La rete Non Una Di Meno scende in piazza l’8 marzo anche a Milano, oltre che in altre città italiane e in 40 Paesi nel Mondo. Le tante iniziative che si svolgeranno nel capoluogo lombardo in occasione della Giornata internazionale della donna sono state presentate questa mattina alla Casa delle donne maltrattate (Cadmi). Lo sciopero globale, cui aderiscono collettivi, associazioni femministe e sigle sindacali (come Cobas, Flc Cgil, Usi, Usb e Sgb), è frutto di un lungo percorso avviato nell’ottobre scorso in Argentina, dove le donne hanno deciso di incrociare le braccia dopo l’ennesimo femminicidio, e in Polonia, dove in centinaia si sono riversate in strada contro la legge sull’aborto. L’onda si è propagata fino all’Italia, con la grande manifestazione che a Roma, il 26 novembre, ha raccolto 200 mila persone. Occasione in cui si è avviato il lavoro che ha portato alla stesura del manifesto programmatico “8 punti per l’8 marzo”, un piano femminista che esprime il rifiuto della violenza di genere in tutte le sue forme: oppressione, sfruttamento, razzismo, sessismo, omo e transfobia.
Nel giorno dell’8 marzo di quest’anno si interromperà ogni attività produttiva e riproduttiva “perché la violenza di genere non si combatte con l’inasprimento delle pene, ma con una profonda trasformazione culturale della società”. Di questa mobilitazione “protagoniste sono le giovanissime, che non agiscono in rottura con chi le ha precedute, e sono mosse da una radicalità e concretezza che si evince dai report elaborati, capaci di creare nessi tra i temi di un dominio che attraversa la vita pubblica e privata delle donne”, sottolinea Lea Melandri, della Libera Università delle Donne. “Questo sciopero ha di certo una dimensione locale, in ogni luogo ogni donna solleva i problemi che la riguardano, ma anche globale – dice Carlotta Cossutta, del collettivo Ambrosia -. È significativo, ad esempio, che anche le statunitensi della Women’s March abbiano raccolto l’appello delle donne argentine”.
A Milano, in particolare, sono diversi i motivi della lotta. “L’ultimo ce lo ha dato la Regione Lombardia che ha chiesto ai centri antiviolenza del territorio – afferma Marisa Guarneri, fondatrice del Cadmi – di schedare chi ci chiede aiuto, con dati anagrafici e dettagli della storia personale, facendo saltare segretezza e anonimato, alla base del nostro lavoro. È scandaloso che il controllo di Regione Lombardia sui soldi stanziati per i centri antiviolenza diventi un ricatto: o segui la mia metodologia istituzionale o non ti finanzio. Noi, a questo, ci opporremo fino alla morte”.
Con lo slogan “Insieme siam partite, insieme torneremo, Non Una Di Meno”, a dare il via all’8 marzo milanese
sarà il corteo studentesco e delle lavoratrici (ritrovo alle 9.30 in Largo Cairoli).
Si proseguirà con lo sciopero della didattica per l’intera mattinata,
il presidio contro l’obiezione di coscienza di struttura (alle 12 davanti al Pirellone),
e la prestazione di 100 artiste che disegneranno un mandala di sale con i colori dell’8 marzo (nero, fucsia e magenta) in Galleria Vittorio Emanuele II, “un’opera nell’opera che simbolicamente si propaga dal centro della città”, spiega Cesarina Damiani della Casa delle Donne di Milano.
Il corteo serale si aprirà alle 18 davanti a Palazzo Lombardia e si svolgerà in collegamento con diverse piazze del Mondo.
http://www.lastampa.it/2017/03/02/edizioni/milano/marzo-non-pi-festa-ma-sciopero-generale-oTgabYlN6PGv9k9LXHOYhJ/pagina.html
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