La marcia delle donne americane contro Trump, e contro il pericolo di una nuova cultura sessista, è un evento diventato di portata globale. Anche Hollywood ha deciso di partecipare allo storico evento
Tutto è nato all’indomani della notte elettorale. La Clinton sconfitta, le battute sessiste del futuro presidente, il timore che, sui diritti umani (e sul ruolo delle donne), si facesse un enorme passo indietro.
Una nonna hawaiana (nonché giudice in pensione), Teresa Shook, ha condiviso il suo sdegno su Facebook, invitando altre donne a protestare con lei, marciando per le strade di Honolulu il 21 gennaio, giorno dell’insediamento di Donald Trump quale nuovo Presidente degli Stati Uniti d’America. Quando Teresa è andata a dormire, il suo post era stato condiviso da una quarantina di amiche. Quando si è svegliata, erano diventate 10 mila, e la sua idea si era trasformata in una gigantesca, corale, marcia su Washington, dichiaratamente ispirata a quella storica manifestazione del 1963, quando il reverendo Martin Luther King Jr. pronunciò il suo celebre discorso, I Have a Dream.
Ma nel corso dei mesi, l’evento, ribattezzato semplicemente Women’s March, ha preso una piega prima nazionale, allargandosi a 50 città statunitensi, e poi internazionale, arrivando all’adesione di gruppi organizzati in una ventina di nazioni. Il 21 gennaio, quindi, migliaia di donne in tutto il mondo (solo 100mila si sono registrate per l’appuntamento nella capitale Usa), insieme a molti uomini, scenderanno in piazza per l’uguaglianza di genere, ma anche contro misoginia, razzismo e omofobia. L’appuntamento principale è atteso per le ore 10, tra la Independence Ave. e la Third Street S.W. (luogo ancora da confermare) per terminare di fronte alla Casa Bianca. Le organizzatrici precisano che (ufficialmente) non si tratta di una manifestazione contro Trump. E il portavoce del neoeletto presidente s’affretta a precisare che può contare su uno “straordinario” numero di supporter donne. Ma la verità è che la critica è meno che velata, l’obiettivo stesso della loro presenza alla marcia è chiaro a tutte: denunciare la condotta sessista e le affermazioni lesive del prossimo presidente degli Stati Uniti.
Come in passato, Hollywood si schiera. A poche settimane dal discorso fortemente critico, tenuto da Meryl Streep durante gli Oscar, le donne dello star system appoggiano la marcia. Da Amy Schumer ad America Ferrera, da Julianne Moore a Debra Messing, ecco le star che marceranno contro Trump, a Washington: guarda la gallery.
http://www.iodonna.it/attualita/storie-e-reportage/2017/01/20/marcia-delle-donne-contro-trump/
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