domenica 20 marzo 2016

Lettera ai nuovi padri di Barbara Stefanelli

È passato quasi un secolo da quando Franz Kafka scrisse la sua Lettera al padre, nella quale elencava le qualità del «vero Kafka»: l’uomo che per lui rappresentava «la misura di tutte le cose». Forza. Salute. Appetito. Intensità vocale. Capacità oratoria. Autosufficienza. Senso di superiorità. Resistenza. Presenza di spirito. Conoscenza dell’uomo. Una certa generosità.
Era il 1919, siamo nel 2016 e il contrasto è forte con l’immagine di un altro padre che per noi rappresenta la misura di molte cose future. Quella di Mark Zuckerberg, 31 anni, che in maglietta a righe fa il bagnetto alla figlia: re Mark – programmatore, imprenditore, filantropo – si è preso due mesi di congedo alla nascita di Max e ne ha concessi quattro (retribuzione al 100 per cento) a tutti i dipendenti di Facebook nel mondo. Non importa se madri o padri, eterosessuali o gay, biologici o adottivi. Dalla figura di un antico enorme genitore che con la sola presenza fisica esprimeva dominio, schiacciava il figlio, al modello dei genitori della Silicon Valley che, avanguardia globale, testimoniano come non esista ormai benefit aziendale più potente della possibilità di tenere insieme lavoro e famiglia, tempi pubblici e privati.
Nuovi padri, che vogliono essere presenti e responsabili. Compagni di gioco e di studio, che non temono di sostituire una rigida autorità millenaria con una diffusa amicizia d’istinto. Per molti ricercatori, saggisti, psicanalisti, siamo nell’età dell’incertezza.
L’improvvisa immaturità di questi padri che hanno abbandonato il vecchio timone rende imprevedibile la navigazione di tanti nuclei familiari attraverso le cose, spesso tempestose, della vita.
Ma c’è solo questo? Solo un modello incrinato di paternità che manda all’aria gli equilibri — asimmetrici — conosciuti sinora?Uomini che davanti alla salita delle donne nella vita «fuori», fuori di casa e fuori dagli schemi, arrivano a rispondere con violenza alla temuta perdita di potere e di virilità? C’è anche questo.
Lo raccontano le storie delle persone che conosciamo, lo dimostrano le statistiche. Ma ci sono i segni di un cambiamento che può essere la più clamorosa rivoluzione del nostro passaggio storico. La condivisione delle responsabilità familiari — ricorda Linda Laura Sabbadini davanti ai dati Istat che raccontano l’Italia — si modifica lentamente. In questa fase, possiamo dire che la spinta verso nuovi ruoli arriva più dal taglio agli «impegni domestici» da parte delle donne che dall’aumento del tempo dedicato alle «responsabilità di casa» da parte degli uomini.
Siamo in questa situazione media: la donna si fa carico della famiglia e lavora quanto può; l’uomo lavora e se può aiuta in casa.
I padri italiani offrono ai figli 38 minuti al giorno (gli svedesi 64), le madri 4 ore e 45 minuti. Tuttavia, il desiderio di saltare steccati economici e pregiudizi culturali cresce tra molti giovani genitori. E per contagio anche tra quelli meno giovani. Oggi i papà che, nei sondaggi, dicono di augurarsi «più spazi con i figli» superano in percentuale le mamme. E i neopadri di alto livello d’istruzione, occupati in attività che lo permettono, hanno raggiunto una forma di parità sostanziale nel contributo alla vita familiare.
Per accelerare e allargare tutto questo, la formula di un congedo obbligatorio prolungato è sempre più sul tavolo dei governi. Una legge che ne imponga principio e pratica mette al riparo i padri dal rischio di ritrovarsi spaesati, circondati dalla diffidenza di chi — uomini o donne — resta fedele a un modello maschile che non prevede luci spente presto in ufficio.
L’idea che la cura non sia un destino femminile ma un valore assoluto è la rivoluzione possibile.
Rivoluzionario è pensare che nella cura delle persone e delle cose quotidiane si possa cercare, e trovare, un benessere che può saldare parti multiple della nostra identità, femminile e maschile. Non esiste un combattente designato, un soldato della cura, ma una coppia che condivide le preoccupazioni. Siamo molto oltre il quadro di un padre che aiuta in casa, pur generosamente. Siamo anche molto oltre il recinto della madre guardiana, che compila liste mantenendo il controllo.
Le rivoluzioni che nella storia hanno spinto, e depositato, cambiamenti positivi sono sempre il frutto di alleanze.
http://27esimaora.corriere.it/articolo/lettera-ai-nuovi-padri/

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