mercoledì 30 dicembre 2020

Trentino, uccisa in casa Agitu Gudeta, la rifugiata etiope simbolo dell'integrazione di Andrea Selva

Scappata dal suo Paese, aveva fondato l'azienda agricola "La capra felice" nella Valle dei Mocheni dove allevava animali a rischio di estinzione

L'hanno trovata senza vita all'interno della sua casa di Frassilongo (Trentino), colpita con violenza alla testa. Un omicidio, hanno confermato i carabinieri che nel tardo pomeriggio sono giunti sul posto, chiamati dai vicini e stanno lavorando per ricostruire l'accaduto.

È finito così - forse con un colpo di martello - il sogno di Agitu Ideo Gudeta, pastora etiope che avrebbe compiuto 43 anni il giorno di Capodanno e che si era data l'obiettivo di salvare dall'estinzione (e anche dagli attacchi dell'orso) la capra mochena, una specie che sopravvive in una valle isolata della Provincia di Trento dove la donna aveva trovato casa.

Ma il suo problema - aveva denunciato un paio di anni fa - più che gli orsi erano i vicini: "Mi insultano, mi chiamano brutta negra, dicono che me ne devo andare e che questo non è il mio posto" aveva denunciato ai carabinieri, raccontando anche pubblicamente la sua storia. Le indagini però si concentrerebbero su un giovane africano dipendente dell'azienda 'La Capra Felice'. A quanto pare, l'uomo - che non è quello che l'aveva minacciata ed aggredita - avrebbe avuto dissidi con Agitu per motivi economici. A dare l'allarme ai carabinieri sono stati alcuni vicini a loro volta chiamati da un uomo con il quale la vittima aveva un appuntamento al quale non si era presentata.

Sul caso delle minacce arrivò la solidarietà del presidente della giunta provinciale, all'epoca Ugo Rossi: "Il fatto che Agitu, da rifugiata, abbia avviato la sua attività agricola sul nostro territorio dimostra che il Trentino crede nell'accoglienza e nella solidarietà". Una storia di minacce e danneggiamenti, finita in tribunale con la condanna a 9 mesi per lesioni di un uomo del posto che aveva sempre liquidato la faccenda come una lite fra vicini: "Il razzismo non c'entra". La donna quindi aveva ripreso a girare i mercati del Trentino per vendere i prodotti realizzati con il latte delle sue cinquanta capre, con il furgone che sulla fiancata riportava il nome dell'azienda agricola: "La capra felice".

Agitu Gudeta era fuggita in Italia nel 2010 e aveva ottenuto lo status di rifugiata e dopo qualche anno era riuscita ad avviare la sua azienda agricola a Frassilongo scommettendo sulle capre mochene. Nel 2017 aveva partecipato all'incontro "Donne anche noi", raccontando la sua storia di migrante arrivata in Italia. Originaria della capitale Addis Abeba, era stata costretta a lasciate l'Etiopia perché a causa del suo impegno contro l'accapparramento delle terre da parte di alcune multinazionali era stata oggetto di minacce di morte.

https://www.repubblica.it/cronaca/2020/12/29/news/trentino_trovata_morta_agitu_gudeta_donna_42enne_simbolo_di_integrazione_ipotesi_omicidio-280360648/?fbclid=IwAR1ptlRX2VDrnnIn59e_hbXQRxng6qK0Pd0hMl_5zamL6Np6O1Svjap8uWg

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