lunedì 28 ottobre 2019

Le donne cilene e le combattenti curde: il prezzo di chi lotta per i diritti Nascere donna è già da solo un grande atto di coraggio in un mondo così spietatamente violento e maschilista. Claudia Sarritzu

Ieri pubblicavamo un altro video dell’orrore che testimonia una volta di più l’abominio delle milizie jihadiste mandate da Erdogan per massacrare i curdi.
Fondamentalisti islamici in tutto e per tutto uguali allo Stato Islamico, con la differenza che invece di obbedire al Califfo obbediscono e sono pagati dal Sultano.
Nel filmato (uno dei tanti crimini di guerra) si vedono i miliziani che si identificano come i "Mujahideen di Faylaq al-Majd", ”Jihadisti del Majid corps”’ che urlano "Allah u Akbar" (Dio è grande) davanti ai cadaveri di combattenti curdi appena uccisi.
E poi una sequela di parole volgari dette mentre qualcuno urlava che i morti erano dei ‘senza Dio”.
Urlava un miliziano barbuto nella città di Tel Abyad: "I cadaveri dei maiali del Pkk e Pyd (Il braccio politico dei curdo-siriani, ndr)) sono sotto i piedi dei Mujahideen di Faylaq .
Poi il video mostra il corpo di una combattente curda delle Unità di protezione femminile (Ypj), che faceva parte delle forze democratiche siriane (Sdf).
“Questa è una delle vostre puttane che ci avete inviato. Questa è una delle puttane sotto i nostri piedi ” dicono ridendo in maniera volgare. In un altro video si mostra una combattente curda fatta prigioniera. E il miliziano dopo aver ringraziato Allah prosegue: “Abbiamo preso una prigioniera del Pkk è nelle nostre mani”. Il tutto mentre dietro un jihadista si vanta: “Ho fatto io questa scrofa prigioniera”.
Mercenari jihadisti pagati dalla Turchia che fa parte della Nato. Quindi anche nostri alleati.
Pochi giorni fa veniva massacrata e uccisa Hevrin Khalaf, 35 anni, impegnata politicamente per un Kurdistan libero fucina di democrazia e parità di genere. Non era una guerrigliera. Era disarmata e non si sono fermati. Perché uccidere una donna libera e l'idea di libertà che questa porta con se sembra dare più soddisfazione ai miliziani turchi.
E' così in tutte le parti del mondo.
Il sito in lingua spagnola Diario Digital Femenino ieri ha raccolto la testimonianza di Sumargui Vergara, una sociologa cilena che sta testimoniando che la polizia cilena, impegnata in questi giorni nella repressione della protesta civile che ha messo a ferro e fuoco il paese, si sarebbe macchiata di crimini orribili tra cui anche la violenza sessuale delle donne detenute.
"Stanno succedendo molte cose" ha detto Vergara, "le donne detenute hanno dichiarato di essere state violentate. Ma non ci sono registri, non possono difendersi perché è tutto irregolare. Con la scusa del coprifuoco arrestano chiunque, a qualsiasi ora".
Come già confermato da altre fonti, il governo cileno sta facendo di tutto per non far trapelare le immagini delle violenze contro la popolazione civile: "La tv mostra solo i saccheggi nei supermercati, sta succedendo molto di più. È una campagna di terrore. Ma stiamo cercando di diffondere queste informazioni via Internet" ha detto Vergara.
Nascere donna è già da solo un grande atto di coraggio in un mondo così spietatamente violento e maschilista.
https://www.globalist.it/intelligence/2019/10/24/le-donne-cilene-e-le-combattenti-curde-il-prezzo-di-chi-lotta-per-i-diritti-2048081.html?fbclid=IwAR2zLWxuFGotob3cPIluYBEHGltfLJZzJIy0kxrT_LMezDt0jFgcHGK8BeI

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