martedì 12 luglio 2016

Il MIUR promuove l’educazione al rispetto di genere

Riportiamo qui di seguito le parole di Davide Faraone, Sottosegretario al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, che ieri ha ribadito il costante impegno del MIUR nel promuovere programmi di educazione al rispetto di genere in tutte le scuole di ogni ordine e grado.

Per noi del Gioco del rispetto è molto importante leggere queste parole, perché ci danno la forza e la motivazione di continuare con il nostro lavoro. E ribadiscono ancora una volta che non stiamo parlando di “opinioni personali”, ma di leggi. In particolare, comma 16 della legge 107.

Il MIUR chiede esplicitamente di insegnare consapevolmente il rispetto di genere con azioni progettate e inserite nel Piano Triennale dell’Offerta Formativa. E il nostro progetto risulta quindi essere pienamente in linea con quanto previsto e raccomandato. Siamo orgogliose di poter partecipare con il Gioco del rispetto al cambiamento e alla crescita di un Paese sempre migliore e rispettoso dei diritti di tutte e di tutti.

“Educazione di genere significa educare al rispetto delle differenze per prevenire violenza o discriminazione. Non altro

Non permetteremo alla stampa strumentalizzata o a personaggi in cerca di scena politica di mentire sulle spalle della scuola. Negli ultimi giorni si è tornati a diffondere leggende metropolitane sull’educazione di genere a scuola, sia con articoli falsi e pretestuosi sia con comunicati di persone in cerca di visibilità, millantando la difesa dei “figli degli italiani”. I figli degli italiani li difendono già le loro famiglie, i loro docenti e i loro dirigenti, uniti insieme nei percorsi educativi più rispondenti. Certo non li difendono personaggi come Gandolfini, di cui sono note le mire politiche, non educative, o testate giornalistiche che fanno dialettica partitica.

Le scuole fanno già, e lo fanno bene, educazione di genere, come indicato dal comma 16 della legge 107, un insegnamento trasversale che altro non è che educazione alle pari opportunità e alla lotta alle discriminazioni, tutte, a partire da quella di genere. Anche come forma di prevenzione della violenza: contro il sessismo, l’omofobia, l’intolleranza per le differenze. In nome di un rispetto per la persona dovuto a tutti e che va ribadito e praticato a scuola fin da piccoli. I casi di femminicidi e gli ultimi tremendi atti di violenza di genere anche ad opera di ragazzini su coetanee ci confermano come quel comma fosse essenziale.

Cosa vuole chiarito Gandolfini?
Contro cosa si scaglia Libero?
Lo vadano a chiarire a quei ragazzi in prigione, che nemmeno si sono resi conto della gravità delle loro azioni.
Lo vadano a chiarire a quella ragazza rinchiusa e abusata per una notte in garage.
O ai genitori e ai figli delle donne uccise dai propri compagni.
Mi pare che prevenire tutto ciò sia esattamente una difesa della famiglia.
Dove se ne deve parlare di rispetto per le donne e per le differenze, tutte le differenze, se non a scuola e in accordo con le famiglie?
Se ne faccia una ragione questo personaggio in cerca di visibilità.

La scuola già fa questo lavoro importantissimo, né tantomeno rende un servizio a tanti e tante docenti che si prodigano in questo lavoro quotidiano e potente coloro che dicono “non si fa nulla”. Molto resta da fare, certo, specie nella formazione del personale, e siamo proprio impegnati in tal senso, ma molto si sta già facendo.
Nuove leggi depositate per introdurre l’ora di educazione sentimentale? Non basta un’ora. Noi abbiamo detto che in tutte le ore, non in una, con tutte le discipline si deve insegnare consapevolmente il rispetto di genere. E che le azioni che si prefiggono questo scopo vanno previste, progettate e inserite nel piano triennale dell’offerta formativa.

Non è un optional, è già legge: comma 16, legge 107.
Le linee guida, su cui si interrogano costoro, servono solo a ribadire quello che è già legge e che le scuole hanno già posto in essere con il loro lavoro quotidiano. Al Miur abbiamo avviato azioni nazionali belle, nuove, di lotta agli stereotipi, a cui le scuole possono aderire in tutta libertà, come è stato ad esempio il Mese delle Stem, a cui hanno aderito in tutta autonomia migliaia di scuole. E così andremo avanti, con riflessioni e azioni nazionali e con riflessioni e azioni locali. Questo sono le linee guida. Non altro. Riflessioni a cui seguiranno azioni. Camminando insieme alle scuole.

La prossima? La grande consultazione sul riequilibrio di genere nei libri di testo, fermo da 40 anni, consultazione preannunciata dalla ministra Giannini. Anche questa: una consultazione nazionale aperta a tutti, per aprire il paese intero a una discussione comune, franca ma positiva, con la scuola e con gli editori e autori, sulla presenza delle donne nei libri di scuola. Per educare non solo gli studenti e le studentesse ma anche gli adulti.
Chi lo ha mai fatto? Nessun governo. Il cosiddetto Codice Polite (pari opportunità nei libri di testo) è fermo da trent’anni. Noi lo riprendiamo e aggiorniamo.

Le famiglie sono tranquille e han compreso l’importanza di quello che si sta facendo, non solo per i loro figli ma per il Paese intero. Specie, ripeto, osservando i terribili atti di violenza sessista, ma anche omofoba e razzista a cui assistiamo tutti sbigottiti.
Stiamo costruendo un’Italia civile, rispettosa delle differenze e libera nella responsabilità, siamo consapevoli che questo cambiamento profondo non sia compreso da tutti, perché la libertà e il rispetto delle differenze esigono anche una responsabilità, e abbiamo contro i media, che non sempre sono maturi da questo punto di vista; stiamo chiedendo di uscire dalla comfort zone per entrare in un mondo nuovo fatto di rispetto e tolleranza, in cui razzismo, sessismo, omofobia, discriminazione del diverso sono banditi e condannati in ogni ambito della vita sociale, culturale e collettiva; lo insegniamo a scuola, credo sia un grande passo per il paese, se ne facciano una ragione coloro che marciano contro i diritti e la tolleranza.”

Avanti così.
http://giocodelrispetto.org/2016/07/11/miur-promuove-leducazione-al-rispetto-genere/

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