lunedì 9 maggio 2016

«Ci salviamo con l’ironia Io, l’imperfetta della fiction, testimone della normalità» di Stefania Ulivi

A partire da oggi, 8 maggio, festa della mamma, le 24 puntate della prima stagione di La Mamma (im)perfetta tornano visibili sul sito del Corriere
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«Abbiamo aperto una porta, fino a quel momento nell’immaginario narrativo della fiction le madri tendevano a stare sullo sfondo o emergevano come figure beatificate. Se avevano difetti, erano delle assassine. Aver fatto diventare la normalità, con tutte le sue imperfezioni, il cuore del racconto ha rappresentato una grande novità. Qualcosa di molto contemporaneo».

Tre anni fa, proprio in questi giorni Lucia Mascino si affacciava dal sito del Corriere della Sera in qualità di protagonista di un esperimento inedito, Una mamma imperfetta. «Mi chiamo Chiara Guerrieri, ho 39 anni, vivo a Roma, ho un marito, due figli, un lavoro che mi piace, una casa». Un racconto seriale, pensato per il web e quindi per la tv, della quotidianità di una donna come tante, divisa tra lavoro, figli, marito, incombenze varie, pasticci, sogni di evasione. Una serie declinata in episodi di otto minuti, scritta e diretta da Ivan Cotroneo (anche ispirandosi ai temi del blog La 27 ora), prodotta da Indigo Film e 21 in collaborazione con il Corriere della Sera e Raifiction (la due stagioni sono passate in diversi momenti su Raidue e Raitre).

A partire da oggi, 8 maggio, festa della mamma, le 24 puntate della prima stagione tornano visibili sul sito del Corriere. Ritroviamo Chiara Guerrieri e le sue sorelle in prima linea sul fronte della difficile arte della conciliazione: Claudia (Vanessa Compagnucci), Marta (Alessia Barela) e Irene (Anna Ferzetti). Intorno i figli, i mariti, i colleghi d’ufficio, le madri campionesse in tutto, modelli ineguagliabili e pericolosi.

E un pugno di guest-star che si lasciò trascinare volentieri, da Claudia Gerini, a Riccardo Scamarcio, a Pier Francesco Favino. «Capita spesso che mi fermino per strada, mi chiedono notizia di Chiara e mi raccontano le loro storie — dice Lucia Mascino —. È come se la sentissero vicina. Forse è stato anche il fatto che si raccontasse in prima persona, con ironia ma anche con molto realismo».

Il tutto nel Paese più mammone del pianeta. E ancora troppo poco attento alle problematiche della madri lavoratrici: l’Italia è in 111esima posizione su 145 Paesi nel Global Gender Gap Report2 citato dal «Rapporto Mamme 2016» appena pubblicato da Save The Children, dal titolo molto esplicativo: «Le equilibriste». E dalla sintesi efficace: famiglia (tanta) e lavoro (poco).

«Troppe sono ancora le differenze e le disuguaglianze sociali, economiche e professionali che penalizzano le madri in Italia», sottolinea il rapporto. «Le donne italiane dedicano al lavoro familiare più ore di tutte le altre donne in Europa, tra queste, le madri sono chiaramente le più impegnate. È giusto? È quello che vogliono le donne? Conviene al sistema? È possibile redistribuire il lavoro di cura in un’ottica di maggiore condivisione delle responsabilità genitoriali?». Domande non nuove ma ancora in attesa di riposte.

Una mamma imperfetta ha avuto, tra gli altri meriti, quello di aver contribuito a rinnovare l’immaginario, piuttosto stantio, della maternità. Son tutte imperfette le mamme d’Italia, ormai è un dato acquisito. Rivendicando la libertà di non rispondere a modelli e pretendendo di non essere messe ancora nelle condizioni di dover scegliere tra carriera e famiglia. I padri, certo, sono chiamati a fare la loro parte. Non solo l’8 maggio. Con buona pace di Barack Obama e delle sue belle (e un po’ ipocrite) parole. «Tutti sanno che a casa nostra il lavoro di presidente è solo il terzo per importanza. Questo weekend ho intenzione di prendermi un po’ di tempo per ringraziare Michelle per il modo straordinario in cui svolge il lavoro più importante: fare la mamma».

MAMME D’ITALIA
Sarà pure stata importata dagli Usa in Italia per motivi commerciali, a metà degli anni Cinquanta del secolo scorso. Resta però il fatto che la festa della mamma, che si celebra oggi, è legata intimamente e sinceramente a una figura. Forse più di qualunque altra celebrazione. Una sorta di ricorrenza laico-civile che si è diffusa gradualmente in ogni parte del pianeta. Perché al di là di differenze culturali, linguistiche e religiose l’influenza sociale delle madri ha una valenza unica. Ed è ricordata un po’ da tutti. Anche sui social network, dove si fa a gara tra chi lascia il pensiero più toccante (Facebook ha lanciato l’omaggio floreale). Immancabili anche le polemiche, come quelle tra i difensori della famiglia «classica» e i sostenitori dei nuovi nuclei non tradizionali. Ma per un giorno al centro della scena ci sarà lei: la mamma.

http://27esimaora.corriere.it/articolo/ci-salviamo-con-lironiaio-limperfetta-della-fictiontestimone-della-normalita/

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