mercoledì 11 gennaio 2017

Le 20 artiste che hanno cambiato la storia dell’arte

Evolvendosi nel tempo, il ruolo della donna è diventato sempre più preminente, ma soprattutto è l’Arte stessa ed essere mutata negli ultimi anni…

MILANO – In principio fu Artemisia Gentileschi, pittrice italiana di scuola caravaggesca vissuta durante la prima metà del XVII, che aprì la strada alla nuova ideologia che non solo gli uomini potevano ricoprire il ruolo di artisti. Evolvendosi nel tempo, il ruolo della donna è diventato sempre più preminente, ma soprattutto è l’Arte stessa ed essere mutata negli ultimi anni. La scena artistica attuale è molto ricca di proposte ed esempi che scaturiscono dalle sue interpreti, ma vediamo nel dettaglio quali sono le pittrici, fotografe e performer contemporanee più famose e conosciute.

LE PROTAGONISTE NELLA STORIA – Tra i primi riferimenti ad artisti donne, Plinio il Vecchio ci riporta alcuni nomi di pittrici greche: Timarete, Kalypso, Aristarete, Iaia e Olympas. Probabilmente la componente femminile nel mondo dell’arte è stata sempre presente; esse forse sono sempre esistite da quando esiste l’arte, ma fino al XVI secolo il loro contributo, la loro effettiva presenza documentata nella storia rimane poco visibile, forse quasi nulla.
C’è da sottolineare che nel Medioevo, gli artisti, sia uomini che donne, raramente erano menzionati personalmente. Essi erano considerati degli “artigiani” e raramente firmavano le loro opere. In altri settori le donne però venivano nominate: come membri delle corporazioni miniaturistiche, illustratrici di libri o ricamatrici. La maggior parte di esse però erano normalmente suore o aristocratiche. Però dal Rinascimento all’Impressionismo le cose cominciano davvero a cambiare: le donne artiste veramente grandi, quelle insomma che possono essere considerate a tutti gli effetti vere professioniste dell’arte, si sottraggono all’invisibilità: Artemisia Gentileschi, Sofonisba Anguissola, Lavinia Fontana, Elisabetta Sirani, la simpatica olandese Judith Leyster, Rosalba Carriera, Elizabeth Vigée Lebrun, Angelika Kauffmann, Mary Cassatt e Berthe Morisot.

Di seguito vi proponiamo le 20 artiste più note, dalla modernità ad oggi.

1. ARTEMISIA GENTILESCHI – Figlia d’arte, suo padre era il noto pittore Orazio, Artemisia è senz’altro la più amata e conosciuta. Nata 8 luglio 1593, il suo stile è da inserirsi nella scuola caravaggesca. Vissuta durante la prima metà del XVII secolo, riprese dal padre Orazio il limpido rigore disegnativo, innestandovi una forte accentuazione drammatica ripresa dalle opere del Caravaggio, caricata di effetti teatrali; stilema che contribuì alla diffusione del caravaggismo a Napoli, città in cui si era trasferita dal 1630. Negli anni settanta del secolo scorso Artemisia, a partire dalla notorietà assunta dal processo per stupro da essa intentato, diventò un simbolo del femminismo internazionale, con numerose associazioni e circoli ad essa intitolate. Contribuirono all’affermazione di tale immagine la sua figura di donna impegnata a perseguire la propria indipendenza e la propria affermazione artistica contro le molteplici difficoltà e pregiudizi incontrati nella sua vita travagliata.

2. SOFONISBA ANGUISSOLA – La cremonese Sofonisba, nata dalla nobile famiglia piacentina degli Anguissola, fu una delle prime esponenti femminili della pittura europea. Anche se la sua celebrità non fu pari a quella di altre pittrici salite in seguito alla ribalta dell’arte come Artemisia Gentileschi, Rosalba Carriera o Angelika Kauffman, Sofonisba rappresentò la pittura italiana rinascimentale al femminile.

3. ROSALBA CARRIERA – La veneziana Rosalba è stata una pittrice e ritrattista, tra le più note del Settecento. Cominciò la sua carriera artistica dipingendo le tabacchiere con quelle figure di damine graziose che divennero poi la sua fortuna trasposte nelle miniature su avorio. Fu la prima che utilizzò l’avorio nelle miniature dandogli quella lucentezza caratteristica delle sue opere. Fu inoltre la prima a non seguire le regole accademiche che volevano la miniatura dover essere realizzata con tratti e punti brevi e ben amalgamati: lei invece vi trasportò il tratto veloce caratteristico della pittura veneziana.

4. ANGELIKA KAUFFMAN – Maria Anna Catharina Angelika Kauffmann, nata a Coira il 30 ottobre 1741, è stata una pittrice svizzera, specializzata nella ritrattistica e nei soggetti storici. Nutriva passione anche per le altre arti come la musica e il canto. Il padre pittore la iniziò alle belle arti, anche accompagnandola, ai fini di una più completa formazione, nel corso di viaggi in Italia, dove il suo talento si mise in mostra. In seguito si recò anche a Londra; fu l’unica donna fra i fondatori della Royal Academy of Arts.

