Mary Quant ideò la minigonna, Amelia Earhart sorvolò l'Atlantico: storie di donne comuni che hanno fatto epoca
Donne rivoluzionarie che con il loro coraggio hanno cambiato il modo di pensare di un'epoca. Da Mary Quant, che nel lontano 1963 liberò le gambe delle donne e con la sua minigonna diede una botta all'emancipazione femminile, alla leggendaria Amelia Earhart, prima donna a sorvolare l'Atlantico in solitaria. Ed è sempre il viaggio a segnare la liberazione di un'altra icona femminile, l'esploratrice Alexandra David-Néel, che all'inizio del Novecento si spinse, da sola, fino a Lhasa, in Tibet, città vietata all'epoca a qualsiasi straniero. E a inaugurare la figura della viaggiatrice solitaria, più forte della paura, dei pregiudizi e delle convenzioni che volevano che, fino agli inizi del Novecento, il viaggio fosse una prerogativa degli uomini.
A queste, e altre donne che hanno fatto la storia sono dedicati i separé di Byobú, presentati in questi giorni alla Design Week, l'evento internazionale dedicato al mondo del design che si svolge ogni anno a Milano. L'idea è semplice: creare nuovi modi di vivere lo spazio in un'epoca in cui gli ambienti di casa sono sempre più dinamici, flessibili e aperti. È il ritorno del paravento, nato in Cina nel II secolo e in voga nelle case fino al secolo scorso, amato persino da Coco Chanel che li collezionava.
Byobú, marchio italiano nato nel 2017 dall'idea di due giovani creative, lo rilancia, ma con un'idea in più: mandare un messaggio tutto al femminile. "La storia non è fatta di gente straordinaria, ma da donne comuni che hanno avuto il coraggio di andare contro corrente e di cambiare le regole", spiega Martina Di Paolo, illustratrice. Perché "per una donna, il mondo, oggi come cent'anni fa, è molto più difficile rispetto a un uomo", aggiunge Chiara Pollano, designer. E così, attraverso illustrazioni originali che evocano avventure che hanno segnato un'epoca, ogni separé racconta una storia straordinaria.
Storie solo evocate nelle trame delicate e fantasiose dei tessuti, che ricreano i mondi visti da queste donne e i loro viaggi, e dove sono i particolari a parlare: i piedi sottili di Jeanne Baret che spuntano tra foglie e piante tropicali mentre, in abiti maschili, è intenta a studiare la natura delle Mauritius. O la mano sensuale di Polly Peabody che allaccia il reggiseno moderno, sua rivoluzionaria invenzione che ha dato l'addio, una volta per tutte, alle costrizioni del corsetto. E, ancora, le gambe della nuotatrice Annette Kolmann che fluttuano su un fondale di coralli, la prima a indossare il bikini.
Un omaggio alle donne che hanno cambiato il costume di un'epoca, "meno note di icone come Frida Kahlo, ma che hanno contribuito in maniera significativa a farci arrivare fino ai giorni nostri". Simboli per tutte le generazioni che nell'intento delle due creative, "sono fonte d'ispirazione per altre donne affinché prendano coraggio e non si lascino sopraffare dalla società, che è ancora troppo maschilista".
Immagini di donne seducenti, di gambe accavallate che sbocciano dai petali dei fiori della passione. È il separé di Byobù ispirato a Mary Quant (Londra, 1934), la celebre stilista che nel 1963 inventò la minigonna. Avrebbe dovuto diventare insegnante, almeno così avevano previsto per lei i genitori, due professori universitari. Invece, alla fine decise lei. E s'inventò la mini, dieci centimetri sopra il ginocchio, un piccolo, rivoluzionario accorgimento che, proprio per la sua lunghezza ridotta, non ostacolava il movimento delle gambe e risultava più pratico rispetto agli abiti femminili dell'epoca. "Sono state le ragazze della King's Road a inventare la mini. Io stavo facendo abiti semplici e giovanili, con cui era possibile muoversi, con cui si poteva correre e saltare e li avrei realizzati della lunghezza voluta dalla clientela. Io li indossavo molto corti e la clientela diceva 'Più corti, più corti'". E così Mary Quant, che a soli sedici anni decise di andarsene di casa per vivere da bohémienne a Londra e aprire una boutique, fece arrossire le benpensanti di tutto il mondo.
