venerdì 24 marzo 2023

In Italia una ragazza su due si sente ancora condizionata da stereotipi di genere di Elena Fausta Gadeschi

Una volta sfondato il soffitto di cristallo, non ci si deve dimenticare di chi regge le fondamenta

È vero, l'Italia non ha ancora avuto una presidente della Repubblica donna. Ma sono donne la presidente del Consiglio e la leader dell'opposizione, la presidente della Corte di Cassazione e la presidente della Corte Costituzionale, per non dimenticare la donna alla guida dell'avvocatura dello Stato e del Consiglio nazionale forense. Nel 2023 si può ben riconoscere che le stanze dei bottoni siano per la maggior parte occupate da figure femminili. Eppure, una volta sfondato il soffitto di cristallo, non ci si deve dimenticare di chi regge le fondamenta: ragazze e donne come tante su cui ancora gravano stereotipi di genere profondamente invalidanti. "L'Italia non è un Paese per noi" non è solo il pensiero diffuso tra molte giovani, ma è anche il nome della ricerca dell’Osservatorio indifesa di Terre Des Hommes, secondo cui il 53,96% delle intervistate (oltre 2.000 ragazze adolescenti dai 14 ai 26 anni) si sente condizionata da cliché e retaggi maschilisti nella vita di tutti i giorni e in particolare sul posto di lavoro.

"Non ci hanno visto arrivare" – per citare l'ormai celebre battuta di Elly Schlein – o non ci vogliono vedere arrivare? Questo è il problema. Le intervistate non solo denunciano di sentirsi limitate da logiche maschiliste, ma di non poter contare su una rete di sostegno e su modelli educativi a cui ispirarsi. Per il 20% di loro "non c’è nessun modello di riferimento" e per il 30% il principale modello è la propria mamma. Questo significa che una ragazza su tre non ha riferimenti esterni alla famiglia per progettare il proprio futuro e spesso è proprio in casa che si perpetuano pregiudizi più o meno inconsci rispetto a certe carriere e professioni.

"Occorre lavorare affinché genitori e insegnanti incoraggino le ragazze a seguire percorsi di studio che permettono carriere vicine ai loro reali desideri, al netto dei condizionamenti esterni, che arrivano persino dai libri di testo che ancora troppo spesso raffigurano gli uomini come scienziati e ingegneri e le donne come maestre e infermiere – spiega a Repubblica Paolo Ferrara, direttore generale di Terre des Hommes –. Ogni anno con la nostra campagna indifesa ci impegniamo a diffondere i dati della violenza e delle discriminazioni, ma cerchiamo anche di offrire a ragazze e ragazzi percorsi che possano accrescere la loro consapevolezza su queste tematiche e proporre nuovi modelli per essere davvero leader del cambiamento per una società più equa e inclusiva".

Come racconta Dossier Indifesa 2022, la situazione è drammatica per le cosiddette Neet (Not in Education, Employment or Training - fuori da percorsi educativi, disoccupate e senza formazione professionale), per le quali l'Italia detiene il record europeo negativo: le italiane tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano rappresentano il 25%. Il gender gap si evidenzia pure nei corsi di laurea in materie Stem in cui le ragazze rappresentano solo il 21% nonostante il 60% dei laureati siano donne. Risultati scoraggianti anche per quanto riguarda l'educazione finanziaria, che per le studentesse 15enni resta terreno sconosciuto. Molte di loro infatti non hanno idea di come gestire un conto corrente né calcolare il tasso di interesse di un prestito né capire un investimento finanziario. Se in Europa la differenza di alfabetizzazione è di 2 punti percentuali, in Italia sale a 15 punti. Da qui l'esigenza di Terres des Hommes di promuovere corsi di educazione finanziaria per donne in situazione di vulnerabilità grazie alla collaborazione con la Global Thinking foundation.

La pandemia ha rallentato e in alcuni casi ha fatto perdere i progressi acquisiti finora. Secondo l'Osservatorio il 47,78% delle giovani dichiara di aver assistito a una violenza fisica, mentre 7 ragazze su 10 sostengono di aver assistito ad episodi di violenza psicologica. Cresce però la consapevolezza attorno al tema della salute mentale e ai pericoli a cui giovani e donne sono esposti. Il 23,14% percepisce il rischio della solitudine e dell'isolamento sociale (23,14%) e il 19,72% il pericolo della violenza psicologica (19,72%). Il bullismo (17,90%) e la violenza sessuale (17,39%) sono tra i maggiori pericoli e per l’82,90% il web non è un ambiente sano e sicuro. E per quasi il 34% delle intervistate non si stanno facendo passi avanti nella parità di genere. Non esiste un'unica soluzione, ma è fondamentale che famiglie e scuole cooperino per promuovere modelli educativi positivi. Con questa finalità nel 2020 Terre des Hommes e Junior Achievement Italia hanno lanciato #IoGiocoAllaPari – Palestra di Diritti e Competenze, un percorso di potenziamento generazionale e parità di genere rivolto a ragazze e ragazzi di scuola secondaria di secondo grado per unire la consapevolezza dei diritti con quella delle competenze attraverso workshop e incontri con esperti. Ormai è dimostrato che i bias di genere vengono interiorizzati dai bambini a partire dai 5 anni: prima si agisce, meglio si combatte per la gender equality.

https://www.elle.com/it/magazine/women-in-society/a43362891/stereotipi-genere-italia/?fbclid=IwAR1PecPiyYznjYotXJGhJcbWa_BDRznX1QV_ZOoo7XuSRz2rE9NeobKzXKA

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