“La Stanza dello Scirocco”, il Centro Antiviolenza interistituzionale situato in via Marzabotto a Corsico e finanziato su un Progetto sovracomunale da Regione Lombardia, ha rischiato la chiusura.
Regione Lombardia, contravvenendo a quanto scritto nella Convenzione di Istanbul che raccomanda l'anonimato come protezione delle donne che si rivolgono ai centri antiviolenza,pretende che venga inserito negli atti il codice fiscale delle donne che accedono ai Centri.
CADMI (Casa di Accoglienza delle Donne Maltrattate di Milano il primo centro antiviolenza italiano nato nel 1986, con storia ed esperienza di accompagnamento per le donne che intendono uscire dalla violenza) che gestisce il centro con la collaborazione delle donne dell'associazione Demetra di Trezzano, considera questa scelta impraticabile. Il codice fiscale, oltre a ledere il diritto alla privacy, mette a rischio l'incolumità delle donne che denunciano, dei figli e delle figlie, individuabili e raggiungibili dai coniugi violenti con le conseguenze che le cronache ci raccontano e che i Centri Antiviolenza incontrano quotidianamente.
Alle difficoltà con cui le donne si rivolgono ai centri antiviolenza si aggiunge ora anche la paura di essere individuate sin dalla prima accoglienza e impedisce la creazione di una relazione di fiducia con le operatrici. Un bel modo per aiutare le donne a denunciare i maltrattanti, liberarsi dalla violenza e ricominciare a vivere.
Inutili le motivate proteste, i tentativi tesi in questa fase a far concludere il percorso iniziato. Regione Lombardia non sente ragioni. Nulla da fare. Il Centro può chiudere.
Per fortuna i sei Comuni cui il centro fa riferimento decidono di autofinanziarlo con delibera del Piano di Zona attualmente gestito dal Sindaco di Cesano Boscone Simone Negri che ha condiviso e sostenuto le preoccupazioni manifestate dalle donne del territorio. Un solo voto contrario, quello dell'assessore Fabio Raimondo di Corsico, che ha ritenuto più importante anteporre le ragioni di Regione Lombardia alle negatività della chiusura del centro, negando alle donne attualmente assistite di concludere i faticosi percorsi iniziati.
Noi donne dell'associazione “ventunesimodonna”di Corsico, che dal 2016 facciamo parte della rete che accompagna il Centro, condividendo le preoccupazioni per l'inutile esposizione delle donne ai rischi della visibilità, abbiamo ritenuto importante un confronto con le operatrici della Stanza dello Scirocco e con la vicepresidente del CADMI Alessandra Garisto. All’incontro erano presenti le assessore alle politiche di genere dei comuni di Buccinasco, Cesano Boscone e Trezzano sul Naviglio e alcune associazioni di donne del territorio per una valutazione comune.
La questione non è risolta con il finanziamento del semestre giugno-dicembre.
Rimane il problema del prossimo bando e delle strade da percorrere qualora la scelta di Regione Lombardia rimanesse invariata.
Per il momento ringraziamo i Sindaci e le Assessore dei comuni del Piano di Zona che con la loro sensibilità hanno evitato un disagio alle numerose donne che cercano di uscire dalla violenza che quotidianamente subiscono.
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