mercoledì 13 dicembre 2017

Cosa resta del diritto se magistrati autorevoli giocano con il potere (maschile)? di Antonella Anselmo

Nel Bel Paese, quello delle consorterie, dei gruppi di pressione, delle caste mancava solo questa notizia: magistrati di assoluta autorevolezza in posizioni apicali per l’accesso alla magistratura e per la difesa delle dignità delle donne che, organizzati in vere e proprie sette, piegavano le loro alte funzioni a scambi sessuali e comportamenti intimi imposti. Il volto più miserevole e vergognoso del potere: quello che infanga istituzioni democratiche chiamate a garantire lo Stato di Diritto.
Mi chiedo che speranza hanno le nostre battaglie giudiziarie per l’eguaglianza di genere, per la dignità delle donne, per la tutela della persona, per il rispetto delle Istituzioni. Persino future magistrate, con un bagaglio di cultura giuridica adeguato, si sentono spinte ad accettare regolamenti e contratti che sono un’offesa profonda alla dignità di apparati pubblici e delle persone che ne ricoprono ruoli di responsabilità. Mi auguro che le notizie di questi giorni siano smentite come neve al sole da indagini accurate dei massimi organi di autogoverno della magistratura.
Rimane l’amara riflessione: sembra dilagare l’immagine di una gestione del potere pubblico saldamente in mani maschili che necessita di fidelizzare le donne entro “circoli ristretti e potentissimi” barattando i loro servigi sessuali o la loro intimità per accedere alla “sfera pubblica”, ancora tanto agognata, nonostante i saldi principi di eguaglianza della nostra Carta Costituzionale. Non solo la sfera privata diviene parte dell’immagine pubblica ma la forza del potere si misura sulla sua assurdità e spregiudicatezza. La capacità di ricatto per l’accesso alla funzione pubblica diviene la unità di misura. E con queste logiche di accesso ci si chiede quali siano le garanzie di una buona amministrazione della giustizia. E fa male scoprire che la Rivista Diritto e Scienza si sia occupata anche di “equilibrio di genere”.
http://27esimaora.corriere.it/17_dicembre_12/cosa-resta-diritto-se-magistrati-autorevoli-giocano-il-potere-maschile-47da2e4c-df72-11e7-b8cc-37049f602793.shtml

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