Sabato 23 Novembre
ore 16 - presso lo Spazio Sociale "Nilde Jotti"
in via N. Jotti 11 -Corsico
Visione del film " Racconti da Stoccolma" di Anders Nilsson
Segue dibattito
Note sul film
Quando scende la notte Stoccolma si scopre intollerante e violenta. Dentro le case e fuori, sulle strade, esplode l'odio incontrollato di padri, mariti, fratelli. In una di queste notti si incrociano i destini di Leyla, figlia di una numerosa famiglia mediorientale, cresciuta secondo un rigido codice morale e religioso, Carina, madre generosa e giornalista di talento, umiliata dalle parole e dalle percosse di un marito meschino e geloso, e Aram, giovane proprietario di un locale, innamorato di uno degli uomini della sicurezza. Con modi e tempi diversi, Leyla, Carina e Aram impareranno a difendersi e a reagire ai soprusi.
Di questo riferiscono I racconti di Stoccolma di Anders Nilsson: delitti d'onore, violenze domestiche e tentati omicidi. Il regista scandinavo affronta (nel primo episodio) il problema dell'automatizzazione religiosa e culturale eretta a sistema, fondata sul culto della differenza, della gerarchizzazione e della categorizzazione. Leyla e la sorella maggiore Nina non sono definite a partire dalla loro individualità ma secondo legami di dipendenza all'interno della struttura familiare: sono figlie, sorelle e, se non verranno meno alle aspettative sociali e religiose sul ruolo che sono chiamate a ricoprire, saranno mogli.
In caso di trasgressione (anche solo presunta) la donna assume una posizione di irregolarità nella comunità, che provoca una rappresaglia feroce da parte del gruppo "disonorato". Lo schema concettuale non cambia per Carina o per Arem, a cui vengono negate l'identità e la possibilità di essere felici.
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Lunedì 25 Novembre
“Scarpette rosse per non morire” installazione
presso la fontana dell'Incontro - via Cavour - Corsico dalle 15.00 alle 18.00
“Zapatos Rojos - scarpette
rosse - delle donne di Ciudad de Jàrez” è un progetto d’arte pubblica
realizzato nel 2009 da Elina Chauvet che sta facendo il giro del mondo.
Denuncia la situazione di Ciudad Juárez, città messicana al confine
con gli
Stati Uniti dove a
partire dal 1993 centinaia di donne sono rapite, stuprate, uccise nella scarsa
considerazione delle autorità e dei media nazionali e internazionali. E’ a
Juarez che per la prima volta viene usato il termine “femminicidio“.
Le scarpe rosse visualizzano la marcia rossa delle donne che ogni giorno versano sangue per mano dei propri padri, mariti, ex compagni.
Ogni paio di scarpe
rosse rappresenta una donna, la traccia di una violenza
subita e al tempo stesso la volontà di continuare insieme il cammino verso
l’eliminazione della violenza di genere.
Rosso
Il simbolo dell’energia vitale, della forza fisica e
mentale, della volontà di opporsi ai maltrattamenti.
Rosso
Il colore scelto da Elina Chauvet e di un indumento
che indosseremo.
L'installazione può essere partecipata portando un paio di scarpe da donna rosse
Intorno all'installazione discutiamo di violenza sulle donne e denunciamo l'insopportabilità del femminicidio
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