80 per cento non è a conoscenza che i figli abbiano subito minacce online.
Di questo e temi collegati si parlerà il 13 e 14 ottobre a Rimini in un convegno organizzato dal Centro studi Erickson, dal titolo 'Affrontare la violenza sulle donne - Prevenzione, riconoscimento e percorsi d'uscita nel quale una parte consistente sarà rappresentata dalla discussione della Teen dating violence, la violenza da appuntamento tra adolescenti e della violenza nelle giovani coppie. Si tratta, sottolineano gli organizzatori del convegno, di situazioni di violenza non facili da individuare e comprendere per le stesse ragazze che ne sono vittime, coinvolte da quello che dovrebbe essere il 'primo amore', ma che con l'amore e il rispetto che deve accompagnarlo non ha nulla a che fare.
"Quando si pensa alla violenza di genere, si è soliti immaginare coppie adulte, sposate o che convivono; in realtà esperienze simili si possono verificare anche tra giovani e giovanissimi che stanno scoprendo le relazioni di coppia spesso per la prima volta", chiarisce Lucia Beltramini, psicologa esperta in violenza su donne e minori che parteciperà come relatrice al convegno di Rimini. "Pensare alle prime esperienze d'amore in adolescenza evoca immagini di felicità e spensieratezza oltre che il mettersi in gioco nel rapporto con un'altra persona. Può però accadere che, proprio in questa fase della vita, i giovani si trovino a vivere esperienze molto diverse da quelle immaginate, spesso senza rendersi conto di quanto stia succedendo loro e senza sapere come e a chi rivolgersi per chiedere aiuto".
Uno dei problemi maggiori nell'affrontare il fenomeno è la necessità di spiegare ai ragazzi che quanbto stanno vivendo è violenza, non normalità, poiché spesso tali atti non sono riconosciuti come violenza e inaccettabili. In particolare, comportamenti di dominazione e controllo sono scambiati per segni di interessamento e amore. "Non vuole che parli con altri perché sono sua, ci tiene a me", si sente dire alle ragazze, frasi che fanno chiedere dove siano finite le battaglie femministe nelle quali al centro si poneva ben altro concetto, quel "io sono mia" fondamento dell'autodeterminazione.
Nelle giovani coppie, così come in quelle adulte, la violenza fisica può essere minimizzata "Mi ha colpita solo perché era nervoso". Le pressioni sessuali possono non essere riconosciute come tali "Se non gli dico di sì, mi lascia". Anche per la presenza di questi meccanismi di negazione, ragazzi e ragazze sono maggiormente a rischio di fare proprio un modello di relazione di coppia improntato all'esercizio del dominio sull'altro, che potrebbe riprodursi anche nelle future relazioni adulte e per il quale risulta cruciale un intervento precoce.
Visto questa tendenza alla negazione, al non riconoscimento del problema come tale, è fondamentale aiutare i ragazzi partendo dalla prevenzione. "Negli ultimi anni le riflessioni e gli interventi sul tema della violenza contro le donne e le ragazze hanno ottenuto maggiore diffusione e visibilità, e la volontà di realizzare interventi preventivi efficaci impegna istituzioni, comunità, operatori e operatrici che vorrebbero promuovere relazioni positive e rispettose tra ragazzi e ragazze. Anche la normativa è arrivata in aiuto", prosegue Beltramini. "Tali interventi non possono però prescindere da un'attenta analisi di quello che è il contesto sociale e culturale nel quale ragazzi e adulti si trovano a vivere, un contesto ancora fortemente permeato, anche a livello mediatico, da modelli stereotipati di maschile e femminile e rapporti tra i sessi poco improntati alla parità. Avere la possibilità di proporre percorsi di riflessione e di messa in discussione degli stereotipi sui ruoli di genere può permettere agli adolescenti di favorire lo sviluppo del senso critico e attivare processi metacognitivi importanti".
I sintomi ci sono e bisogna saperli individuare. Ragazzi e ragazze che hanno vissuto o stanno vivendo una relazione violenta possono presentare, più spesso degli altri, bassa autostima, perdita di interesse per ciò che accade in famiglia, a scuola o negli altri contesti di vita, problemi di memoria e concentrazione, difficoltà scolastiche. Per aiutarli è importante sostenerli perché superino paura e vergogna e tenere a mente che l'adolescenza è una fase di vita in cui non sono ancora adulti ma neanche bambini, perciò potrebbero presentare sufficiente consapevolezza di quanto accaduto per raccontare la loro esperienza. Nonostante questo, raramente chiedono aiuto in maniera diretta proprio perché bloccati da vergogna, senso di colpa, timore di non essere creduti, confusione
per i sentimenti provati, autocolpevolizzazione. Per rompere questo muro di silenzio è quindi fondamentale, sottolinea la psicologa, prestare loro attenzione, offrire uno spazio di ascolto non giudicante, rispettare i loro tempi e fornire le informazioni corrette sui servizi a disposizione.
http://www.repubblica.it/cronaca/2017/09/15/news/la_violenza_delle_coppie_giovani_una_ragazza_su_dieci_aggredita_prima_dei_18_anni-175557872/

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