Babbi che ce la mettono
proprio tutta per chiudere definitivamente con lo stereotipo che li
ha visti come uomini impacciati e goffi (che non fanno vibrare nelle
loro corde dell’anima la cura dei figli) relegandoli al ruolo -
finché il bambino sia piccolo - di far stare bene la mamma! La
metamorfosi che oggi appare è incontrovertibile e trasversale. Altro
che padri padroni di antica memoria che consideravano degradante o
futile l’accudimento dei propri bebè: David Cameron ha chiesto il
congedo di paternità, alcune celebrità come Phil Collins o Brad
Pitt hanno scalato le marce del lavoro per crescere i figli, così,
al pari di tanti giovani, magari meno belli ricchi e famosi, che si
ritrovano serenamente alle prese con tappetini multisensoriali,
termometri a distanza, vestitini bio, strilli alla macaco, cacche
modello Pollock eccetera ...
Sono quelli che Gianni
Biondillo e Severino Colombo (Manuale di sopravvivenza del padre
contemporaneo, ed. Guanda, pagine 252, euro 15), in pagine a dir poco
esilaranti, hanno definito i Pa3, «padri autonomi di terza
generazione», ovvero padri al cubo. E diciamo pure che fra i babbi o
papà odierni, scartati gli spartani, i trendy o i marpioni, i Pa3
sono quelli che esprimono fieri la convinzione che la loro vita ruoti
attorno a quella del proprio rampollo. Loro provano gusto, davvero, a
cantare le ninne nanne la sera, e pur litigando spesso con la
lavatrice o con le geometrie imperfette del rifare un letto, e pur
faticando, arrancando, fra mestieri di casa, supermercati e pediatri,
sono orgogliosi del loro nuovo ruolo, duro, ma essenziale.
Dopo essersi lasciati
alle spalle il modello «tradizionale» di padre, ma anche quello in
trasformazione, i Pa3 vivono la fase creativa della
post-trasformazione: pronti a mettere in discussione comportamenti
scelte e aspettative consolidate sull'argomento paternità
all'interno della funzione dell’«essere genitori». Ma sia chiaro
che il loro intento non è certo quello di sostituirsi alle mamme né
tanto meno essere definiti «mammi». Essere scambiati con i mammi
finisce, infatti, per non garantire un’identità autonoma.
Significa, piuttosto, mutuarla dalle madri, diventandone solamente
una versione maschile. In qualche maniera - è l’opinione espressa
anche da Chiara Saraceno - le tante declinazioni, buffe curiose
dissacranti, esplose con manualetti, film eccetera, attorno alla
figura del mammo hanno trasmesso un messaggio poco chiaro sui ruoli
di genere, minando la credibilità dell’uomo accudente, come se
questi non fosse uomo, quindi non un padre «davvero», ma solo un
uomo poco uomo, e alla fine persino poco virile!
E dunque, mentre i
nuovi padri si scambiano opinioni, approfondiscono le questioni nei
loro daddy blogger o cinguettano su Twitter, così da creare un
gruppo di scambio e di reciproco sostegno, i dati ISTAT registrano il
cambiamento in atto: l’85,4% degli uomini italiani è convinto che
educazione e cura dei figli siano equamente distribuiti, e l’87%
delle donne è convinto che i padri siano più collaborativi e
partecipi dei padri di ieri.
Ma non solo. I babbi,
ormai è cosa certa, sono coinvolti nella crescita del bambino anche
a livello biologico. Alcune indagini di brain imaging, permettendo di
osservare i cambiamenti a livello cerebrale, hanno mostrato come, in
risposta allo stimolo del pianto del proprio bambino, anche il
cervello del babbo riorganizza, riplasma - proprio come il cervello
di una donna - le proprie aree cognitive, per il nuovo ruolo
«curativo» che è chiamato a svolgere. Senza considerare come
cullare il proprio cucciolo provochi nei padri una discesa del
testosterone e una produzione maggiore di ossitocina e prolattina:
ormoni questi che agiscono sul centro emotivo del cervello
(amigdala). Un cambiamento ormonale significativo, certo meno
intenso, ma simile a quello che accade nella madre.
E se «questa è la
paternità, bellezza», bisogna convenire che fra ironie e picaresche
avventure, quella dei padri è una rivoluzione silenziosa che sta
cambiando il volto nonché i ruoli sociali delle famiglie
occidentali, del rapporto fra genitori e figli e tra uomini - molti
di loro padri separati, quando non gay - e donne.
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