Dato che dietro al fondamentalismo sedicente cattolico finanziato da Putin ci sono sempre gli stessi nomi, forse non stupisce che Maria Rachele Ruiu si sia messa a scrivere articoli per conto di Provita Onlus in qualità di membro del comitato omofobo di Gandolfini, parte del direttivo della Manif Pour Tous di Jacopo Chighe, di curatrice per un corso di educazione sessuale biblica promosso nelle scuole da Forza Nuova, nonché di fiera sostenitrice della sottomissione femminile e del sesso bareback.
Nonostante la signora Maria Rache Ruoi ami sostenere che l'omofobia sarebbe «libertà di parola» e che la discriminazione sarebbe «libertà di espressione», è sbraitando come una indemoniata che chiede la censura della Finocchio e della Dandini in quanto donne non conformi al ruolo che Gandolini chiede sia imposto loro. Il tutto propinandoci le sue follie attraverso i finanziamenti pubblici che l'amministrazione leghista di Verona ha deliberato a beneficio delle organizzazioni politiche che si definiscono opinabilmente "pro-life".
Offendendo e insultando come sua abitudine, la fondamentalista si mette ad inveire contro uno sketch trasmesso dalla TV delle ragazze, in un evidente tentativo di fare branco dopo le isteriche critiche già avanzate dall'imputata Silvana De Mari sulle pagine de La Nuova Bussola Quotidiana. Dice:
La chiamano satira. Dicono che questa sia proprio lo stesso genere letterario che, sin dagli antichi romani, porta una critica alla politica e alla società, mostrandone le contraddizioni. Quel genere artistico che dovrebbe far sorgere sulle labbra dello spettatore un sorriso, nella mente un pensiero critico.
A me il sorriso è mancato, anzi è mancato proprio il respiro a immaginare bambini, ragazzi e adulti ascoltare cotanto dialogo (perché, cara Serena, magari le bambine durante la registrazione non hanno ascoltato quanto ha detto Angela Finocchiaro, ma, indovina un po’?, la registrazione è stata mandata in onda durante un programma in prima serata… che dici? Tutti gli spettatori e le spettatrici di qualunque età avranno ascoltato?).
Non voglio entrare nel merito dei miei pensieri scaturiti dalla battuta blasfema sulla Vergine Maria, perchè non sono stati pensieri cristiani (facile fare i blasfemi sempre con i cristiani, eh?), ma voglio soffermarmi sul “problema”, sulla “critica” che questa scenetta avrebbe dovuto rappresentare. Immagino che il quid fosse la violenza contro le donne (immagino solo, perchè onestamente mi sono risparmiata di guardarmi il prima e il dopo). Le nostre amiche, cioè, hanno inteso fare una critica alla società, al problema “della violenza contro le donne”, sottolineando che tutti gli uomini sono pezzi di me*da. Geniale. Andiamo a vedere perchè.
Forse qualcuno dovrebbe provare spiegare alla signora Maria Rachele Ruiu che le sue accuse di «blasfemia» sono tutt'altro che dimostrate, così come si potrebbe osservare che molte persone di buonsenso potrebbero ritenere che le sue parole siano assai più blasfeme e pericolose di qualunque battuta della Finocchiaro. Quindi perché mai la signora Maria Rachele Ruie dovrebbe poter bestemmiare il nome di Dio ogni qualvolta riterrà utile utilizzarlo come giustificazione all'odio mentre la Finocchiaro non dovrebbe poter fare un labile riferimento ai presunti annunci della Madonna di Fatima? Siamo forse già in dittatura?
E non passa inosservato neppure come la signora Mara Rachele Ruiu tenti di rilanciare gli slogan leghisti sul fatto che i cristiani sarebbero discriminati rispetto agli islamici dato che in televisione non si fanno riferimenti ad Allah. Ma come? Il suo amichetto Pillon e il suo idolo Salvini dicono che il cristianesimo sia una «tradizione» del popolo italiano e lei si lamenta che i riferimenti culturali siano a quella religione? Non sarà forse ovvio che in un Paese di tradizione cristiana si faccia riferimento ai simboli del cristianesimo e non contro chi lei vorrebbe fosse insultato per il suo piacere personale?
In quel patetico tentativo di alterare il senso alle parole che tanto piace al fondamentalismo, la signora Ruiu inizia a negare l'esistenza della violenza sulle donne attraverso semplificazioni imbarazzanti:
Il primo pensiero, scontato, che sono riuscite a farmi sorgere, è che mi spiace che loro abbiano avuto un rapporto brutto con il loro padre, ma il mio, di padre, non è pezzo di m*, anzi; così come non lo sono i miei fratelli, i miei amici; così come sicuramente non lo è mio marito. Ho incontrato uomini sgradevoli, così come ho incontrato donne sgradevoli. Uomini violenti, donne violente. Indistintamente.