Tra le palme, i fiori e i caschi di banane delle terre che si affacciano sul Pacifico, spunta la figura, appena accennata, di un aereo. È il separé dedicato ad Amelia Earhart (1897-1937), eroina mondiale del volo, scomparsa nel 1939 quando, prima donna al mondo, stava tentando la circumnavigazione del pianeta attorno all'equatore. Qualche anno prima, nel 1932, era già diventata un'eroina mondiale, sorvolando in solitaria l'Atlantico. Nessun'altra donna prima era riuscita in una simile impresa. Esempio di coraggio e spirito d'avventura, ha iniziato prendendo l'aviazione come un hobby, spesso accettando ogni tipo di lavoro per mantenersi le costose lezioni. Nel 1922 compra il suo primo aeroplano e da qui la sua storia è in salita: viaggia da Honolulu a Oakland, da Los Angeles a Mexico City, e da qui a Newark. Pilota, scrittrice di successo e persino disegnatrice di moda. Il suo impegno "per la donna che svolge una vita attiva" è completo: ed è così che Earhart studia un capo di abbigliamento comodo – con pantaloni morbidi, cerniere e grosse tasche – per aprire la strada dell'aviazione anche alle donne. Il suo sogno più grande però era fare il giro del mondo in aeroplano: inizia l'impresa, ma raggiunti circa due terzi del viaggio, scompare misteriosamente insieme al copilota Frederick Noonan. È il 2 luglio 1937. All'eroina americana del volo è stato dedicato, di recente, un film dal titolo "Amelia" con Richard Gere e Hilary Swank nel ruolo dell'aviatrice.
È il Tibet, con i suoi templi, uno yak che spunta dalle foglie e il volto di un'esploratrice, il protagonista dell'ultimo separé della nuova collezione di Byobù. Un omaggio ad Alexandra David Neel (1868-1969), prima donna occidentale che riuscì nell'impresa di raggiungere l'Oriente, nel 1924. Esploratrice, scrittrice e antropologa, la sua avventura inizia presto: a diciotto anni scappa di casa per raggiungere la Spagna in bicicletta, e da allora non ha mai smesso di viaggiare. In India imparò il sanscrito e si dedicò allo studio del buddismo. Nei suoi viaggi si spinse fino a Lhasa, la capitale del Tibet, a quel tempo sconosciuto e interdetto agli stranieri. Fu la prima donna occidentale che riuscì a entrarci, lasciando importanti testimonianze scritte.
Il bozzetto del primo reggiseno moderno emerge da uno sfondo floreale che evoca il mondo della sensualità e della femminilità. Questo separé omaggia Caresse Crosby (1891-1970), scrittrice e attivista americana, più conosciuta come Polly Peabody. Fu una ricca dama newyorkese che, oltre a essere ricordata come editrice per aver pubblicato opere di autori destinati al successo come Ernest Hemingway e Charles Bukowski, è ricordata per aver inventato l'arma suprema di seduzione delle donne: il reggiseno, liberandolo per sempre da stecche e altre torture. Suo è il primo brevetto del reggiseno moderno, che risale al 1914. Peabody deposita il marchio di sua invenzione con il nome di "Caresse Crosby" e lo cede alla Warner per 1.500 dollari, che metterà poi sul mercato i primi reggiseni con le bretelle elastiche. Il prototipo se lo era fatto da sola un anno prima utilizzando due fazzoletti e un nastro, e fu rivoluzione. Della sua invenzione, disse, con orgoglio: "Non posso dire che il reggiseno occuperà mai un posto nella storia come quello del battello a vapore, ma fui io ad inventarlo".
Alla prima donna che riuscì a compiere il giro del mondo è dedicato questo separé. Jeanne Baret (1740-1807), esploratrice francese fece parte della spedizione di Louise Antoine de Bougainville e fu la prima donna a compiere la circumnavigazione del globo. Vestita con abiti maschili – come emerge dal particolare dei pantaloni a righe che si intravedono tra la ricca vegetazione – si faceva chiamare Jean Baret, arruolandosi come assistente del naturalista Philibert Commerson. Prerogativa maschile, la figura del viaggiatore e avventuriero, Baret con i suoi studi e le sue illustrazioni, diede un grande contributo allo studio della botanica di Paesi fino ad allora sconosciuti, come le Mauritius.
Le gambe nude di Annette Kolmann che si liberano nelle acque variopinte della barriera corallina, nuotatrice australiana, la prima a indossare l'antenato del bikini e a scoprire così il corpo delle donne. Fu arrestata a Melbourne, alla fine della traversata, ma lei continuò imperterrita a immergersi nelle acque con questo nuovo costume, che fece scalpore.
https://www.huffingtonpost.it/2019/04/15/mary-quant-ideo-la-minigonna-amelia-earhart-sorvolo-latlantico-storie-di-donne-comuni-che-hanno-fatto-epoca_a_23711809/?fbclid=IwAR2MdR3DM0c8OynwFAo6CZ30mjJNbxt5-2gDIY_WArmUlAS-5lUCJFFHP
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