5. BERTHE MORISOT – Berthe Marie Pauline Morisot, nata Bourges nel gennaio 1841, è stata una pittrice impressionista francese. Nella sua vita, Berthe Morisot, come le altre artiste del periodo, dovette lottare contro chi trovava disdicevole per una donna la professione di pittrice. I pregiudizi del tempo, oltre a darle difficoltà a dipingere all’aperto o in luoghi pubblici, la resero indifferente ed estranea alle questioni sociali che agitavano la vita parigina in quei decenni; Berthe fu quindi portata a dipingere interni e scene domestiche, con donne eleganti della media e alta borghesia ritratte in casa o in giardino, in varie ore della giornata. Non fu mai però un’artista superficiale: un dato costante della sua arte è infatti l’analisi interiore dei personaggi, probabilmente influenzata in questo dall’amicizia con molti letterati, in particolare Stéphane Mallarmé.

6. TAMARA DE LEMPIKA – L’autoritratto nella Bugatti Verde” del 1929, esemplifica alla perfezione l’arte e la personalità della pittrice. È forse l’opera più famosa della Lempicka, diventata poi immagine simbolo di un’epoca, emblema della donna indipendente che si afferma. La pittrice, nata a Varsavia nel 1898, si ritrae in caschetto e guanti di daino al volante di un’auto sportiva.

7. FRIDA KAHLO – Probabilmente Frida, nata in Messico nel 1907, è l’artista tra le più amate e conosciute al mondo, un grande esempio di forza e di creatività. Il rapporto ossessivo con il suo corpo martoriato, a causa di un terribile incidente del 1925, caratterizza uno degli aspetti fondamentali della sua arte: crea visioni del corpo femminile non più distorto da uno sguardo maschile. Allo stesso tempo coglie l’occasione di difendere il suo popolo attraverso la sua arte facendovi confluire il folclore messicano.

8. GINA PANE – Nata nel 1939, Gina Pane è stata un’artista francese, nata in Francia e vissuta in Italia. Dalla formazione accademica di Gina Pane deriva l’interesse per il corpo e la sua fisicità, fino al limite della sofferenza imposta allo stesso corpo. Figura di primo piano della body art degli anni settanta, realizzò una serie di performance, minuziosamente preparate e documentate, in cui ogni gesto, spesso legato alla dimensione dolorosa del corpo, viene compiuto con un’apparenza rituale. Così l’artista descrisse il suo lavoro: ”Vivere il proprio corpo vuol dire allo stesso modo scoprire sia la propria debolezza, sia la tragica ed impietosa schiavitù delle proprie manchevolezze, della propria usura e della propria precarietà. Inoltre, questo significa prendere coscienza dei propri fantasmi che non sono nient’altro che il riflesso dei miti creati dalla società… il corpo (la sua gestualita) è una scrittura a tutto tondo, un sistema di segni che rappresentano, che traducono la ricerca infinita dell’Altro”.

9. REBECCA HORN – Nata nel 1944, è una scultrice e regista tedesca, famosa soprattutto per le sue estensioni corporali, opere che consistono in prolungamenti di parti del corpo, la più famosa delle quali è ritenuta essere Einhorn (Unicorno), un vestito dotato di un lungo corno che si proietta in alto partendo dalla testa, e Pencil Mask (Maschera di matite), una maschera con diverse matite che ne fuoriescono.

10. BARBARA KRUGER – Nata nel 1945, è una fotografa statunitense. I lavori di Kruger sono diretti ed evocano una risposta immediata. Spesso si avvale di immagini di donne recuperate da pubblicità su riviste o giornali, a cui aggiunge brevi testi che ne sovvertono il senso. L’uso delle immagini in bianco e nero, il font e la scelta dei colori hanno creato uno stile originale e facilmente riconoscibile. Lo scopo dei messaggi di Barbara Kruger è quello di farci riflettere su temi politici e sociali e sui luoghi comuni della società moderna.

11. MARINA ABRAMOVIC – È nata a Belgrado nel 1946. Nel 1976 iniziano la relazione e la collaborazione con un altro artista, Ulay, nato peraltro nel suo stesso giorno. Dopo dodici anni di relazione, hanno deciso di interrompere il loro rapporto con una camminata lungo la Grande Muraglia Cinese. Punta d’avanguardia della performance e della body art fin dai primi anni ’70, Marina Abramovic ha segnato in maniera profonda e innovativa l’arte degli ultimi trent’anni. Le scelte tematiche vanno dalla rappresentazione della sessualità e della femminilità, dalla dimensione intima e quotidiana, all’interpretazione etica e sociale della realtà contemporanea. Fin dagli esordi ha scelto il proprio corpo come oggetto della sua arte, indagando i confini estremi della resistenza fisica e psicologica.

