venerdì 6 dicembre 2019

La stanza dello scirocco. Centroantiviolenza distrettuale, Cadmi se ne va

Con una serata sul tema “La violenza di  genere a partire dal nostro territorio”, si è concluso il percorso organizzato per il 25 novembre di quest'anno.
Dopo un veloce racconto dei recenti episodi di violenza sulle donne avvenuti a Corsico, viene ricordato che dopo secoli di invisibilità la violenza sulle donne è diventata visibile grazie al “ruolo importante svolto dal movimento delle donne e delle organizzazioni non governative di tutto il momdo” (Dichiarazione ONU ). La violenza sulle donne è oggi riconosciuta come violazione dei diritti mumani, non più emergenza, ma problema strutturale sociale e culturale. Da eliminare con azioni di informazione, sensibilizzazione, contrasto.
E' stato riconosciuto il valore dei Centri Antiviolenza come luoghi speciali nei quali “donne stanno accanto ad altre donne in un rapporto di relazione” per uscire dalla violenza. Le operatrici Cadmi che hanno gestito il Centro antiviolenza distrettuale “La Stanza dello Scirocco” hanno fatto  un'analisi della violenza emersa sul territorio.
Nei quattro anni di attivazione al Centro si sono rivolte 248 donne, 56 da gennaio a novembre di quest'anno. Numeri importanti...
L'attenzione si sposta poi sulla conclusione della gestione da parte di Cadmi del Centro “La Stanza dello Scirocco” dovuta alla scelta di Regione Lombardia, unica regione, di chiedere alle donne che si rivolgono ai centri antiviolenza il codice fiscale. La richiesta del codice fiscale mette a rischio l'anonimato, e di conseguenza l'incolumità, delle donne pietra miliare di alcuni storici centri antiviolenza fra cui Cadmi che, ricordiamo, è stato il primo luogo di accoglienza delle donne maltrattate in Italia ed ha una lunga storia  di esperienza e di saperi. I Centri antiviolenza che non accettano di richiedere i codici fiscali alle donne vengono esclusi dalla partecipazione ai bandi per l'attribuzione dei fondi per la gestione dei centri. Cadmi è fuori, come molti altri soggetti che non accettano il dictat della Regione.
Molte le riflessioni politiche, culturali e sociali sulle reali motivazioni e sugli effetti di questa irremovibile scelta di Regione Lombardia. Resta l'amarezza di veder conclusa un'esperienza di azioni e di relazioni positive che si erano attivate sul territorio.
La serata si conclude ringraziando Cristina Carelli, Malvina Monti, Margherita Toresani e Ausonia Minniti e con la promessa di restare in relazione.

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