domenica 22 gennaio 2017

Trump, la marcia delle donne. Un fiume a Washington

Attrice America Ferrera apre manifestazione a Washington. Hillary, marciamo per i nostri valori.

Sono 2,5 milioni i manifestanti in tutto il mondo che hanno aderito alla marcia delle donne organizzata nelle principali capitali contro l'insediamento di Donald Trump. Lo riferiscono gli organizzatori del Womens March.

Una marea umana a Washington per la 'marcia delle donne', una mobilitazione nata da un'idea lanciata su Facebook e diventata un evento storico con centinaia di migliaia di persone che, nel primo giorno dell'amministrazione Trump, si sono riversate nella capitale per far sentire la propria voce, per dare forma alla protesta contro un presidente che "non ci rappresenta", dicono. E il messaggio e' forte e chiaro nella mobilitazione che ha pochi precedenti, al punto che l'organizzazione dell'evento e' costretta a cambiare i piani all'improvviso per gestire l'enorme partecipazione, oltre ogni aspettativa. E quando la marcia parte cambia anche il tragitto: si va verso la Casa Bianca.

Si parla di oltre 500 mila persone che come un fiume in piena scorrono lungo le principali arterie della citta'. Un'onda rosa che nella protesta adesso sembra inarrestabile. Ma ci sono tutti i colori dell'America in questa massa umana, ci sono tutte le generazioni, ci sono gli uomini scesi in piazza da "alleati" delle donne, ci sono famiglie intere, con bambini piccoli. Ci sono i padri e le figlie. I nonni e i nipoti. C'e' chi ha guidato per dieci ore per essere qui. Chi e' arrivato in treno o in bus. E per tutta la mattinata i vagoni della metropolitana hanno viaggiato pienissimi. Qualcuno ha cominciato a scandire slogan e intonare canti fin da li', nonostante la calca. Alle fermate designate per la manifestazione scendono tutti e alzano subito i cartelli: Black Lives Matter, R-E-S-P-E-C-T, "I diritti delle donne sono diritti umani", "La diversità rende l'America grande ADESSO!". Sono tra le migliaia di messaggi, dai piu' classici ai piu' creativi. E non si contano i pussyhat, i cappellini rosa nati da un'idea di due amiche californiane e diventati simbolo della protesta. Li indossano anche i moltissimi uomini che marciano con le mogli, le figlie, le amiche, le sorelle. Il perche' lo spiega all'ANSA Michael Mcewen del Maryland: "Mi ha portato in piazza oggi il desiderio, da uomo, di essere un alleato delle donne. Non sono qui per guidare questa marcia, non sono io il protagonista, ma sono qui per difendere il rispetto dei diritti di tutti".

Parolacce Madonna in diretta, imbarazzo tv Usa
'Rivoluzione parte da qui, non abbiamo paura' ''E' l'inizio della nostra storia: la rivoluzione parte da qui. Noi non abbiamo paura''. Lo afferma Madonna, intervenendo alla marcia delle donne contro Donald Trump a Washington. Madonna nel suo intervento in diretta tv si lascia andare all'uso di parolacce, imbarazzando i network americani collegati in diretta, che tagliano corto, tolgono il collegamento e interrompono Madonna.


E dal sito della Casa Bianca 'spariscono' sezioni clima, diritti' - Le pagine sui diritti civili, il cambiamento climatico e i diritti Lgbt spariscono dal sito della Casa Bianca di Donald Trump. La sezione sul cambiamento climatico è stata sostituita da An American First Energy Plan, in cui non si parla di clima e si afferma che il presidente "è impegnato a eliminare le politiche non necessarie e dannose come il Climate Action Plan''. La pagina sui diritti civili è stata rimpiazzata dalla sezione Standing Up for Our Law Enforcement Community, in cui i timori su come la polizia agisce vengono sostituiti dalla richiesta di aumentare il numero delle forze dell'ordine. Nel sito le parole 'nero' o 'afro-americano' non compaiono in nessuno dei documenti sulle prossime politiche di Trump, cosi' come non c'e' una sezione dedicata a uno dei temi che ha piu' cavalcato nella campagna elettorale, l'immigrazione.
http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2017/01/21/hillary-marciamo-per-nostri-valori_c17ab632-7fa6-4bd9-a3f3-460fa2891260.html
 

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