domenica 3 marzo 2024

Che c’è di strano? Oggi niente.

 Pensa un po’. Hai studiato, ti sei laureata, vuoi lavorare, anche per mettere in pratica quello che hai studiato. Ad esempio, ti sei laureata in scienze politiche e vorresti provare a fare il concorso da prefetto. Che c’è di strano?

Oggi niente.

Ma nel 1958 in Italia, non era solo strano, era proprio impossibile, perché alcuni concorsi pubblici erano riservati solo agli uomini.

Eppure, la giovane Rosa Oliva che si era brillantemente laureata alla Sapienza di Roma, aveva provato lo stesso a fare la domanda al concorso. Invano, perché la domanda fu respinta.

Ma Rosa Oliva non si scoraggió. Decise di fare ricorso, e la questione arrivò fino alla Corte Costituzionale che le diede ragione, perché escludere le donne dai concorsi pubblici non era solo sbagliato, ma anche in contrasto con l’articolo 3 che sancisce il principio di  uguaglianza, e con l’articolo 51 della Costituzione sulle pari opportunità nell’accesso agli uffici pubblici.

La battaglia di Rosa Oliva divenne così la battaglia di tutte le donne italiane che finalmente videro pienamente riconosciuto un diritto fondamentale.

Rosa alla fine non diventerà prefetto, perché con i lunghi tempi della giustizia nel frattempo aveva vinto un altro concorso. Ma la sua determinazione è servita per spianare la strada a tante donne dopo di lei.

Rosa Oliva oggi ha 91 anni ma dopo una vita dedicata al lavoro, alla famiglia e al volontariato, continua a essere impegnata sul tema della parità di genere, ha fondato l’associazione Aspettare Stanca e anche la Rete per la Parità che tuttora presiede.

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