Secondo un italiano su quattro, sono le donne a provocare le violenze sessuali, con il loro modo di vestire. E il 6,2% ritiene che quelle più 'serie' non vengano stuprate.
Il cammino verso l’eliminazione degli abusi sulle donne sarà ancora piuttosto lungo e accidentato, stando alle informazioni raccolte dall’Istat e diffuse in occasione della Giornata mondiale contro la violenza di genere. Secondo questa indagine pubblicata il 25 novembre 2019, infatti, il 39,3% della popolazione ritiene che una donna sia in grado di sottrarsi a un rapporto sessuale se davvero non lo vuole, mentre il 23,9% degli italiani pensa che le donne possano provocare una violenza sessuale con il loro modo di vestire. Non solo: il 15,1% crede che chi subisce uno stupro quando è ubriaca o sotto l'effetto di droghe sia almeno in parte responsabile. Pensieri e percentuali choc, soprattutto se consideriamo che del campione degli intervistati non facevano parte solo uomini, ma anche donne.
COLPEVOLIZZARE LA VITTIMA
Dunque, per una buona fetta di italiani (e italiane) sarebbero proprio errati comportamenti della donna e delle ragazze a ‘istigare’ l’uomo alla violenza sessuale. Onestamente, quella evidenziata dal report dell'Istat sui ruoli di genere è una forma di colpevolizzazione della vittima che alle soglie del 2020 ci pare assurda, ingiustificabile e insopportabile. Il brutto, è che non finisce con quanto sopra evidenziato: per il 10,3% della popolazione spesso le accuse di violenza sessuale sono false (più uomini, 12,7%, che donne, 7,9%); mentre per il 7,2% di fronte a una proposta sessuale le donne spesso dicono no ma in realtà intendono sì. Il 6,2% ritiene che le donne serie non siano violentate e quasi il 2% ritiene che non si possa parlare di violenza quando un uomo obbliga la propria compagna ad avere un rapporto sessuale contro la sua volontà.
GLI SCHIAFFI? SONO NORMALI
Per quanto riguarda maltrattamenti e forme di controllo, il 7,4% degli intervistati crede che sia accettabile che un ragazzo schiaffeggi la sua fidanzata perché ha flirtato con un altro uomo, mentre il 6,2% pensa che in una coppia possa ogni tanto scappare un ceffone. Per il 17,7% del campione è invece accettabile che un uomo controlli abitualmente il cellulare e/o l'attività sui social network della propria compagna.
ALLA BASE DELLA VIOLENZA
Alla domanda sul perché alcuni uomini sono violenti con le proprie compagne, il 77,7% degli intervistati ha risposto «perché le donne sono considerate oggetti di proprietà»: nello specifico, l’84,9% donne e il 70,4% degli uomini), mentre tre italiani su quattro danno la colpa (in ugual misura) a sostanze stupefacenti/alcol e bisogno di sentirsi superiori. In tanti hanno citato poi la difficoltà nel gestire la rabbia (70% uomini e 62% donne), mentre due intervistati su tre tirano in causa violenze sperimentate in famiglia durante l'infanzia e il fatto di non sopportare l’emancipazione femminile. Il 33,8%, poi, associa la violenza di genere alla religione.
RESISTONO I VECCHI STEREOTIPI
L’indagine ha evidenziato anche differenze regionali: Sardegna (15,2%) e Valle d'Aosta (17,4%) presentano i livelli più bassi di tolleranza verso la violenza, mentre in Abruzzo (38,1%) e Campania (35%) sono stati registrati quelli più alti. In Italia, spiega il rapporto, i vecchi stereotipi di genere sono duri a morire: il 32% degli intervistati pensa che «per l'uomo, più che per la donna, sia molto importante avere successo nel lavoro», il 31,5% che gli uomini siano «meno adatti a occuparsi delle faccende domestiche» e il 27,9% che tocchi ancora all’uomo provvedere alle necessità economiche della famiglia. Questi stereotipi, spiega il rapporto, sono più diffusi al Sud che al Nord.
https://www.letteradonna.it/it/articoli/fatti/2019/11/25/istat-report-ruoli-genere/29408/?fbclid=IwAR0cBV8lh2ULEDtNYP7wVHbQJ89qLQSmlSmdmkjLIqZ2Ou6sXH793Ywzeps
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