venerdì 27 aprile 2018

Dimissioni neo mamme: è boom, in 25 mila costrette a lasciare il lavoro

Dimissioni neo mamme: in venticinquemila hanno dovuto rinunciare al loro lavoro per occuparsi dei propri figli e per conciliare la vita privata con il lavoro.

Lo dicono i dati dell’Ispettorato del Lavoro. La fotografia è l’ennesimo colpo alla gender equality. Alla democrazia, potremmo osare.

Neo mamme in difficoltà: il lavoro o i figli, la scelta più difficile
Quando i dati arrivano alla conclusione che 25 mila neo mamme sono costrette a lasciare il lavoro, nonostante la recente legge contro le “dimissioni in bianco”, il problema è davvero al suo culmine. E se il benessere di una società si vede dalla sua popolazione, dal numero di nascite e  dalla sua demografia, non è più rinviabile un intervento politico. Le donne non devono trovarsi a scegliere tra lavoro e maternità. “Valori che appartengono non solo alle donne, ma all’intera collettività” Uomini compresi. Lo dichiara Loredana Taddei, Responsabile Nazionale delle Politiche di Genere della Cgil, intervistata da noi di WWI.

Come commenta i dati delle dimissioni neo mamme?
La relazione del Ministero del Lavoro è l’ennesima conferma che le politiche di conciliazione e di pari opportunità oggi non sono in grado di garantire un reale sostegno alle donne. E anche all’economia del Paese. Abbiamo denunciato, con Cisl e Uil, nei mesi scorsi, la crescita esponenziale delle dimissioni neo mamme. Fenomeno che il Rapporto dell’Ispettorato del Lavoro del 2016 non ha smentito. Delle 29.879 donne che si sono licenziate, 24.618 hanno addotto motivazioni legate alla difficoltà di assistere i figli e di conciliare la vita privata con il lavoro.

Come se lo spiega?
E’ un numero enorme che rende evidente come, fra le tante problematicità storiche del mercato del lavoro, quella di genere sia particolarmente grave. I dati confermano anche che fare figli in Italia è una questione privata e che troppo spesso per le lavoratrici la maternità diventa non solo un ostacolo al rientro al lavoro, ma anche al percorso di crescita professionale. Parliamo di demansionamento e di isolamento, fino a provocarne le dimissioni. Determinando così condizioni di discriminazione e di povertà per le donne, oltreché per le famiglie monoreddito con prole e di conseguenza per i minori.

Forse a mancare è anche il monitoraggio degli esiti legislativi?
Si, il dato elevato sulle dimissioni neo mamme mette anche in evidenza la necessità che il Ministero del Lavoro rafforzi il monitoraggio del fenomeno. Nonché la valutazione degli esiti relativi agli interventi legislativi introdotti per contrastare le cosiddette dimissioni in bianco. Non è più rinviabile un intervento politico che permetta alle donne di non essere costrette ancora oggi a dover scegliere tra lavoro e maternità, come se non fosse un valore per l’intera collettività.

Come si riducono le differenze nel lavoro?
A partire da quelle salariali, è fondamentale la contrattazione collettiva. Lo dimostra che dove è più ampia la copertura contrattuale le differenze tra uomini e donne sono minori. E’ necessario cambiare il mercato del lavoro e stoppare la crescita selvaggia dei contratti precari.

Ci sono stati dei segnali positivi sul lavoro femminile nel nostro Paese?
Al momento gli unici segnali di miglioramento riguardano le donne nei vertici aziendali, aumentate significativamente. Soprattutto grazie ad un obbligo di legge, la L.120/2011. Che prevede l’aumento progressivo di nomine femminili negli organi di amministrazione e controllo delle società quotate. Le donne sono passate dal 15% del 2013 al 30% nel 2016, che però registra soltanto 17 amministratrici delegate. Mentre le imprese a guida femminile sono in percentuale ancora solo il 21,8%. Insomma, sono pochissime le donne che occupano poltrone veramente importanti. Tutto questo ci dice che non più rinviabile un impegno concreto. A partire da politiche mirate per creare occupazione, per aumentare servizi e tutele sociali, per strutturare politiche di conciliazione. Possibilmente tutte coordinate tra loro.
http://winningwomeninstitute.org/news/dimissioni-neo-mamme-e-boom/

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