venerdì 17 maggio 2019

Perché oggi è la giornata mondiale contro l'omofobia di Giulia Giacobini

La data del 17 maggio è stata scelta per quanto avvenuto nel 1990, quando l'Organizzazione mondiale della sanità prese una decisione storica, cambiando la vita di milioni di persone

Tim Cook, ceo di Apple, ha fatto coming out nel 2014. “Sono orgoglioso di essere gay e considero la mia omosessualità uno dei più grandi doni che Dio mi abbia fatto”, ha scritto all’epoca in un editoriale su Bloomberg in cui dichiarava la sua scelta. Le sue dichiarazioni sono state universalmente viste come un atto di coraggio: prima di lui, nessun amministratore delegato di una grande impresa aveva ammesso pubblicamente di essere attratto da persone del suo stesso sesso. E la sua scelta avveniva in un anno molto importante per il movimento lgbt.

Oggi, 17 maggio, si festeggia la giornata mondiale contro l’omofobia, una ricorrenza molto rilevante, e quantomai necessaria. L’Organizzazione mondiale della sanità ha infatti considerato a lungo l’omosessualità una malattia mentale, e per diversi anni dottori e specialisti in tutto il mondo hanno provato a curare uomini che amavano uomini e donne che amavano donne.

La svolta è arrivata solo nel 1990, dopo anni di battaglie da parte della comunità Lgbtq+. Il 17 maggio di quell’anno l’Oms depennò l’omosessualità dalla lista. Da allora, amare una persona dello stesso stesso è considerata una “variante naturale del comportamento umano”, recita la definizione dell’organizzazione. E la giornata contro l’omofobia, istituita dall’Unione europea proprio nel 2004, si celebra oggi proprio per ricordare questa data storica.

Un lungo percorso
L’omosessualità è stata considerata per secoli un reato o una malattia (in alcuni paesi, come il Brunei, lo è ancora). Nel 1952, l’American Psychiatric Association la considerava un “disturbo sociopatico della personalità” mentre nel 1968 si arrivò ad accostarla ufficialmente alla pedofilia e alle devianze sessuali, considerati “disturbi mentali non psicotici”. Nel 1974, l’opinione della comunità scientifica iniziò a cambiare ma si diffuse l’espressione “omosessualità egodonistica”: I dottori che la utilizzavano erano convinti che le persone gay fossero a disagio e soffrissero perché non riuscivano ad accettare il loro orientamento.

In Italia, chi si dichiarava omosessuale o veniva considerato tale perché si travestiva o aveva atteggiamenti femminili, talvolta veniva rinchiuso in un manicomio. Ma, come scrive Gay.it, l’attrazione verso persone dello stesso sesso era considerata un problema morale, più che sanitario, e molto spesso il ricovero dipendeva dalla volontà delle famiglie e del paziente. In generale, le persone che venivano internate non assumevano farmaci ma venivano sottoposte a ripetute violenze psicologiche. Alcune, tuttavia, erano trattate con l’elettroshock.

Come l’Ue ha cambiato tutto
Il primo a lanciare l’idea di una giornata internazionale contro l’omofobia fu Louis-George Tin, attivista francese e curatore del Dizionario dell’omofobia, un libro che ripercorre la storia e le difficoltà di alcuni gay famosi come Oscar Wilde, analizza alcune teorie omofobe – dalla loro nascita alla loro infiltrazione nella società – e parla della situazione degli omosessuali nei diversi paesi del mondo. La prima giornata internazionale contro l’omofobia è stata festeggiata nel 2004.

Tre anni dopo, l’evento venne promosso anche dall’Unione europea. Nel 2007 l’europarlamento adottò infatti una risoluzione sull’omofobia che, all’articolo 8, ribadiva l’invito “a tutti gli stati membri a proporre leggi che superino le discriminazioni subite da coppie dello stesso sesso e chiede alla Commissione di presentare proposte per garantire che il principio del riconoscimento reciproco sia applicato anche in questo settore al fine di garantire la libertà di circolazione per tutte le persone nell’Unione europea senza discriminazioni”.

Oggi l’evento è promosso anche dalle Nazioni Unite, festeggiato in 130 paesi nel mondo e volto a sensibilizzare le persone anche sulla bifobia e la transfobia, ovvero l’avversione discriminante nei confronti delle persone bisessuali e transessuali.
https://www.wired.it/attualita/politica/2019/05/17/giornata-contro-omofobia-perche-festeggia-oggi/?fbclid=IwAR20XiMniiUUL7XRSKB6o9s4BPqbVv8HxoMBEbEmJ-_YRfgdabtF5t_zB04&refresh_ce=

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