Per la prima volta un'indagine nazionale ha
valutato quanto "vale" il silenzio sulla violenza contro le
donne. E il risultato è drammatico: 16,7 miliardi di euro. La metà
di una finanziaria "pesante"
21 novembre 2013 di CINZIA GUBBINI
Servizi sociali,
psicologi, forze dell'ordine: l'inerzia sul femminicidio costa più
di una legge di stabilità
ROMA - Costi sociali, a
partire da quelli dei servizi alla persona e dell'impiego delle Forze
dell'Ordine. Ma soprattutto umani e psicologici. Per la prima volta
un'indagine nazionale ha valutato quanto costa il silenzio sul
femminicidio e sulla violenza contro le donne. E il risultato è
drammatico: 16,7 miliardi di euro. Praticamente la metà di una
finanziaria "pesante". Per contrastare questo fenomeno,
invece, si investe poco: solo 6,3 milioni di euro all'anno.
Il lavoro scientifico
ha visto impegnati un pool di ricercatori di diversi atenei italiani,
ed è stato valutato da un comitato scientifico di cui hanno fatto
parte, tra gli altri, rappresentanti dell'Istat, del Cnr e
dell'università Bocconi. "Quanto costa il silenzio?",
iniziativa promossa da Intervita Onlus e presentata oggi a Roma alla
Casa del Cinema, parte dalla non facile stima di quante siano le
donne in Italia che ogni anno subiscono violenza. Per violenza si
intende qualsiasi tipo di sopruso: dallo schiaffo all'uccisione. I
ricercatori sono partiti dai dati dell'ultima indagine dell'Istat -
risalente a sette anni fa - li hanno incrociati con altri studi sul
tema e hanno realizzato interviste strutturate a donne vittime di
violenza. La conclusione è che nel 2012 una donna ogni 3 giorni è
stata uccisa dal proprio partner, e che più di un milione di donne
hanno subito almeno una molestia. Volendo stimare anche gli atti di
violenza si arriva alla cifra stratosferica di 14 milioni: ovvero 26
al minuto.
Si tratta insomma di
una vera e propria emergenza. Anche perché, dice la ricerca, questa
enorme aggressività che attraversa la società italiana e i rapporti
personali è invisibile: solo il 7,2% denuncia all'autorità
giudiziaria. E quasi il 34% passa la vita senza raccontare quello che
è successo a nessuno, nemmeno ai propri amici. Nonostante il
parlamento abbia approvato un mese fa la cosiddetta legge contro il
femminicidio e la normativa italiana punisca anche lo stalking,
essere vittime di violenza è ancora uno stigma. Un fatto che ancora
troppe donne considerano un problema personale, mescolando sensi di
colpa e paure.
La ricerca "Quanto
costa il silenzio" ha invece l'obiettivo di mostrare che la
violenza contro le donne riguarda di tutti, a partire dai costi
economici e finanziari sulla comunità. "Questo nostro studio -
ha detto Marco Chiesara, presidente di Intervita - aumenta la
consapevolezza di quanto la violenza sulle donne resti sommersa e di
quanto siano spaventose le ricadute economiche e sociali. Emerge con
forza che non è solo la donna direttamente coinvolta a scontare la
violenza. Dopo una violenza sono tante le donne che perdono il lavoro
per brevi o lunghi periodi. Per questo crediamo che sia necessario
intervenire per tutelare, sostenere e promuovere l'inserimento
lavorativo e il mantenimento del lavoro di donne che hanno subito
violenza".
La mancata produttività
delle donne vittime di violenza è stata stimata in 604,1 milioni di
euro. Poi ci sono le spese sanitarie, per un totale di 460 milioni di
euro, le cure psicologiche (158,7 milioni) e l'acquisto di farmaci
(44,5 milioni). A questi costi si aggiungono quelli relativi
all'impiego delle Forze dell'Ordine, stimati in 235,7 milioni di
euro, quelli sostenuti dall'Ordinamento giudiziario (421,3) e il
costo per le spese legali che sfiora i 290 milioni di euro.
Ma la spesa maggiore è
senza dubbia quella relativa ai "costi umani e di sofferenza",
che ammontano a 14,3 miliardi. Una stima raggiunta valutando le
conseguenze della vulnerabilità in cui si trova a vivere il nucleo
famigliare, l'impatto sulle relazioni fino alla trasmissione da una
generazione all'altra della violenza. Un calcolo che si basa nel
metodo su studi pionieristici a livello internazionale e utilizza
come parametro il risarcimento danni in caso di incidenti stradali
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