Quel suo sostenere che non esisterebbe alcun fenomeno culturale che farebbe sentire alcuni uomini legittimati a picchiare la moglie è parte della negazione del femminicidio portata vanti dalle lobby integraliste. Il «vero femminicidio è l'aborto» si leggeva sui manifesti finanziati da Putin che sono stati stampati dal suo ex presidente Filippo Savarese.
Si passa così a deridere chi chiede la parirà di genere, sostenendo che la violenza sulle donne sia colpa delle donne. Non lasciassero i loro mariti, non verrebbero uccise, dice:
Sì, care Serena e Angela, e cari tutti gli autori di questa genialata, e car* tutt* sessantottin* ch* v* impegnat* a * asfaltar* l* figur* de* padr* d* ann* (ops, mi sono fatta prendere la mano), per evitare che aumentino gli omicidi efferati che compiono gli uomini quando vengono lasciati, abbandonati, e cioè tutti quegli omicidi nati, mi si perdonerà la semplificazione, da una mancanza di strategia di tolleranza della frustrazione, servirebbe riscoprire la figura del padre, e tutto quello che rappresenta. Volendo studiare questo fenomeno, infatti, non perché siano di più gli omicidi contro le donne, ma perché le donne e gli uomini sono obiettivamente diversi e quindi le donne vanno protette “di più”, perchè “più deboli”, volendo quindi riconoscere questo fenomeno, dicevamo, si scopre che in questa società post-moderna tecno-liquida dove tutto è “se posso pensarlo, lo pretendo, come e quando lo dico io”, i fattori di rischio che, interagendo tra loro, possono causare il fenomeno della violenza contro le donne, sono lo stress, la mancanza di strategie per tollerare la frustrazione (troppo pochi “no”, nella vita), scarsa stima di sè e della partner, uso di droghe e pornografia, incapacità di gestire i conflitti e incapacità di empatia. Tutti fenomeni imputabili a un’ assenza del padre.
Insomma, chi uccide la moglie per gelosia lo farebbe per colpa della pornografia o perché non c'è sufficiente mancanza di rispetto verso le persone transessuali. Certo, come no? Ed è patetico anche come la signora sostenga che le donne sarebbero più deboli in una negazione del fenomeno sociale che è la vera causa del femminicidio.
Iniziando a sostenere che la Dandini e la Finocchiaro vogliano promuovere droghe e pornografia, la fondamentalista aggiunge:
Sì, care Serena, Angela, e car* tutt*, mentre voi vi impegnate a indebolire la figura paterna, a farle perdere quella forza virile capace di iniziativa, azione, e disposta ad assumersi le responabilità delle proprie azioni, rendete difficoltosa la costruzione dell’identità, della stima, della fiducia verso se stessi e verso la vita dei nostri giovani. Mentre voi strappate con violenza, ehm… satira, da 50 anni, il padre ai ragazzi, strappate con violenza, loro, la libertà di essere, la libertà di riconoscere i propri limiti, la libertà di poter essere rifiutati.
Ed ancora, la signora Maria Rachele Ruoi si mette a ripetere i suoi mantra sulla necessità di dire ai bambini che i maschi devono fare sesso con le femmine:
E ancora un’altra volta sì, care Serena, Angela, e car* tutt*, insegnare sin da subito a gustare in famiglia la differenza complementare tra mamma e papà, cioè insegnare e testimoniare che mamma e papà nel riconoscersi diversi, nel riconoscere la forza, la peculiarità e la vocazione dell’altro, insegnare che proprio nel riconoscere queste differenze la mamma e il papà si alleano e portano frutto, protegge dalla violenza contro il diverso. Non fingendo che non ci sia differenza. La mamma e il papà, un’alleanza per la Vita, così come allenze più contingenti tra uomo e donna ma altrettanto preziose, nella complementarietà.
Dopo aver promosso il maschilismo, non poteva mancare una battuta maschilista sul fatto che le donne sopra una certa età non servano a niente:
No, care bambine, la fatina dei giardinetti deve aver dormito molto male questa notte (ehm sono molte notti che dormono male queste fatine, da una cinquantina di anni suppergiù) e, non volendo, si e ci stanno complicando la vita. Gli uomini non sono nostri nemici, anzi! Sono i nostri alleati migliori. Per la Vita. Nostra, e vostra. Per la felicità. Per andarci a prendere le stelle. Andiamoci, con loro.
Il proclamo firmato dalla signora Maria Rachele Ruiu dovrebbe farci riflettere, dato che lei è la fondamentalista che vorrebbe andare nelle scuole ad indottrinare i figli altrui al suo sessismo misogino con l'aiuto dei leghisti. E il suo essere donna non è un alibi: così come esistono gay alla Giorgio Ponte che odiano i propri simili, purtroppo esistono anche donne che odiano le altre donne.
https://gayburg.blogspot.com/2018/11/maria-rachele-ruiu-se-le-donne-non.html?fbclid=IwAR0Tm0dMx0U2InA8VXwR4mkEiYaz-yI9oRdVbwhlsY-o5h6aGMx1H87Oyu8&zx=ad827902eb4af219
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