E nel vederti lì, in piedi da sola davanti a quell’enorme pullman, piccola e determinata, mi sono domandata: dove sono tutti gli altri?
Perché non sono tutti lì: i parlamentari che abbiamo votato, che non sono la maggioranza, ma nemmeno pochi. Dove sono?
Dove si sono chiusi a parlare, parlare, parlare, mentre fuori il mondo succede – come se fosse inevitabile? Bisogna guardarlo e ascoltarlo, il video di te ieri mattina. Perché può sembrare facile, mettersi davanti a un pullman. Ma hanno cercato di tirarti via e tu, con la calma della ragione e del diritto, a quel signore hai detto: “Non mi può spostare”.
“Lei sa quante persone ci sono qui dentro?”, hai chiesto poi al signore che continuava a cercare di mandarti via, seppur un po’ intimorito dal benedetto tesserino di parlamentare – che almeno a questo ancora serve. “Voglio sapere se qualcuno sa a che strutture sono destinate, se si conoscono le loro storie. Sono persone: non numeri, non animali”.
E intanto con la mano toccavi il pullman, che indietreggiava come se lo stessi spingendo.
Lo hai fermato, lo hai fatto tornare indietro. E, facendolo, ci hai fermati tutti.
Ci hai tolti dalla strada dell’impossibilità, ci hai aperto gli occhi davanti a quel che i nostri rappresentanti non stanno facendo. Quello a cui io ho dato il voto: lì con te non c’era. Tutti quelli che non erano lì con te: non stanno facendo il loro lavoro di politici. Loro sono peggio di chi sta prendendo le decisioni sbagliate: perché loro non le stanno contrastando.
I gesti cambiano la storia. Io che ti conosco, so che il gesto ieri non lo hai fatto per calcolo politico. Lo hai fatto perché sentivi di doverlo fare: perché l’alternativa per te, semplicemente, non c’era. Benedette le telecamere, benedetti i social, benedetto anche chi ha cercato di fermarti: adesso questa storia è una storia diversa, una storia nuova.
Il pullman è ripartito, purtroppo, ma la narrazione è cambiata. Non più solo sconfitta e rassegnazione: ma lo spazio, seppur minimo, per i diritti umani che la politica dovrebbe tutelare. Adesso che sei stata in piedi anche per noi, forse diventerai un simbolo: il simbolo benedetto di una politica che può ancora voler dire qualcosa, può ancora servirci.
Vi invito: guardate il video di Rossella Muroni che difende i diritti umani di tutti noi. E’ bella politica, e non se ne vedeva da troppo tempo.
https://alleyoop.ilsole24ore.com/2019/01/25/rossella-muroni/?uuid=106_2hkcOjYL&fbclid=IwAR1HdYeHdcGKzjFmmfppYptDIcP0o4jrIP-jxMb7iyCgxK-0Qi7egFNoKTU
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