Cgil e Snoq: stop il
25. La carta di Gucci.
Nella giornata mondiale contro le violenze un
minuto (o un’ora) di riflessione di ILARIA CIUTI
La Toscana "sciopera"
dalla parte delle donne
Sciopero in Toscana
contro la violenza alle donne, contro il femminicidio per cui in
Italia viene uccisa una donna ogni tre giorni. Lunedì 25 novembre,
giornata internazionale contro la violenza alle donne. Uno sciopero
in tutti i luoghi di lavoro che le donne della Cgil, le quali
organizzano la giornata del 25 insieme a Snoq (Se non ora quando),
chiamano «simbolico». Sarà una fermata breve, anche di qualche
minuto, un quarto d’ora, un’ora, a seconda delle situazioni. In
cui una donna per ogni luogo si fermerà e farà fermare tutti
pronunziando le parole dure della prepotenza e della morte e leggendo
un qualsiasi brano che parli di questa violenza orrenda che invece di
diminuire aumenta.
Sarà come il sasso
nello stagno che si propaga lontano. La lettura provocherà il
coinvolgimento delle compagne e i compagni di lavoro ma anche, se si
tratterà di un negozio o di un supermercato, di chi è lì in quel
momento lì, dei clienti. Donne e uomini, perchè a tutti sarà
rivolto il discorso: se lo vorranno ascoltare e ci vorranno pensare.
Per rendere evidente l'adesione alla manifestazione donne e uomini
indosseranno un adesivo e qualcosa di rosso, simbolo della ribellione
alla violenza contro le donne a al femminicidio.
Si mobilitano le
donne, ma anche una grande impresa della moda di lusso a livello
internazionale. Gucci sarà il marchio pilota in Italia della lotta
contro la violenza alle donne lanciata da Kering, il gruppo francese
cui la maison fiorentina appartiene. La Fondazione Kering ha firmato
ieri la Carta contro la violenza insieme all’associazione Donne in
Rete(D.i.Re), Francois Pinault per Kering e Titti Carrano per D.i.Re.
Gucci formerà alcuni dei suoi dipendenti perchè aiutino gli altri
in azienda, le donne soprattutto, a riconoscere una violenza ancora
spesso sommersa e che, recita la Carta, «si consuma al 75% in
famiglia o in ambito di relazioni sentimentali». Le indirizzeranno,
se necessario, ai centri di D.i.Re sui vari territori. Con la
speranza, dice il direttore creativo della griffe, Frida Giannini,
«che questo progetto sia di grande ispirazione anche per altre
aziende».
Tornando allo sciopero,
«il 25% degli uomini italiani sono maltrattanti», afferma Annamaria
Romano (FisacCgil), spiegando che da qui al 25 novembre la Cgil
consegnerà e a donne e uomini 5.000 cartoline con la foto della
scalinata di San Gimignano ricoperta di scarpe rosse, simbolo
dell’assenza e dunque delle donne uccise, da spedire alla
presidente della Camera Laura Boldrini. Per dire che «la violenza
sulle donne è una sconfitta per tutti». Scarpe rosse anche nel
flash mob previsto la mattina del 25 in piazza Santa Croce. Mentre in
quello della sera saranno detti i nomi delle donne uccise. Snoq
proporrà anche un concorso per le scuole per cui i ragazzi dovranno
realizzare dei cartelloni pubblicitari senza riprodurre stereotipi di
genere.
«La legge del governo
non basta», dicono Romano e Lea Fiorentini di Snoq. Non basta la
repressione, ci vuole una grande battaglia culturale «in un paese
ancora fatto a misura di uomo». Dove, ricorda Romano, «fino dalle
fiabe, i ruoli sono una prigione: le donne che aspettano passive il
bacio risolutore del principe e il principe è inchiodato al ruolo di
salvatore che non ha dubbi e non piange».
Una battaglia
culturale, spiega Fiorentini, per debellare una violenza subdola che
svela l’orco dopo anni in cui si era mostrato come il migliore
degli uomini inducendo le donne a pensare di esserselo meritato e a
non riuscire a emergere da legami collosi in cui magari nel frattempo
è comparso un figlio. «E poi conclude anche chi scappa viene
uccisa. Senza nessun sostengo: il 70% delle donne massacrate aveva
denunziato senza venire ascoltate».
(15 novembre 2013)
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