martedì 5 marzo 2024

Donne e scienza, in Italia solo una laureata su sei, il divario da colmare Come possiamo incoraggiare l'accesso della ragazze alle materie Stem? DI ELENA FAUSTA GADESCHIP

Poche donne nelle materie Stem. Se in passato questo problema sembrava avere implicazioni solo sulla parità di genere perché legato alla scarsa partecipazione femminile ai corsi di laurea in ambito tecnico-scientifico, adesso si è capito che è una questione cruciale in cui si gioca il futuro del Paese e delle stesse aziende, dove il ricambio generazionale è lento e la difficoltà di assumere ingegneri, sanitari, elettrotecnici, ma anche meccanici e progettisti supera il 60% con una crescita costante da mesi. A parlare sono i dati di Unioncamere-Anpal citati da IlSole24Ore, che ricordano come ogni anno manchino alle imprese circa 230/240mila laureati, quasi tutti Stem. Secondo il report Istat del 2022 infatti solo il 34,5% tra gli uomini (uno su tre) è laureato in questo ambito, mentre la quota scende al 16,6% tra le donne (una su sei).

Ancora troppi pochi giovani scelgono di specializzarsi in ambito tecnico-scientifico e ciò avviene nonostante i tassi di occupazione tra i 25 e i 64enni siano altissimi per queste materie: 86% per i laureati Stem e 88% per chi è nell'area medico-sanitaria e farmaceutica, contro un'occupazione al 77,7% per il settore umanistico e dei servizi, e all'83% nell'area socio-economica e giuridica. Per invertire questa tendenza e aumentare la partecipazione femminile l'11 febbraio si celebra la "Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza", un'iniziativa che si colloca all'interno della Settimana nazionale delle discipline scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche indetta dal governo dal 4 all'11 febbraio.

Per valorizzare il ruolo delle competenze in queste discipline (e non solo) e sensibilizzare l'opinione pubblica sulle disparità di genere nell'accesso delle ragazze alla ricerca, la compagnia francese di telecomunicazioni iliad, presente in Italia dal 2018, ha deciso di realizzare iliadship, un progetto a sostegno della formazione universitaria che prevede un investimento di oltre un milione di euro in dieci anni volto a sostenere lo sviluppo delle competenze nelle giovani generazioni. A partire da giugno dello scorso anno, l'azienda – insieme al suo Advisory Board – selezionerà ogni anno una classe di 10 studenti tra neolaureati triennali che si iscrivono a corsi di laurea magistrale e iscritti ai corsi di laurea magistrale a ciclo unico. La classe sarà formata da sei giovani universitari che intendono proseguire gli studi nelle materie Stem, due in Scienze sociali e due in Arts & Literature. A ogni studente verrà assegnata una borsa di studio del valore di 15mila euro, inoltre i giovani selezionati saranno affiancati da un mentore scelto fra i componenti dell'Advisory Board e avranno la possibilità di seguire corsi di formazione, workshop e tirocini extra-curricolari.

Nella prima edizione di questo progetto è significativo che tre delle sei borse di studio dedicate alle materie Stem indette a livello nazionale siano state assegnate a tre ragazze: Sofia Da Col, studentessa al Politecnico di Milano in Urban Planning and Policy Design, Federica Topazio, sempre iscritta al Politecnico di Milano, ma in Computer Science and Engineering con specializzazione in Intelligenza Artificiale, e Lina Atanasova, studentessa all'Università di Torino in Quantitative Finance and Insurance. Classe 2001, le tre ragazze provengono da percorsi diversi, ma sono accumunate dalla passione per le discipline Stem, "ancora caratterizzate da una forte disparità di genere" come ricorda Sofia, che non nasconde come per intraprendere questi studi serva "non solo impegno, ma anche una buona dose di caparbietà e di coraggio. Opportunità come iliadship permettono a noi donne di rendere concreta l’uguaglianza e di ricostruire questa narrativa secondo i nostri termini".

"Occorre rivoluzionare il modo in cui la scienza e la tecnologia vengono rese accessibili alle/ai giovani di oggi – prosegue Sofia –. È necessario che insegnanti ed esperti del settore mettano la loro esperienza al servizio delle nuove generazioni in uno scambio orizzontale, fondato su esempi ed applicazioni tangibili, affinché tutte e tutti riescano a riconoscere il proprio potenziale. È fondamentale anche rompere alcuni tabù intorno alla figura dello scienziato, ad esempio, e magari ricostruire il profilo di chi 'può fare la scienza'". "L'avvicinamento dei giovani, in particolare delle ragazze, alla scienza e tecnologia richiede lo smantellamento di contesti stereotipati e pregiudizi radicati che tradizionalmente orientano i ragazzi verso queste materie più delle ragazze – le fa eco Federica –. La mia esperienza personale riflette la necessità di una cultura che, fin dalla tenera età, dovrebbe promuovere l'uguaglianza di genere, incoraggiando un approccio educativo inclusivo verso le materie Stem. Iniziative mirate, come workshop, campi estivi e concorsi tecnologici, rivolti egualmente a ragazze e ragazzi, giocano un ruolo fondamentale nello stimolare l'interesse e la partecipazione attiva. È essenziale, inoltre, l'impegno di istituzioni educative e politiche pubbliche nel garantire pari opportunità di accesso e successo in questi ambiti, per abbattere definitivamente il divario di genere in scienza e tecnologia".

"Nel mio caso è stata proprio l'università a spronarmi verso una laurea magistrale legata alle scienze statistiche. Durante il mio percorso di studi triennale, in Economia, mi sono appassionata alla parte più quantitativa e tecnica della finanza" spiega Lina, che sogna un futuro da Data Analyst. "Per me leadership significa saper essere consapevoli, responsabili, assertivi e soprattutto saper motivare e prendere in mano le redini del gioco per guidare gli altri verso un obiettivo". "Significa creare un ambiente in cui tutti si sentano ascoltati, rispettati e motivati a dare il meglio di sé, senza distinzione di genere/background" aggiunge Federica. "Significa condividere le proprie conoscenze – conclude Sofia –, essere un esempio con i propri comportamenti, dando all'altro lo spazio di esprimersi. Non è una capacità innata, ma un'abilità che si può acquisire".

https://www.elle.com/it/magazine/a46692523/donne-scienza-divario/?fbclid=IwAR1VoyPaqJkGi4l41kYB6PAVp9hqkq-UuHsiNxgp7JRNPJOUzwFVeHwTuKY




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