giovedì 29 settembre 2016

Fare un figlio un impegno per sempre da Antonella Gramigna

Sano l’intento ed il sentimento di fondo, salvo aver trasformato questo progetto in una sorta di demonizzazione della donna: della sua emancipazione, della libertà di scelta e del carrierismo visto come impedimento alla maternità.

Su #FertilyDay. Già il nome mi urta. Perché mai ridurre ad un ridotto termine inglese la campagna di sensibilizzazione promossa dal Ministero della Salute, nata per informare e dare “consigli” su come migliorare la fertilità così da incrementare le nascite, fortemente in calo? Infatti ha sollevato un polverone. Trovo “sano” l’intento ed il sentimento di fondo, salvo aver trasformato questo progetto in una sorta di demonizzazione della donna: della sua emancipazione, della libertà di scelta e del carrierismo visto come impedimento alla maternità.

Squallida e molto l’ultima comunicazione, l’epilogo è stato proprio ieri ( 21 u.s.) con l’uscita di un manifesto diviso a metà tra buoni e cattivi. In un mondo sempre più eterogeneo e multirazziale, inclusivo e rispettoso delle differenze, mi chiedo come si possa ” ancora” mettere tra i cattivi un ragazzo con i capelli “Rasta” o di colore e chi fuma. Mi chiedo come si possa permettersi di mettere tra i buoni immagini di ragazzi e ragazze ” bianchi”, riprese da cartelloni stile Beverly Hills. Stereotipi, dannosi a tutti. Quelli che combattiamo ogni giorno.

E le donne che si sono sentite offese, ed anche qualche uomo ma sempre pochi, in contemporanea alla giornata indetta dalla Ministra, in diverse piazze d’Italia ha messo in atto il #NOFertilyDay.

Donne e uomini convinti che il problema della denatalità debba essere affrontato quale problema strutturale, e risolto diversamente, non con campagne dal sapore propagandistico e ideologico, figlio di una subcultura che dovrebbe essere ormai morta e sepolta. Occorrono politiche strutturali, che consentano alle coppie e alle famiglie di avere le risorse, le condizioni di certezza lavorativa e progetti di vita stabile, l’unico strumento tramite il quale aiutarle ad avere figli.

La campagna di informazione e sensibilizzazione non è di per sé errata nella sostanza, lo è stata fortemente nella forma. Non basta solo sapere come funziona il nostro corpo e come sarebbe, anzi è, corretto alimentarsi e quanto fa bene lo sport. La mancata maternità è ben altro. Le donne, oggi, hanno ritmi diversi dal passato dove spesso erano relegate in casa e cucina, oggi sono attive, impegnate e sopratutto sole, con pochi servizi a tutela e supporto. Ecco che, al di là dell’aspetto sanitario, non di meno importante, crediamo che sia lo Stato a doverle aiutare. Ci sono molte coppie che vorrebbero avere figli, ma non possono averli a causa di problemi di fertilità, tanto per esempio, cosa si fa per loro? Quanto si investe nella ricerca ? Dopo tre inseminazioni fallite, e relativi bombardamenti ormonali, non è più possibile tentarla ed occorre recarsi all’estero con costi elevatissimi. E quali aiuti per chi vorrebbe famiglie numerose e, dato il reddito, non ne può avere?

E poi, non dimentichiamolo, ci sono anche donne, coppie, che decidono in serenità di non volerne. Perchè farli sentire colpevoli ? Sono scelte molto intime e personali. Forse anche talvolta dolore ma necessarie. Demonizzare e far sentire in colpa per il calo demografico queste persone è orribile. Le conquiste per le donne per i Diritti, dopo decenni di lotte del centro sinistra, rischiano così di fare pericolosi passi indietro. Fare figli, oggi, è un lusso. Diciamolo. Se non hai risorse economiche, stabilità di lavoro, sostegno attraverso servizi funzionali, politiche di conciliazione casa / lavoro, contributi per la maternità, ed abbattimento di barriere preclusive di carriera, tutto diventa più difficile ed è facile decidere di non “aumentare” la famiglia. Anche il Premier Renzi è intervenuto in tal senso, affermando che occorrono misure dirette al sostegno della famiglia più che a campagne spot di questo tipo. Ed è a tal scopo che ha assegnato la delega alle politiche della famiglia.

” E la discussione per noi parte dal #Nofertilityday.

Perché l’impegno per avere figli non può esaurirsi né in un giorno, né in una campagna di comunicazione, peraltro offensiva e di cattivo gusto.” Conclude così l’intervento Innocenti, che lancia così un appello chiaro e preciso.

