E insomma, se vi siete alzate con un bel cerchio alla testa stamattina c’è da capire: per chi ha a cuore le politiche per le donne queste elezioni europee sono state molto amare.
Non solo in campagna elettorale abbiamo infatti assistito a programmi elettorali di tutti i partiti dove la questione femminile era assolutamente ignorata, ma oggi ci tocca assistere al trionfo di forze sovraniste-populiste che nell’ultimo anno si sono messe proprio di impegno per rappresentare al peggio il maschilismo più retrivo che si possa immaginare.
Fa quindi molto male pensare che anche delle donne abbiano potuto votare partiti che hanno proposto il Disegno di Legge Pillon, rimesso in discussione la Legge 194/78, esaltato la famiglia “tradizionale”, proposto la riapertura delle case chiuse, messo alla gogna sui social giovani donne manifestanti, sospeso insegnanti, approvato misure di politica economica che di fatto escludono le donne, tipo Quota100.
E aiutatemi se mi sono dimenticata qualcosa.
Disastro totale, quindi? Non proprio, se andiamo a vedere bene i risultati elettorali che ci raccontano anche altre verità.
Una bella analisi del voto delle elezioni europee 2019 di SWG ci conferma intanto che il 37% delle donne che hanno votato hanno scelto un partito ostentatamente maschilista addirittura in misura superiore al risultato generale (34,3%).
La Lega, primo partito in Italia, ha raggiunto questo risultato tra le donne grazie ad un aumento del 17% rispetto alle elezioni politiche del 2018, pare per un travaso di voti provenienti da Forza Italia e dal M5S. Ad essa segue la lista del PD e Siamo Europei, con il 22% dei voti delle donne (+3%), il Movimento 5 Stelle con il 17% (-14%), Forza Italia con il 9% (-6%) e la lista di Fratelli d’Italia con il 6% (+1%).
Proiettando il dato percentuale in termini numerici, la Lega ha quindi preso tra le donne circa 4,8 milioni di voti, PD e SiamoEuropei 2,8 milioni, il Movimento 5S 2,2 milioni, Forza Italia 1,1 milioni, Fratelli d’Italia 788 mila voti.
Le donne italiane, però, hanno votato solo per la metà. E qui sta la verità con la quale i partiti dovranno prima o poi confrontarsi, soprattutto per quelli che volessero prima o poi ritornare ad essere realmente competitivi.
Le donne con diritto di voto in Italia sono infatti 26,2 milioni, dei quali 13,1 milioni quindi, il 50%, non sono andate a votare. L’incidenza del voto delle donne che hanno scelto la Lega è dunque certamente del 37% relativamente alla conta dei seggi che le verranno assegnati al Parlamento Europeo, ma in termini di rappresentanza sociale questo risultato rappresenta il 18,5% del totale delle donne italiane. Seguito dall’11% delle donne che hanno votato per il Partito Democratico e SiamoEuropei, l’8,5% che hanno votato M5S, il 4,5% che hanno votato Forza Italia e il 3% che hanno votato Fratelli d’Italia.
Di fronte a tali calcoli, due notizie una buona e una cattiva.
Quella buona, è che noi donne siamo meglio di quello che abbiamo pensato in molte oggi, leggendo i risultati delle elezioni europee. Considerati i tempi, la quantità di anziane, la protesta sociale, le diseguaglianze, l’analfabetismo funzionale e le paure varie ed assortite che vengono fomentate quotidianamente per far presa sui più fragili, 4,8 milioni di donne “sovraniste-populiste” su un totale di 26 milioni ci possono anche stare, in una democrazia che deve per forza comporre molteplici bisogni e punti di vista.
La cattiva notizia è che ci sono 13 milioni di voti di donne che non sono andate a votare che a quanto pare non interessano molto soprattutto chi dovrebbe, se non altro per la propria storia, avere un minimo di interesse a raggiungerle.
Con una tale quantità di voti potenziali là fuori forse, ma sottolineo forse, uno sforzo in più per comporre programmi politici ed elettorali che sappiano parlare a queste donne la prossima volta lo si potrebbe fare.
https://www.ladynomics.it/il-voto-delle-donne-alle-elezioni-europee/?fbclid=IwAR2eUzmBM7j_qTIwyluWN1hShhPNfQ6hGE4RkIVNApfVEVh5a7jQZ3eNjEM
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