12. JENNY HOLZER – Nata nel 1950, è un’ artista statunitense. Il suo campo di intervento è costituito dal posizionamento di brevi testi nello spazio urbano attraverso l’utilizzo di vari supporti (cartaceo, LED luminosi, pietre incise, video). Complessivamente si tratta di un’operazione di defamiliarizzazione del paesaggio mediatico più consueto che mima e ribalta i dispositivi pubblicitari. I testi, tipograficamente privi di ogni accento calligrafico, sono costituiti in prevalenza da brevi enunciati relativi alla quotidianeità, al potere, alla giustizia ai rapporti umani e, con maggiore insistenza negli anni più recenti, alla morte e alla guerra. Il punto di vista, soprattutto nei primi lavori, è spesso contraddittorio o ambiguo, mentre nelle ultime ricerche si registra spesso una maggiore componente drammatica.

13. SOPHIE CALLE – Nata a Parigi nel 1953, Sophie è tra le più apprezzate artiste del XX secolo. Dopo un’adolescenza impegnata nella politica, nel 1973 decide di partire e girare il mondo. Nel 1978 fa rientro nella sua città, dove si dedicherà alla fotografia, passione nata durante il suo lungo viaggio. Al ritorno però la sua vita è cambiata, lei stessa racconta di come si trovò senza amici, lavoro e niente da fare. Fu forse proprio questa condizione emotiva e sociale a portarla ad osservare le persone che la circondavano, con una curiosità morbosa che divenne quasi ossessione. Alla fine degli anni ’70 inizia a stendere i suoi primi Journaux intimes tra le cui pagine si susseguono riflessioni corredate da immagini. Tra questi, registra le sue prime ‘filatures parisiennes’ in cui segue degli sconosciuti per strada fino a perderli di vista, per dimenticarsene completamente qualche istante dopo.

14. NAN GOLDIN – Nasce nel 1953, è una fotografa statunitense contemporanea. Nan Goldin osserva la parte trasgressiva e nascosta della vita della città con un approccio intimo e personale. I ricordi privati divengono opere d’arte solo dopo la decisione di esporli. Ritrae amici e conoscenti, ma anche se stessa. Il suo stile diventa un’icona della sua generazione.

15. CINDY SHERMAN – Nata nel 1954 è una artista, fotografa e regista statunitense ed è conosciuta per i suoi autoritratti concettuali. Sherman produce serie di opere, fotografando se stessa in una varietà di costumi. In serie recenti, datate 2003, si presenta come clown. Sebbene la Sherman non consideri il proprio lavoro femminista, molte delle sue serie di fotografie, come ‘Centerfolds,’ (1981), richiamano l’attenzione sullo stereotipo della donna come  – Un’altra artista molto importante, seppur ebbe una brevissima produzione, fu Francesca Woodman, fotografa statunitense, nata nel 1958 e scoappare nella cinematografia, nella televisione e sui giornali.

 16. FRANCESCA WOODMAN – Un’altra artista molto importante, seppur ebbe una brevissima produzione, fu Francesca Woodman, fotografa statunitense, nata nel 1958 e scmparsa prematuramente nel 1981. Concentrò la sua attenzione sul suo corpo e su ciò che lo circondava, fino ad ottenere quasi un’astrazione, come nell’opera in cui si “mimetizza” sollevando le braccia, con il bosco retrostante. Per realizzare le sue fotografie, generalmente usava tempi di esposizione molto lunghi, che le permettevano così di partecipare attivamente alla creazione dello scatto fotografico.

17. VANESSA BEECROFT – Nata nel 1969, è una artista italiana. È considerata una delle artiste più innovative e accreditate nel panorama contemporaneo internazionale. La scelta espressiva della Beecroft matura fin da giovanissima è stata quella di pensare e realizzare performance, utilizzando il corpo di giovani donne più o scacchiera invisibile, con opportuni commenti musicali o con lo studiato variare delle luci.

18. SAM TAYLOR WOOD – Nata nel 1967, è un’ artista e regista britannica. Nota artista concettuale che lavora nel campo della fotografia e del cinema, identificandosi come membro del movimento Young British Artists.

19. ELISABETTA ALBERTI – Artista trentina che ha messo in scena nell’ultimo decennio una nutrita serie di immagini insolite, realizzandole tutte attraverso stampe fotografiche (in bn e grande formato) su tela, in seguito arricchite di alcune dosate campiture cromatiche in acrilico e sopratutto addizionate di discreti (ma spiazzanti)interventi ‘decorativi’ ricamati.

20. KETTY LA ROCCA – Nasce a La Spezia nel 1938, è stata una delle più importanti artiste italiane a misurarsi con la Body art. La sua ricerca si alimenta di una profonda riflessione sull’universo della comunicazione. Le sue prime opere sono riconducibili all’interno della poetica della poesia visiva portata avanti negli anni ’60 dal Gruppo 70 a Firenze. Successivamente l’artista si confrontò pionieristicamente con le tecniche espressive più avanzate della sua epoca, quali il videotape, l’installazione e la performance. Si concentrò infine sul linguaggio del corpo e sul gesto arrivando a servirsi delle radiografie del suo cranio e della sua stessa grafia. La sua ricerca ultima, vicina all’arte concettuale, approdò alle Riduzioni in cui le immagini vengono ricondotte, per graduale trasfigurazione, a segni astratti.
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