Era il 1951 e il governo era quello guidato, per la settima volta, da Alcide De Gasperi, quando la democristiana Angela Maria Guidi Cingolani veniva nominata sottosegretario al ministero dell’Industria e commercio. Si trattava della prima donna nell’epoca repubblicana a ricevere un incarico di Governo. Ma dovettero passare altri 25 anni prima che, nel 1976, alla Dc Tina Anselmi venisse affidato, nel terzo esecutivo Andreotti, il timone del ministero del Lavoro, diventando così la prima ministra ben trent’anni dopo la nascita della Repubblica. Dal 1948 ad oggi il cammino verso la parità negli incarichi di vertice governativi e parlamentari è stato lungo e tutto in salita. Come emerge da uno studio dell’Ufficio valutazione impatto (Uvi) del Senato, in 70 anni nessuna donna ha mai presieduto un Governo e su oltre 1.500 incarichi di ministro in 64 esecutivi con 28 diversi Presidenti del consiglio, le donne ne hanno ottenuti appena 78 (più due interim), 38 dei quali in dicasteri senza portafoglio.
Prime “quote rosa” con i governi di centrosinistra
Tredici esecutivi sono stati composti esclusivamente da uomini. Soltanto a partire dal 1983, con il quinto gabinetto Fanfani, la presenza di ministre è diventata costante. Il maggior numero di ministeri “rosa” si è registrato a partire dal 2006 e il top è stato raggiunto con il secondo governo Prodi e con l’esecutivo Renzi (21 ministre). I dicasteri dell’Economia e delle Infrastrutture e Trasporti non sono però mai stati a guida femminile.
Le donne italiane festeggiano traguardi e inseguono miraggi
Presidenza del Senato, un miraggio
Non molto meglio è andata in Parlamento: la carica di presidente della Camera è stata “rosa” in sole 5 legislature su 17 e, a tutt’oggi, nessuna donna è riuscita a salire sullo scranno più alto di palazzo Madama. A ricoprire per la prima volta l'incarico più importante a Montecitorio nell’ottava legislatura è stata Nilde Iotti, poi confermata nelle due successive legislature. Anche il bilancio delle presidenze delle Commissioni parlamentari parla chiaro: finora sono appena 23 quelle assegnate a senatrici (8) e deputate (15), ma dal '48 ad oggi nessuna donna ha mai guidato le commissioni Bilancio e Finanze, ovvero quelle che si occupano di economia. La prima vicepresidente della Camera (Maria Lisa Cinciari Rodano) è stata eletta nel 1963 mentre al Senato si è dovuto attendere fino al 1972 (con la nomina di Tullia Romagnoli Carettoni). Fino all’ultima legislatura (la diciassettesima) a Montecitorio le vicepresidenze sono state affidate a 8 donne e a Palazzo Madama a 9.
Nella nuova legislatura più spazio alle donne
Nella prima legislatura, nata dopo il voto del 14 aprile 1948, solo il 5% dei seggi (49 parlamentari su 982) fu occupato donne. Da allora sono dovuti trascorrere 30 anni e 7 legislature, come si sottolinea nel dossier dell’Uvi del Senato, per vedere più di 50 donne in Parlamento (nel 1976), mentre quota 100 è stata superata nel 1987 e quota 150 nel 2006. Nella legislatura che si è appena conclusa le donne elette sono state 299 (il 30,1%) con un aumento del 10% rispetto alla sedicesima legislatura. Una percentuale che, secondo il dossier, dovrebbe essere superata anche nella nuova legislatura (la diciottesima). Dei 9.529 candidati che si sono presentati alla tornata elettorale del 4 marzo scorso più del 45% erano donne.
13 Regioni mai guidate da donne, 1086 donne sindaco
Non solo. Su un totale di 272 presidenti delle Regioni, eletti nella storia delle 20 regioni italiane prima del 4 marzo 2018, le donne sono state solo 9 (più 2 facenti
funzione): poco più del 3%. Ne hanno elette 2 ciascuna l’Umbria (entrambe le governatrici sono state confermate per un secondo mandato) e il Friuli-Venezia Giulia, seguite da Abruzzo, Lazio, Lombardia, Piemonte e Trentino-Alto Adige con una. Su 20 regioni, 13 non sono mai state guidate da una donna.
Nei Comuni 1086 donne sindaco
Quanto ai comuni, il dossier del Senato evidenzia come le donne sindaco in carica ad oggi sono 1086, di cui 1004 alla guida di comuni inferiori ai 15.000 abitanti. La percentuale più alta è in Emilia Remogna, la più bassa in Campania e Sicilia. Nel 1946, alla fine delle varie tornate di elezioni comunali, 10 donne ricoprivano la carica di sindaco e circa 2.000 quella di consigliera comunale. Quarant'anni dopo, nel 1986, le prime cittadine erano salite a 145. Tra il 1986 e il 2016 il loro numero è aumentato di oltre 7 volte: da 145 a 1.097. Sono
aumentate anche le assessore, passando da 1.459 nel 1986 a 6.834 del 2016.
Le quote rosa a Strasburgo
Il dossier evidenzia anche che nel Parlamento europeo (eletto a suffragio popolare diretto per la prima volta nel 1979) la percentuale di donne italiane è stata nelle prime cinque legislature meno del 15% della nostra rappresentanza.
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2018-03-08/quote-rosa-politica-70-anni-donne-solo-78-incarichi-ministro-1500-142936.shtml?uuid=AE75zdDE
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