Oggi alle 18.45, a Pistoia in Piazza Duomo molte donne potranno esprimere la propria opinione attraverso riflessioni, scritti e quant’altro riterranno opportuno e idoneo.

Tutte e tutti in piazza per chiedere a gran voce attenzione al tema che, di sicuro, merita rispetto. Più di quanto non ne abbia avuto la Ministra Oggi si celebra il #FertilyDay. La campagna di sensibilizzazione promossa dal Ministero della Salute per informare e dare “consigli” su come migliorare la fertilità così da incrementare le nascite, fortemente in calo. Buono il sentimento di fondo, salvo aver trasformato questo momento in una sorta di demonizzazione della emancipazione, della libertà di scelta e del carrierismo della donna visto come impedimento alla maternità.

Squallida la comunicazione, l’epilogo è stato proprio ieri ( 21 u.s.) con l’uscita di un manifesto diviso a metà tra buoni e cattivi. In un mondo sempre più eterogeneo e multirazziale, inclusivo e rispettoso delle differenze, mi chiedo come si possa ” ancora” mettere tra i cattivi un ragazzo con i capelli “Rasta” o di colore e chi fuma. Mi chiedo come si possa permettersi di mettere tra i buoni immagini di ragazzi e ragazze ” bianchi”, riprese da cartelloni di Beverly Hills. Stereotipi, dannosi a tutti. Inutile aver allontanato il capo della comunicazione.La toppa è peggio del buco, andava fatto prima.

Ed oggi, in contemporanea, in diverse piazze d’Italia ci sarà il #NOFertilyDay.

“Come cittadine e cittadini, intendiamo affermare la nostra più netta contrarietà al #Fertilityday, alle iniziative ad esso connesse e a molte parti del documento che ne rappresenta l’impianto ideologico. Come donne e uomini siamo infatti convinti che il problema della denatalità debba essere affrontato quale problema strutturale, e risolto non con campagne dal sapore propagandistico e ideologico, figlio di una subcultura che credevamo ormai morta e sepolta, ma con politiche strutturali, che consentano alle coppie e alle famiglie di avere le risorse, e le condizioni di certezza lavorativa e progetti di vita che sono l’unico strumento tramite il quale aiutarle ad avere figli.” Così scrive Chiara Innocenti della segreteria Unione comunale Pd Pistoia, sulla pagina fb dell’evento creato assieme ad altre donne che da sempre lottano per le politiche di genere.

La campagna di informazione e sensibilizzazione non è di per sè errata nella sostanza, lo è stata fortemente nella forma. Non basta solo sapere come funziona il nostro corpo e come sarebbe, anzi è, corretto alimentarsi e quanto fa bene lo sport. La mancata maternità è ben altro. Le donne, oggi, hanno ritmi diversi dal passato dove spesso erano relegate in casa e cucina, oggi sono attive, impegnate e sopratutto sole, con pochi servizi a tutela e supporto. Ecco che, al di là dell’aspetto sanitario, non di meno importante, crediamo che sia lo Stato a doverle aiutare. Ci sono molte coppie che vorrebbero avere figli, ma non possono averle, a causa di problemi di fertilità, tanto per esempio, cosa si fa per loro? Quanto si investe nella ricerca e nella possibilità di fecondazione artificiale? Dopo tre inseminazioni fallite, e relativi bombardamenti ormonali, non è più possibile tentare ed occorre recarsi all’estero con costi elevatissimi. E quali aiuti per chi vorrebbe famiglie numerose e, dato il reddito, non ne può avere? E poi, non dimentichiamolo, ci sono anche donne, coppie, che decidono in serenità di non volerne. Perchè farli sentire colpevoli ? Sono scelte molto intime e personali. Forse anche talvolta dolore ma necessarie. Demonizzare e far sentire in colpa per il calo demografico queste persone è orribile. Le conquiste per le donne per i Diritti, dopo decenni di lotte del centro sinistra, rischiano così di fare pericolosi passi indietro. Fare figli, oggi, è un lusso. Diciamolo. Se non hai risorse economiche, stabilità di lavoro, sostegno attraverso servizi funzionali, politiche di conciliazione casa / lavoro, contributi per la maternità, ed abbattimento di barriere preclusive di carriera, tutto diventa più difficile ed è facile decidere di non “aumentare” la famiglia.

Anche il Premier Renzi è intervenuto in tal senso, affermando che occorrono misure dirette al sostegno della famiglia più che a campagne spot di questo tipo.
http://www.dols.it/2016/09/23/fare-un-figlio-un-impegno-per-sempre/

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