domenica 11 settembre 2016

La fertilità è affar nostro, non di Stato di Deborah Dirani

"Operare un capovolgimento della mentalità corrente volto a rileggere la Fertilità come bisogno essenziale non solo della coppia ma dell'intera società, promuovendo un rinnovamento culturale in tema di procreazione". Roma A.D. 2016 (dopo Cristo)

Dai tutto bene, no? Alla fine aveva ragione Giovan Battista Vico ed è tutto un corso e ricorso della storia per cui fattrici eravamo e fattrici torniamo. Il cerchio si chiude e le tube si aprono (che se sono chiuse si fa fatica a procreare e allora non si è mica delle brave cittadine). Sì, dai, tutto bene, ma non benissimo. Mica per essere polemica però c'è qualcosa di inquietante nel manifesto licenziato dal Ministero della Salute per promuovere il Fertility Day (festa nazionale di ovuli e spermatozoi e chi più ne ha più ne metta, o insomma, li doni) che il prossimo 22 settembre ricorderà, come da graziosa foto della campagna, che noi donne abbiamo una scadenza. Che il nostro compito nella società non è mica alzarci al mattino, andare al lavoro e contribuire alla crescita del PIL. Ma per favore, roba da anni '70, questa. No: il nostro compito è vestire con una bella gonna a ruota, indossare un paio di decolleté tacco 6, legarci un grembiulino alla vita, cotonarci i capelli e sfornare bambini come vitellini. Bellissima prospettiva. Del resto è per questo che siamo venute al mondo, no?

Ma perché mandarci a scuola. Passino elementari e medie, ma il liceo? E l'università? Per carità, di Artemisia Gentileschi ne basta e avanza una, e poi non ha nemmeno fatto 'sta gran fine. Vedi? Se una si sottrae a quel privilegio (privilegio) che la natura, madre non matrigna, le ha accordato, di essere a sua volta madre e non matrigna, non c'è dubbio: va a finire male, malissimo.

Guarda lì che ingloriosa fine ha fatto la Rita (Levi Montalcini), senza marito e senza figli. Come se un Nobel potesse mai ripagare della tremenda frustrazione di non avere sfornato torte margherita e crostate di lamponi per mariti e marmocchi. Ma quando mai.

Rimettiamo le cose a posto, a partire da questo Fertility Day che ha il nobile scopo di diffondere la cultura della fertilità e spiegare come si fanno i bambini. Che sono creaturine deliziose ma che, per mio sommo disappunto, non vengono depositate sotto a un cavolo da una cicogna. Allora ci pensa il Ministero della Salute a insegnarci come fare. A prenderci cura delle nostre ovaie innanzitutto. Che servono alla patria! (ma non vi ricorda niente?) La patria ha bisogno di noi. Donne, uniamoci e sforniamo. Che mica si ferma l'orologio biologico, clessidra inclemente dell'avanzata della senescenza.

E sarà che ho quasi 43 anni e sarà che mi sto facendo rivoltare come un calzino nel tentativo di diventare mamma tra esami, ormoni e tutto quello che ci va dietro, sarà quello che volete ma a vedere la foto di questa signorina che mi sorride garrula toccandosi il pancino e sventolandomi una clessidra sotto al naso a me non è che viene tutta 'sta voglia di fare figli, mi viene invece quella di guardare dritto negli occhi il genio che si è inventato il Fertility Day e propormi come babysitter dei suoi 12 figli (che ne avrà almeno 12, sennò che parla a fa'?).

Per piacere abbiate rispetto per noi: non siamo fattrici, non siamo venute al mondo per fare figli. Magari vorremmo ma non possiamo, magari potremmo ma non vogliamo. Magari, ipotesi affatto peregrina, sono solo fatti nostri. Di sicuro non della Patria. La maternità è un fatto privato, una scelta, un desiderio, un'opzione, una possibilità che riguarda ogni donna e nella quale mai più nessuno deve sentire il diritto di intromettersi.

PS: Ritengo la maternità un'esperienza meravigliosa che arricchisce la vita di una donna, non la ritengo però l'unica esperienza di valore che una donna possa fare nel corso della sua vita.

PPS: Non conosco democrazie nelle quali la fertilità sia considerata un bisogno essenziale della società, conosco però molti regimi che la considerano tale.

http://www.huffingtonpost.it/deborah-dirani/la-fertilita-e-affar-nostro-non-di-stato_b_11793828.html

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