mercoledì 13 novembre 2013

Lettera di una ragazzina di 15 anni molto più profonda e matura di tante persone con il triplo della sua età:


"Cominciamo con la diffusa accettazione dello “sputtanamento”. Significa svergognare o aggredire le donne, facendole sentire colpevoli o inferiori, rispetto ai loro veri o presunti comportamenti e desideri sessuali. Alla mia età, è normale camminare nei corridoi della scuola e sentire la parola “troia”, piena di disprezzo, usata per descrivere una ragazza che indossa pantaloncini corti, o come soprannome per l’amica di qualcuno, o per descrivere quella nella tua classe che ha un fidanzato diverso ogni settimana.
La parola può essere usata in molte maniere diverse per sminuire le donne, ma la vera questione è: cosa definisce, esattamente, una “troia”? Risposta: niente, nessuna donna lo è. Nessun singolo essere umano su questo pianeta. Sì, ciò include persino quella tipa con cui il tuo ex ragazzo ti ha tradita. La società aggredisce le donne con le parole “troia” e “puttana” se solo sono semplicemente attive a livello sessuale, o se indossano vestiti “rivelatori”. Una donna può fare sesso con una sola persona o con dieci ed essere assalita allo stesso modo in termini sessisti. Il fatto è che nessuno dovrebbe usarli, per nessuno scopo. Lo “sputtanamento” è inaccettabile e non crea un ambiente favorevole all’eguaglianza.
La mia generazione spesso tende a sorvolare sul reale significato di “troia” e “puttana”, e queste parole spuntano nelle frasi come parti di un vocabolario quotidiano. Ma sono termini odiosi e degradanti per descrivere qualcuna, la sua vita sessuale o il modo in cui si veste. Perciò, invece di ignorare questa pratica, la prossima volta chiamate i praticanti a risponderne. Lottare contro la società patriarcale include il minimizzare l’uso del linguaggio che impoverisce le persone, ed è un passo verso l’ottenimento dell’eguaglianza."

Nessun commento: