"Cominciamo con la
diffusa accettazione dello “sputtanamento”. Significa svergognare
o aggredire le donne, facendole sentire colpevoli o inferiori,
rispetto ai loro veri o presunti comportamenti e desideri sessuali.
Alla mia età, è normale camminare nei corridoi della scuola e
sentire la parola “troia”, piena di disprezzo, usata per
descrivere una ragazza che indossa pantaloncini corti, o come
soprannome per l’amica di qualcuno, o per descrivere quella nella
tua classe che ha un fidanzato diverso ogni settimana.
La parola può essere
usata in molte maniere diverse per sminuire le donne, ma la vera
questione è: cosa definisce, esattamente, una “troia”? Risposta:
niente, nessuna donna lo è. Nessun singolo essere umano su questo
pianeta. Sì, ciò include persino quella tipa con cui il tuo ex
ragazzo ti ha tradita. La società aggredisce le donne con le parole
“troia” e “puttana” se solo sono semplicemente attive a
livello sessuale, o se indossano vestiti “rivelatori”. Una donna
può fare sesso con una sola persona o con dieci ed essere assalita
allo stesso modo in termini sessisti. Il fatto è che nessuno
dovrebbe usarli, per nessuno scopo. Lo “sputtanamento” è
inaccettabile e non crea un ambiente favorevole all’eguaglianza.
La mia generazione
spesso tende a sorvolare sul reale significato di “troia” e
“puttana”, e queste parole spuntano nelle frasi come parti di un
vocabolario quotidiano. Ma sono termini odiosi e degradanti per
descrivere qualcuna, la sua vita sessuale o il modo in cui si veste.
Perciò, invece di ignorare questa pratica, la prossima volta
chiamate i praticanti a risponderne. Lottare contro la società
patriarcale include il minimizzare l’uso del linguaggio che
impoverisce le persone, ed è un passo verso l’ottenimento
dell’eguaglianza."
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